LOMBARDINI, Maddalena Laura
Nata a Venezia il 9 dic. 1745, figlia di Pietro e di Gasparina Gambirasi, venne accettata come povera (21 sett. 1753) presso l'ospedale dei Mendicanti, una delle quattro prestigiose istituzioni lagunari sorte con intenzioni caritatevoli, ma divenute famose a livello europeo per la straordinaria preparazione musicale delle loro "figlie di coro". Affidata in educazione a Chiara Variati, la L. ebbe come insegnante di violino A. Martinelli, allora "maestro di strumenti" presso i Mendicanti. Venne incoraggiata dalla maestra del coro Antonia Cubli, già allieva di G. Tartini, a mettersi in contatto con il celebre violinista, allora di stanza a Padova, ma certo non estraneo all'ambiente veneziano.
Tartini, il 5 marzo 1760, le inviò una lettera divenuta famosa grazie alle numerose edizioni postume (se ne ebbero ben dodici tra il 1770 il 1817, compresa la traduzione inglese redatta da Ch. Burney) e ben presto considerata quale sintesi esemplificativa del suo metodo didattico. Si legge nelle prime righe: "Il di lei esercizio, e studio principale dev'essere l'arco in genere, cosicché ella se ne faccia padrona assoluta a qualunque uso o cantabile o sonabile". La missiva palesa, non da meno, il rispetto nutrito dal prestigioso maestro verso l'indubbio talento della giovanissima allieva. La L., per due volte successive, a partire da giugno 1760 e da fine agosto 1764, ottenne dai governatori preposti al controllo dell'istituzione il permesso di soggiornare due mesi a Padova, presso gli zii, per ricevere lezioni di strumento dal famoso violinista, dal momento che - nelle parole degli stessi governatori - "l'opportunità di studiare con Tartini farebbe progredire la sua abilità di violinista e nel contempo aumentare il valore dei suoi contributi al coro" (Baldauf Berdes, 1994, p. 220).
Alle fanciulle che avevano beneficiato dell'educazione musicale presso i conservatori non era concesso di uscire per intraprendere una propria carriera artistica, e l'unico modo per emanciparsi dall'istituzione, oltre alla monacazione, consisteva nel contrarre matrimonio. Tartini, che voleva sistemare la L. a Dresda, al servizio della elettrice di Sassonia Maria Antonia Valpurga di Baviera, musicista di rango, tentò, senza esito, di maritarla con il tenore cremonese G. Scotti. La L. lasciò i Mendicanti solo il 17 settembre del successivo 1767, quando i governatori, non senza difficoltà, la concessero in sposa a Ludovico Syrmen (1738-1812), primo violino della cappella di S. Maria Maggiore a Bergamo. Nel giugno 1768, insieme con il marito, la L. si esibì con successo al teatro Carignano di Torino e due mesi più tardi al Concert spirituel di Parigi: qui stampò sei quartetti per archi (1769), scritti - a quanto si legge sul frontespizio - in collaborazione con il marito. L'anno seguente Syrmen si trasferì a Ravenna portando con sé la figlia Alessandra, mentre la L. partì per Londra, dove tra la fine del 1770 e l'estate 1773 entusiasmò il pubblico per il suo singolare eclettismo artistico: stampò infatti i sei trii op. 1 e i sei concerti op. 3 (poi arrangiati per tastiera da T. Giordani), si esibì frequentemente come violinista solista al King's theatre di Haymarket (suonò, per esempio, tra le due parti del Gioas, re di Giuda di J.Chr. Bach nonché all'interno dell'oratorio handeliano Judas Maccabaeus) e in altre importanti sedi, alternandosi sia al violino sia al clavicembalo, come è documentato per il concerto del 15 apr. 1771.
La fama della L. si accrebbe anche grazie alla pubblicazione della lettera di Tartini, che metteva in evidenza la sua prestigiosa formazione strumentale e compositiva. Sempre a Londra, il 19 genn. 1773, la L. debuttò come cantante, rivestendo i panni della seconda donna nell'opera Il Cid di A. Sacchini (nello stesso anno usciva dalla stamperia veneziana di Marescalchi & Canobbio il rondò Con flebili lamenti, scritto a Londra da anonimo, espressamente per la L.). Proseguì la sua carriera di cantante in Italia, dapprima a Siena, poi a Torino, dove aveva debuttato come violinista, quindi a Pavia (1775) e Pisa (1776). In seguito venne ingaggiata dal teatro di corte di Dresda per le stagioni teatrali del 1783; a Mosca, nel 1784, si presentò sia nelle vesti di soprano sia di strumentista. Fin dall'inizio dei suoi viaggi artistici si faceva accompagnare dal sacerdote veneziano G. Terzi, già mansionario ai Mendicanti. La carriera della L. si concluse nel 1785 con l'esibizione violinistica al Concert spirituel parigino. La recensione riportata nel Mercure de France del 7 maggio rende evidente che il suo stile, mantenutosi secondo "les principes de l'excellente École de Tartini", era oramai superato ("M.me Siremen [sic] peut bien charmer l'oreille, mais elle n'étonne pas"). Lasciata la capitale francese, la L. ritornò a Ravenna e nello stesso novembre affidò la figlia Alessandra a un convento di Ancona, provvedendo in parte personalmente al suo mantenimento. Solo dopo il matrimonio della figlia (1799) la L. si separò da Syrmen e si trasferì a Venezia, dove continuò a frequentare Terzi. La L. morì a Venezia il 15 maggio 1818, solo nove giorni dopo la morte di quest'ultimo.
La L. svolse una significativa attività di compositrice, attestata sia dalle copie manoscritte sia da diverse edizioni a stampa (Arnold - Baldauf Berdes, pp. 109-113): sei trii per due violini e violoncello (Parigi 1769), sei quartetti per due violini, viola e violoncello (in collab. con Syrmen, ibid. 1769), sei concerti per violino e orchestra (Londra 1772), sei duetti per due violini (ibid. [forse 1773]); inoltre una sonata per violino e basso continuo (attribuita alla L., Vienna 1785) e il trio in si bemolle maggiore per due violini e violoncello obbligato (cfr. The New Grove Dictionary). La scrittura cameristica della L. guarda alle convenzioni in voga nella seconda metà del Settecento. I sei quartetti (tutti in tonalità con bemolli) sono in due movimenti, di cui il primo asseconda i moduli della scansione ternaria, mentre il secondo dimostra di dare spazio a una maggiore varietà formale (a volte anch'esso ternario, ma vi si trovano pure forme di rondò e minuetto con trio). L'intera raccolta è stata recentemente incisa per l'etichetta Cala (CAC D 1019). Presentano il medesimo impianto formale anche i duetti e i trii (così indicati nel frontespizio, ma definiti "sonata" nelle parti strumentali). Questi ultimi sono tutti in tonalità con diesis (a eccezione dell'ultimo in fa minore); sono costruiti in due movimenti (tranne il n. 3) e presentano alcune indicazioni agogiche particolari (per es. Menuetto smorfioso per il n. 2, e Allegretto smorfioso per il n. 4). I concerti ebbero un buon successo internazionale, come testimoniano tra l'altro l'esecuzione di uno di essi a Stoccolma (23 ott. 1774) e le parole elogiative che L. Mozart scrisse da Salisburgo, nell'aprile 1778, al figlio Wolfgang (cfr. Arnold - Baldauf Berdes, pp. 145 s.). Costruiti nei consueti tre movimenti - orchestra composta di archi, flauti, oboi e corni da caccia - i concerti evidenziano l'uso frequente di cromatismi e di transizioni armoniche; nei movimenti centrali invece risalta la capacità della L. di applicare la tecnica degli abbellimenti, appresa da Tartini (i nn. 1, 3 e 5 sono stati editi nella collana "Recent Researches in the music of the classical era", XXXVIII [1991], a cura di J. Berdes).
Fonti e Bibl.: Lettera del defonto sig. G. Tartini alla signora M. L. inserviente ad una importante lezione per i suonatori di violino, Venezia 1770; A letter from the late signor Tartini to signora L. (now signora Sirmen)…, trad. di Ch. Burney, London 1771 (rist. facsimile, New York 1967); Ch. Burney, The present state of music in France and Italy, London 1771, ad nomen; Ch. Bouvet, Une leçon de G. Tartini et une femme violoniste du XVIIIe siècle, Paris 1915; M. Scott, M. L.: Madame Syrmen, in Music and letters, XIV (1933), pp. 149-163; R.A. Mooser, Annales de la musique et des musiciens en Russie au XVIIIe siècle, Genève 1948, I, ad nomen; J. Berdes, The violin concertos, opp. 2 and 3, by Maddalena Lombardini Sirmen, diss., University of Maryland, 1979; L. Malusi, L.M. L. allieva prediletta di Tartini, in Padova e la sua provincia, VIII-IX (1979), pp. 14-16; P. Petrobelli, Tartini, le sue idee e il suo tempo, Lucca 1992, ad ind.; J. Baldauf Berdes, Women musicians of Venice: musical foundations, 1525-1855, Oxford 1993, ad ind.; Id., L'ultima allieva di Tartini, in Tartini: il tempo e le opere, a cura di A. Bombi - M.N. Massaro, Bologna 1994, pp. 213-225; M.-J. Wasmer, Primadonna des Violino M.L. L., in Annäherung: An sieben Komponistinnen, VIII (1997), pp. 73-93; E. Arnold, M. L. Sirmen compositrice, violinista e donna d'affari, in Gentildonne artiste intellettuali al tramonto della Serenissima. Atti del Seminario di studio, Venezia… 1998, a cura di V. Surian, Mirano 1998, pp. 117-126; J. Berdes - G. Eive, M. L. Sirmen, in Women composers…, a cura di S. Glickman - A. Furman Schleifer, New York 1998, V, pp. 388-424; P. Cattelan, Mozart. Un mese a Venezia, Venezia 2000, pp. 205-207; E. Arnold - J. Baldauf Berdes, M. L. Sirmen. Eighteenth-century composer, violinist, and businesswoman, Lanham, MD-London 2002; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, pp. 566 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IX, pp. 184 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XIII, col. 13; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, VII, p. 589; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XXIII, p. 448 (nei dizionari sub voceSirmen o Syrmen).