Madagascar
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Geografia umana ed economica
di Riccardo Martelli
Stato insulare dell'Africa meridionale, situato nell'Oceano Indiano. La popolazione era di 12.092.157 ab. al censimento del 1993 e di 18.606.000 ab. circa a una stima del 2005, registrando così un aumento di oltre il 50%. Il forte incremento demografico è dovuto alla differenza fra un tasso di natalità elevato (41,7‰ nel 2005) e uno di mortalità modesto (11,3‰). Il tasso di urbanizzazione è molto basso (26% nel 2004), e l'unica città vera e propria è la capitale Antananarivo (1.052.000 ab. secondo il censimento del 1993, e poco meno di 1.700.000 ab. secondo stime del 2003).
Benché il M. venisse collocato nel 2003 ancora al 146° posto nel mondo dall'Indice di sviluppo umano dell'ONU, diversi indicatori sociali, quali la mortalità infantile, la speranza di vita alla nascita e l'analfabetismo, hanno manifestato sensibili miglioramenti. La struttura produttiva del Paese rimane comunque molto arretrata, anche se la crescita dell'economia, moderata tra il 1990 e il 1998 (1,3% all'anno), ha conosciuto un balzo in avanti a partire dal 1999, quando il governo ha iniziato ad applicare il programma di liberalizzazioni e privatizzazioni concordato nel 1997 con il Fondo monetario internazionale. Il PIL è infatti aumentato tra il 1999 e il 2005 a una media del 6% circa all'anno (con l'eccezione del 2002, a causa di forti difficoltà istituzionali; v. oltre: Storia). L'agricoltura occupava nel 2003 ancora il 72,9% della popolazione attiva, ma contribuiva al PIL solo per il 28,6%. Il prodotto principale è il riso, destinato in gran parte al consumo locale. Marginali le risorse minerarie, mentre l'industria, con solo il 6,7% della forza lavoro, contribuiva al PIL per il 18,1%. Il suo incremento appare legato in particolare alla creazione di 'zone franche', che sono esenti dalla normale tassazione e aperte agli investimenti esteri, che si dedicano essenzialmente alla produzione tessile destinata all'esportazione. Il turismo costituisce una fonte di entrate di rilevanza sempre maggiore (66.000 visitatori nel 1994 e 139.000 nel 2003).
Storia
di Emma Ansovini
Gli inizi del 21°sec. segnarono una svolta nella vita del Paese, che portò all'uscita dalla scena politica, dopo circa un trentennio, di D. Ratsiraka (dittatore dal 1975 al 1990 e presidente eletto dal 1997 al 2001), all'imporsi di un leader 'non politico' proveniente dal mondo imprenditoriale, M. Rovalomanana, e infine all'emergere di un nuovo protagonismo della società civile.
Il momento di passaggio è rappresentato dalle elezioni presidenziali del dicembre 2001, in cui si confrontarono, in una campagna dai toni molto accesi, Ratsiraka, forte della vittoria del suo partito nelle consultazioni legislative del 1998, e Rovalomanana, conservatore, proprietario del più grande gruppo agroalimentare del M., fervente cristiano di fede protestante, abile comunicatore e proprietario di una rete televisiva e di varie emittenti radiofoniche. La contesa sui risultati, apertasi alla diffusione da parte del Ministero degli Interni dei primi dati, che davano per certo il ballottaggio, innescò una profonda crisi politica e istituzionale e precipitò il Paese per circa sei mesi in una situazione ai limiti della guerra civile. Rovalomanana, sicuro di aver raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, si dichiarò infatti vincitore prima della proclamazione ufficiale da parte dell'Alta corte costituzionale, la cui composizione era stata in parte modificata un mese prima da Ratsiraka. Al pronunciamento dell'Alta corte, avvenuto nel gennaio 2002, secondo cui nessun candidato aveva ottenuto la maggioranza assoluta, Rovalomanana rispose chiamando la popolazione allo sciopero generale e procedendo nel febbraio-marzo alla nomina del primo ministro e dei membri del governo. Questo avveniva in un clima di mobilitazione dei suoi sostenitori, che a centinaia di migliaia occuparono le strade della capitale. Ad animare la protesta furono soprattutto le chiese cristiane, cattolica e protestante, che avevano costituito nel decennio precedente il motore di una sorta di apprendistato democratico. Si determinò una situazione di stallo, con il Paese spaccato in due tra la zona dell'altopiano (con la capitale Antananarivo), che costituiva la roccaforte di Rovalomanana, e le aree costiere (con la città di Toamasina), in cui Ratsiraka aveva costituito il suo governo, proclamando la legge marziale. La Corte suprema, nell'aprile 2002, dopo aver annullato le nomine all'Alta corte e aver disposto un nuovo conteggio dei voti, proclamava vincitore Rovalomanana con il 51,5%, contro il 35,9% attribuito a Ratsiraka. All'insediamento ufficiale presenziarono i rappresentanti dell'Unione Europea e della Francia, da sempre in rapporti strettissimi con la sua ex colonia. In giugno l'esercito riprese il pieno controllo di tutto il territorio e in luglio Ratsiraka abbandonò il Paese. Nel dicembre 2002 furono indette con cinque mesi di anticipo le elezioni legislative, nel tentativo di conferire ulteriore legittimità al potere del presidente. Queste diedero la vittoria al TIM (Tiako i Madagasikara, Amo il Madagascar), il partito di Rovalomanana, con 104 seggi su 160, mentre 22 furono conquistati dal FP (Front patriotique), un'alleanza di diverse forze legate allo stesso Rovalomanana, 23 andarono a candidati indipendenti e solo 3 al partito legato a Ratsiraka, AREMA (Association pour la Renaissance du Madagascar). La stabilizzazione politica fu però segnata da una anomala commistione tra le istituzioni dello Stato, le autorità ecclesiastiche e il mondo degli affari, e non si accompagnò, nei primi anni, a un'azione capace di rilanciare economicamente il Paese, nonostante la ripresa degli aiuti internazionali e la cancellazione del debito da parte della Francia e di altri Paesi (2004). Oltre alle carenze strutturali derivanti dalla arretratezza dell'agricoltura e dalla limitatezza delle infrastrutture, l'economia aveva sofferto durante la lunga crisi istituzionale del blocco degli investimenti esteri nelle zone franche, dove operano, con particolari agevolazioni fiscali, le industrie esportatrici.
bibliografia
R.R. Marcus, P. Razafindrakoto, Madagascar: a new democracy?, in Current history, may 2003, pp. 215-21.