MAD MULLAH
Nomignolo col quale gl'Inglesi designarono il Mahdi somalo: Muḥammed ibn ‛Abd Allāh ibn Ḥasan nativo degli Ogadēn (tribù Bah Ghéri). Nato intorno al 1860, si dedicò agli studî religiosi e nel 1895 entrò nella confraternita dei Ṣāliḥiyyah e fu nominato vicario di questa per i paesi somali. Dopo un periodo di attiva propaganda, egli ritenne di poter agire direttamente contro gli Europei colonizzatori e nell'agosto 1899 proclamò di essere il Mahdī (v.) e dichiarò la guerra santa contro gl'infedeli.
Tre spedizioni militari inglesi successivamente furono dirette contro il M. per arrestare il pericoloso suo movimento: la prima condotta dal colonnello E. E. Swayne batté i ribelli il 16 luglio 1901 a Farḍiḍḍin e la seconda egualmente si concluse con il successo del 6 ottobre 1902 ad Ēragō; ma nessuna di queste parziali vittorie fu decisiva. Intanto l'attività ostile del M. si era fatta minacciosa anche per la finitima Somalia Italiana e specialmente per le regioni dei Migiurtini e del Nogal (Nūgāl). Si giunse così all'accordo italo-britannico (Prinetti-Rennell Rodd) del 16 dicembre 1902, col quale si consentiva all'Inghilterra di servirsi, come base di operazioni, del territorio italiano di Obbia. Alla nuova spedizione collaborò anche una colonna abissina partita dall'Harar. Ma questa volta il M. riuscì a far cadere in un sanguinoso agguato una colonna inglese a Gumburi il 17 aprile 1903, infliggendo subito dopo gravi perdite all'altra colonna a Daratóla il 22 aprile 1903, mentre la spedizione abissina si risolveva in una razzia di bestiame senza grave danno per i seguaci del M. Né la spedizione (la quarta) che gl'Inglesi diressero l'anno successivo contro il M. fu in alcun modo risolutiva, anche se ottenne una vittoria a Gibdāli il 9 gennaio 1904 e se le forze navali anglo-italiane riuscirono il 21 aprile 1904 ad operare uno sbarco a Ilig nel territorio italiano del Nogal, di cui il M. era nel frattempo riuscito a impadronirsi.
Parve quindi miglior via il tentare di raggiungere una soluzione politica della questione mullista. E, mentre si otteneva dal capo della confraternita Ṣāliḥiyyah che sconfessasse il Mullah, si cercò di entrare in contatto con lo stesso M. per concludere un accordo. A tale risultato si giunse per merito del console italiano G. Pestalozza il quale riuscì ad indurre il M. a trattare. Fu così concluso il 5 marzo 1905 l'accordo di Ilig: il M. ebbe assegnato il territorio del Nogal sotto il protettorato italiano. Tale accordo non fu a lungo osservato dal M., il quale finalmente nel 1908 riprese apertamente le ostilità contro Inglesi e Italiani. Da allora, e sino alla fine della guerra mondiale, il M. ebbe piuttosto a combattere la resistenza (e poi l'offensiva) sempre più fortemente organizzata contro di lui dagl'Italiani anzi che dagl'Inglesi, i quali sgomberarono l'interno della loro colonia riducendosi alla costa.
L'azione del M. si era politicamente fondata sul concetto di sostituire al vincolo gentilizio, così forte nella costituzione sociale dei Somali, il superiore legame della solidarietà religiosa che doveva condurre a una nuova unica disciplina abolente le gerarchie contrastanti delle varie tribù. Si capisce che tali sue idee, che egli soleva applicare spesso con scatti di barbara ferocia, urtavano contro le antichissime tradizioni dei Somali e in qualche caso finivano, per necessità pratiche, con l'apparire in opposizione allo stesso carattere fazioso del M. in persona. Perciò l'affermazione del dominio italiano in Somalia (iniziata nel 1908 dal governatore T. Carletti e ripresa e condotta al definitivo successo da G. De Martino e da I. Gasparini nel 1910-1913) costituì politicamente il massimo movimento di reazione contro il mullismo perché appunto in quel periodo l'azione italiana ebbe a base la necessità di rafforzare l'ordinamento delle tribù e far valere, secondo il diritto consuetudinario dei Somali, l'autorità dei capi.
Da allora il M. non compì che razzie più o meno fortunate contro le tribù finitime e per lunghi anni non combatté più direttamente contro Europei, salvo lo scontro del 9 agosto 1913 a Dulmadoba, nel quale cadde eroicamente il capitano inglese Richard Corfield. Anzi ben presto sia dalla Somalia Italiana, dove si organizzava un'attiva e agguerrita polizia del confine, sia dai Sultanati di Obbia e dei Migiurtini, partirono energiche controrazzie, che obbligarono il M. a internare sempre più i suoi campi.
Alla fine della guerra mondiale, il governo britannico decise di fare definitivamente cessare il mullismo, e dal gennaio al marzo 1920, in una breve e rapidissima campagna le truppe della Somalia Britannica occuparono i varî campi del M., bombardati violentemente dall'aviazione; e il M. costretto a rifugiarsi in territorio etiopico moriva il 23 novembre 1920 a Hinna nel territorio dei Karanlä sul Wēbi.
Bibl.: J. W. Jennings, With the Abyssinians in Somaliland, Londra 1905; Douglas Jardine, The Mad Mullah of Somaliland, Londra 1923 (ediz. italiana tradotta da M. Quercia, Roma 1929); Libro Verde: Somalia Ital. Settentr., Roma 1906; Libro Azzurro: Correspond. relating to affairs in Somaliland, Londra 1913.