MACRINO d'Alba
Pittore piemontese operante alla fine del Quattrocento e principio del Cinquecento. Mancano documenti sul suo conto; si sa soltanto che nel 1528 era già morto, Anche intorno alla sua patria e al suo nome si ebbero lunghe discussioni, benché egli fosse solito firmare (Macrinus de Alba o Macrinus de Alladio C. Albēn) e datare le sue opere. Sono queste date l'unica base per la ricostruzione della sua attività. Egli dovette ricevere un'iniziale educazione lombarda foppesca, poiché tali elementi sono evidenti e dominanti nella sua prima opera datata, il trittico Wilstach nel 1494. Recatosi poi nell'Italia centrale (gli sfondi di rovine classiche molto ripetuti nei suoi quadri dànno fondamento all'ipotesi ch'egli sia stato a Roma), dovette ricevere influssi soprattutto dal Signorelli e dal Pinturicchio. Non sappiamo invece scorgere nella sua opera gl'influssi veneti, o ferraresi, notati da qualche critico. Un tempo M. era considerato come il maggiore pittore piemontese del Rinascimento, molto probabilmente a causa della sua maggiore parentela con le scuole dell'Italia centrale. Ora la sua valutazione è più modesta: pittore eclettico, accurato, insistente su composizioni fisse, resta inferiore a un Defendente Ferrari o a uno Spanzotti, pur avendo svolto un'attività vasta e localmente importante.
Tra le opere datate ricordiamo il trittico della coll. Wilstach a Filadelfia (1494); un trittico alla Certosa di Pavia (1496); la grande pala con la Vergine in gloria (1498) della Pinacoteca di Torino; un trittico dell'arcivescovado di Tortona (1499); una grande pala del municipio di Alba (1501); la Natività dell'Historical Society di New York. Sono inoltre importanti per la questione delle origini di Macrino due altre opere sicure: la Madonna della Galleria capitolina a Roma, generalmente ritenuta molto giovanile, e il trittico dell'istituto Städel a Francoforte, generalmente ritenuto molto tardo. Probabilmente le due opere vanno ravvicinate e collocate non molto dopo il trittico Wilstach (1494).
Bibl.: U. Fleres, in Gallerie naz. italiane, III (1897), pp. 67-98; S. Weber, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1892; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 320.