MACHADO y RUIZ, Antonio
Poeta spagnolo, nato a Siviglia il 26 maggio 1875. Era tradizionale nella sua famiglia il gusto per l'arte e la cultura: il padre Antonio (v.) fu studioso di folklore, il fratello Manuel (v.) fu poeta e critico anche lui. Ed egli condusse con severità i suoi studî universitarî, dandosi in seguito all'insegnamento della filologia moderna, dopo un soggiorno di due anni a Parigi, durante i quali fissò le sue esperienze parnassiane e simbolistiche. La sua prima grande raccolta di poesie (Soledades, 1903) risale agli anni 1899-1902: condotte entro l'atmosfera modernista, in comunione ideale con Rubén Darío, la loro squisitezza formale non deriva da consumata scaltrezza estetica, ma traduce la solitaria, pensosa, quasi eccentrica aristocrazia del poeta e dell'uomo.
Il simbolismo in cui tramuta la sua interna sofferenza è ansia seria e dolorosa verso il mistero, verso il dramma della vita che mai si possiede, verso le parvenze umane che sempre trascolorano nel dubbio. Sicché il poetare è per lui un assiduo ritrovare nelle cose l'impronta di un dolore trascendentale, che s'intravvede soltanto a scorci e a frammenti negli aspetti più umili e nelle linee più semplici. Questa rarità d'ispirazione, espressa in forme schiette e brevi, si è saputa trasferire con spontanea aderenza all'antico romance, ai motivi della vecchia Spagna, dove meglio può suscitare il mito umano (Campos de Castilla, 1912). Il M., che è vissuto nella cerchia chiusa e gelosa della sua intimità, è stato sentito poco per volta dalla nuova generazione come maestro di vita e di poesia.
Opere: La raccolta di Soledades del 1903 fu ripresa in Soledades, Galerías y otras poemas, 1907 e 1919; Poesías completas, 1917 e 1918; Nuevas canciones, 1924. Inoltre: Articulos varios, 1904; Páginas escogidas, 1917, ecc.
Bibl.: R. Cansinos-Assens, Los Hermes, Madrid 1916.