Macedonia
Regione storica della Penisola Balcanica, ora divisa politicamente tra Bulgaria, Grecia e l’omonima Repubblica indipendente.
Dominata dal 7° sec. a.C. dalla dinastia degli Argeadi, la monarchia macedonica fino al 4° sec. a.C. era di tipo arcaico: per l’assunzione al trono di ogni sovrano, era necessario il consenso dell’assemblea popolare in armi. Alla metà del 4° sec. a.C. la M., da piccolo Stato periferico, riuscì a divenire la maggiore potenza greca, da un lato grazie alla volontà di progresso dei vari sovrani (nel 5° sec. Alessandro I Filelleno, Archelao, nel 4° sec. Filippo II) che favorirono largamente nel Paese l’assimilazione della civiltà ellenica; dall’altro, alla grande cura che essi ebbero nel perfezionare e potenziare le forze armate. Successivamente, priva di interiore vitalità, si cristallizzò nelle posizioni raggiunte grazie alla superiorità militare e, dopo la morte di Alessandro Magno (323), si trovò a essere troppo periferica rispetto al nuovo grande impero, perdendone subito la direzione. Fu uno dei regni ellenistici, meno potente sia del tolemaico sia del seleucidico. La dinastia che successe dopo alcuni anni agli Argeadi, quella degli Antigonidi, dopo la morte di Antigono Monoftalmo (301) e di Demetrio Poliorcete (283) abbandonò il sogno di restaurare l’impero universale; Antigono Gonata, Antigono Dosone e Filippo V limitarono la loro politica essenzialmente alla Grecia, dove la M. costituì, fino alla sconfitta definitiva a opera dei romani, il maggiore organismo politico. Roma conquistò la M. al termine delle guerre macedoniche. Nella prima (215-205) Filippo V, alleato di Annibale, combatté contro leghe e popoli greci (soprattutto gli etoli) armati contro di lui dai romani, che non poterono intervenire con forze rilevanti perché duramente impegnati da Annibale in Italia; la guerra si chiuse con la pace di Fenice, che assicurava alla M. qualche vantaggio territoriale. La seconda (200-197) si concluse con la sconfitta di Filippo a Cinoscefale e la proclamazione, da parte romana, della libertà della Grecia. Nella terza (171-168), combattuta da Perseo, figlio di Filippo V, la disfatta dei Macedoni a Pidna provocò la fine del regno di Macedonia. Dopo Pidna, la regione fu divisa dai romani in 4 confederazioni nominalmente indipendenti, successivamente riunite con il nome di provincia di M., a cui fu aggregata tutta la Grecia, compreso l’Epiro e la Tessaglia. Augusto ne fece una provincia senatoria, Tiberio l’avocò all’imperatore (15 d.C.), e Claudio la restituì al Senato (44). Diocleziano la divise in 2 province, M. prima (orientale) e M. salutaris (occidentale), appartenenti entrambe alla dioecesis Moesiarum: ma ne furono staccati il litorale adriatico, assegnato alla Epirus nova, e la Tessaglia, divenuta provincia autonoma.
Invasa da visigoti, unni, ostrogoti e avari, nell’8° sec. gli slavi slavizzarono interamente la regione, inserendosi poi con la conquista bulgara nel grande impero dello zar Simeone, di cui seguì poi le sorti. Conquistata nell’11° sec. dai bizantini, nel 1204 passò ai latini, quindi ai serbi, che con Stefano Dušan (1336-55) ne fecero il centro del loro impero, con capitale Skopje: ai due imperi, della Grande Bulgaria e della Grande Serbia, si sarebbe fatto riferimento nel 19° e 20° sec. da serbi e bulgari per rivendicare il possesso di tutta la regione. Dopo che la M. fu conquistata dai turchi (1371), non vi emerse un movimento nazionale fino al 19° secolo. Fra il 1856 e il 1870, la M. prese parte al moto per la formazione di una gerarchia e di un clero strettamente bulgari, conclusosi con la creazione dell’esarcato di Bulgaria, con giurisdizione anche sulla parte nordorientale della Macedonia. Il Congresso di Berlino (1878) troncò le aspirazioni di riunire in uno Stato autonomo M., Bulgaria e Rumelia orientale. L’irredentismo bulgaro si manifestò allora con la creazione della cd. VMRO (Organizzazione rivoluzionaria interna macedone), in cui si distinsero due correnti: una che voleva l’annessione della M. alla Bulgaria; l’altra che pensava in termini di autonomia e indipendenza. La lotta della VMRO si svolse attraverso i metodi della guerriglia e degli attentati, fino alla grande insurrezione del 1903. Intanto, anche i serbi e i greci avevano avanzato pretese sulla M., così che le guerre balcaniche del 1912-13 si conclusero con la spartizione della M.: la Bulgaria ebbe la parte sudorientale; i serbi quella settentrionale; i greci quella meridionale. La Bulgaria durante la Prima guerra mondiale si schierò per questo dalla parte degli imperi centrali e subì in M. altri sacrifici territoriali (mentre la M. settentrionale entrava a far parte del nuovo Stato iugoslavo). Nel 1941 la Bulgaria scese in campo a fianco dell’Asse per assicurarsi il possesso della M., di cui occupò una larga parte. Dopo la fine del conflitto si ritornò ai confini del 1919 (con la M. divisa fra Iugoslavia, Bulgaria e Grecia). La dissoluzione della Iugoslavia nel 1991-92 ha portato alla trasformazione della ex repubblica federata in uno Stato indipendente (➔ Macedonia, Repubblica di).