Regioni relativamente oscure della superficie solare (➔ fotosfera). Sono l’unica manifestazione dell’attività solare osservabile, in condizioni favorevoli, anche a occhio nudo. La loro scoperta viene attribuita a Galileo, che le osservò la prima volta al telescopio nel 1610. Le m. consistono di una zona centrale più scura (detta ombra) e di una zona periferica (penombra). Esse sono meno luminose della fotosfera ordinaria perché più fredde di questa: la loro temperatura è ∿3700 K, mentre la temperatura media della fotosfera è ∿5900 K. Si pensa che la bassa temperatura delle m. sia legata agli intensi campi magnetici da cui esse sono permeate, i quali avrebbero l’effetto di bloccare o, almeno, di rallentare le correnti convettive che circolano nella regione sottostante la fotosfera, trasportando in superficie il calore generato nel nucleo del Sole. Le m. sono strutture transienti, la cui durata non supera, in genere, 30-60 giorni. Il numero delle m. varia, nel corso del tempo, con un periodo caratteristico di ∿11 anni, corrispondente al ciclo di attività solare (fig.).
In fitogeografia, macchia mediterranea, tipo di boscaglia propria del dominio floristico mediterraneo (➔ màcchia mediterrànea).
In anatomia e patologia, il termine m. (o macula) si riferisce a zone o chiazze piane o leggermente rilevate di colore diverso da quello dei tessuti circostanti. In particolare, in dermatologia, ogni modificazione di colorito della cute o delle mucose che non scompare alla pressione e che è generalmente dovuta a variazioni del pigmento proprio della pelle o a pigmenti di origine ematica o ad alterati prodotti del ricambio.
Piccole formazioni epiteliali localizzate una nell’otricolo e l’altra nel sacculo dell’orecchio interno. Sono organi ricettori dell’equilibrio e trasmettono gli impulsi al nervo vestibolare.
(o mongoliche, o sacrali o, se in corrispondenza del coccige, coccigee) Particolari m. che si presentano talora nella prima infanzia, specie in corrispondenza della regione sacrale; sono dovute ad accumuli di pigmento nel derma e appaiono di colore bluastro.
Chiazze cutanee rosso-bluastre che si manifestano sul cadavere in corrispondenza delle parti più declivi del corpo; sono anche dette macchie ipostatiche (➔ ipostasi).
Zona fisiologicamente cieca del campo visivo (➔ scotoma), corrispondente alla zona di proiezione del punto di origine del nervo ottico, normalmente insensibile (punto cieco della retina).
Vistose m. circolari presenti in varie zone del corpo di molte specie animali. Si presentano con modalità varie e si sono evolute in molti e differenti gruppi (farfalle, pesci, uccelli ecc.) partendo da strutture morfologicamente diverse. Vengono interpretate come adattamento alla predazione in base a 2 ipotesi: simulando l’occhio di un vertebrato, servono a intimidire l’eventuale predatore; servono a deviare gli attacchi del predatore verso parti del corpo relativamente poco importanti (per es. nelle farfalle il margine posteriore delle ali).