LYTTOS (Λύττος, Λύκτος; Lyttus)
Antica città cretese, situata nella parte centrale dell'isola, non lontana dalla costa settentrionale, a S-E di Cnosso, nel luogo della odierna Xyda.
Fondata dai Dori venuti da Sparta (Arist., Pol., ii, 7, 1; Ephor. presso Strab.; x, 481) è considerata la colonia dorica più pura, per il suo carattere conservativo. È detta da Polibio la più antica città di Creta: il suo nome antico, Karnessopolis (καρνεσσόπολις, Hesych., s. v.), che sembra essere pregreco, parrebbe confermare la notizia che però non trova appoggio nelle testimonianze archeologiche. Secondo Esiodo (Theog., 477) in una grotta presso L. Zeus sarebbe nato, o sarebbe stato deposto dopo la sua nascita. È nominata da Omero (Il., ii, 647; xvii, 611) e il ritrovamento di grandi e bellissimi pz'thoz con rappresentazioni figurate conferma le notizie omeriche.
La regione dei Lassiti dovette costituire, insieme con la spiaggia a N dell'altopiano lassitico, il centro del dominio di L., di cui grande fu l'importanza politica ed economica fino all'ultimo periodo romano (Scyl., 47; Strab., x, 476, 479; Pl., iv, 59; Ptol., iii, 17, 10; Paus., iv, 19, 4; Nonn., xiii, 232; Quint. Sm., xi, 42).
La città era costruita su una collina molto irregolare, perfettamente isolata mediante profondi valloni sul lato che guarda i Lassithi, in lieve declivio invece verso la pianura di Pediada.
Le rovine occupano uno spazio molto esteso e mostrano che, pur non essendoci una vera distinzione tra acropoli e città bassa, l'abitato era disteso lungo i fianchi meridionali e occidentali della collina, dove si vedono ancora i resti di un sistema di terrazzamento. Avanzi di mura e di costruzioni poligonali si trovano lungo la strada che porta al centro dell'acropoli. Sulla spianata della collina era la cittadella e il Foro.
Continuamente in lotta con Cnosso (Diod., xvi, 62), L. fu totalmente distrutta una prima volta nel 220 a. C. Questo può spiegare la scarsezza di testimonianze archeologiche per il periodo classico, per il quale le monete, oltre che le fonti, ci testimoniano un'importanza e una potenza che i ritrovamenti non confermano. Ricostruita, fu nuovamente saccheggiata da Metello al tempo della conquista romana (Liv., Ep., xlix; Fl., iii, 7). Sotto i Romani ebbe nuova importanza e probabiimente riconquistò proprio in questo periodo l'antica posizione di supremazia; la maggior parte delle iscrizioni e dei ruderi appartengono infatti all'età romana. L'agorà della città romana è riconoscibile su uno dei due poggi che coronano l'acropoli, dove furono trovati frammenti di colonne e di statue, basi con dediche ad imperatori, specialmente di età traianea e adrianea. È stato messo in luce anche un tratto dello stilobate dell'edificio su cui le statue erano allineate. Il teatro, in parte scavato e in parte costruito, descritto nel XVI sec. dal veneziano O. Belli, ora è completamente scomparso; ancora visibili sono i resti dell'acquedotto. Nella pianura si estendono i sepolcreti.
Particolarmente interessante è il grosso frammento, proveniente dall'agorà, di una statua virile, troncata nella parte superiore, seduta su di un masso, con le gambe coperte dall'himàtion che lascia nudo il ventre. Forse statua ritratto, rientra nella iconografia imperiale dell'arte di epoca romana a Creta. È firmata da Zenon, figlio di Alessandro, da Afrodisiade (Loewy, 366).
Porto di L., fin dall'antichità, fu Chersonesos (Χερσόνεσος) nel golfo di Mirabello, unito alla città da una strada ancora visibile. Nel IV sec. però Chersonesos si staccò quasi completamente da L., e in età romana accentuò questa sua posizione indipendente. Al periodo romano appartengono i resti dell'agorà, di dove provengono statue imperiali e teste-ritratto femminili di età flavia e traianea, conservate nel museo di Iraldion; un grande teatro, una fontana decorata da mosaici figurati policromi e i resti del celebre tempio di Britomartis, la cui effigie appare riprodotta anche sulle monete di Chersonesos, di età imperiale.
Incerta è l'identificazione della cosiddetta Grotta di Zeus, che le fonti pongono genericamente presso L.: delle due grotte nel territorio di L. in cui è stato trovato materiale archeologico, Arkalochori e Phaneromeni, la seconda sembra offrire maggiori probabilità per una identificazione, a causa della continuità del culto, dall'età tardomicenea a quella ellenistico-romana, testimoniato dal materiale trovato in essa.
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