LYKOS (Λύκος, Lycus)
2°. - Mitico re di Tebe, o secondo altre tradizioni usurpatore del trono durante il periodo della giovane età di Laio; sposo di Dirce (v.) e partecipe con lei della persecuzione contro Antiope (v.).
La personalità di L. che rimane scolorita e incerta in confronto al maggior rilievo e vitalità delle due eroine che si muovono intorno a lui, anche nelle figurazioni rimane una immagine nello sfondo, un convenzionale personaggio in paludamenti reali che compare occasionalmente nelle figurazioni della punizione di Dirce avvinta al toro furioso. La più antica e più autorevole delle rappresentazioni si ha nel cratere àpulo di Berlino n. 3296, che ha servito appunto da elemento centrale a delineare la personalità del Pittore di Dirce. In questa figurazione di pretta discendenza euripidea - L. figurava infatti almeno nei due drammi Antiope e Chrysippos - mentre Dirce esanime viene travolta dal toro, il vecchio re in ginocchio in una grotta è salvato grazie a un intervento di Hermes dalla spada vendicatrice di Anfione e Zeto. Nello stesso schema, in ginocchio e implorante dinanzi a uno dei figli di Antiope ritorna L. in una pittura pompeiana (Helbig, n. 1153). In una delle urnette etrusche figuranti il supplizio di Dirce L. appare invece stante e in posizione di autorità conforme al suo abito regale.
Bibl.: Jessen, in Roscher, II, 2, 189497, cc. 2184-86, s. v., n. 4; Gunning, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, cc. 2394-97, s. v., n. 18; P. Sechan, Études sur la tragédie grecque dans ses rapports avec la céramique, Parigi 1926, p. 305.