LYKISKOS (Lyciscus)
Nell'elencare le opere di Leochares (v.) Plinio (Nat. hist., xxxiv, 79), immediatamente dopo l'Apollo diademato, cita Lyciscum mangonem (o langonem), puerum subdolae ac fucatae vernilitatis. Inteso come nome di bronzista dal Lippold, L. deve invece essere considerato piuttosto come il titolo di un'altra opera di Leochares.
L. è attestato nel IV sec. a. C.; appare infatti in una commedia di Alexis come il nome di un mercante di schiavi.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. gr. Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 272; G. Lieben, in Pauly-Wissowa, XII, 1924, c. 687, s. v. Langon; G. Lippold, ibid., XIII, 1926, c. 2296, s. v.; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946.