Salvayre, Lydie. – Scrittrice francese (n. Tolosa 1948). Proveniente da una famiglia spagnola emigrata in Francia per sfuggire al franchismo, laureata in Lettere moderne e successivamente in Psichiatria, ha esercitato questa professione medica per molti anni prima di esordire nella narrativa alla fine degli anni Settanta, pubblicando racconti su riviste letterarie francesi, e quindi, nel 1990, il suo primo romanzo, La déclaration (trad. it. 1991), cui hanno fatto seguito tra i numerosi altri: La vie commune (1991; trad. it. 2001), La medaille (1993), La puissance des mouches (1993) e il fortunato La Compagnie des spectres (1997; trad. it. 1999), che le è valso notorietà internazionale. Scrittrice dallo stile intimista, dotata di un potente sguardo introspettivo che sostanzia trame complesse e credibili, spesso legate al tema autobiografico della guerra, del ricordo e della memoria, della sua copiosa produzione successiva occorre citare tra gli altri: La conference de Cintegabelle (1999), Les belles âmes (2000), Et que les vers mangent le bœuf mort (2002), Passage à l'ennemie (2003), Portrait de l'écrivain en animal domestique (2007), Hymne (2011); 7 femmes. Emily Brontë, Marina Tsvetaeva, Virginia Woolf, Colette, Sylvia Plath, Ingeborg Bachmann, Djuna Barnes (2013) e, nel 2014, Pas pleurer, romanzo sulla guerra civile spagnola in cui si fanno potenti i richiami autobiografici alla storia familiare e per il quale nello stesso anno è stata insignita del Premio Goncourt.