LUTROFORO (λουτροϕόρος)
La parola, di genere femminile, indica sia la donna che reca l'acqua per il bagno sia il vaso stesso in cui l'acqua era contenuta, e che aveva la forma di anfora molto allungata, con alto collo.
Siccome il bagno era ritualmente importante soprattutto in due occasioni: le nozze e i funerali, così le lutrofori sono o funebri o nuziali, e i soggetti dipinti su esse s'ispirano a tali concetti. La principale fabbricazione di questi vasi fu ad Atene.
Vi sono lutrofori a figure nere e a figure rosse: nelle prime predominano le scene funerarie, per lo più nello schema dell'esposizione del morto sopra il letto funebre (próthesis); nelle seconde le scene nuziali. Ma questo non vuol dire che non si potesse adoperare ad uso funebre anche un vaso con rappresentazione nuziale, essendo comune il concetto eufemistico della morte quale matrimonio della donna con Ade e dell'uomo con Persefone, e ovvie le rappresentazioni specialmente di donne, morte, in atto di adornarsi come per andare a nozze. Però nel caso delle lutrofori si ebbe un'applicazione specialissima, nota dalle fonti letterarie e confermata dai monumenti; i concetti vi si fusero in modo che venne in uso di porre le lutrofori sulla tomba degli ágamoi, cioè delle persone non coniugate; infatti i vasi in questione sono senza fondo, cioè non di uso pratico, ma puramente di parata, simbolici: essi venivano fabbricati apposta per essere collocati sulle tombe. Nel secolo V a. C. invalse l'uso di fare le lutrofori tombali di marmo, o di tutto tondo, oppure a rilievo sopra un'alta stele: siccome le tombe erano di famiglia, poteva capitare che il primo morto fosse ágamos, e avesse la sua lutroforo; ma venendo in seguito deposte nella tomba persone coniugate, la lutroforo era ridotta a semplice brocca o próchoos scalpellandone una delle anse, non senza tracce riconoscibili. Così non solo si spiegano le apparenti difficoltà presentate da alcune epigrafi sepolcrali, ma si conferma essere vero l'uso d'indicare le tombe dei celibi e delle nubili innalzandovi una lutroforo.
Non altro che lutrofori, non da mettere sulle tombe, bensì da deporre entro di esse quale parte del corredo, sono o vogliono rappresentare le anfore campane di forma allungata, prodotte specialmente a Cuma.
Bibl.: H. B. Walters, in Athenische Mitteil., XVI, 1891, p. 386 seg.