LŪṬ (A. T., 92)
ŪṬ Il maggiore dei deserti iranici, abbracciante buona parte delle due provincie persiane del Khorāsān e del Kirmān (in persiano Dasht-i Lūṭ).
Morfologicamente corrisponde a un bacino interno (senza efflusso al mare) quasi del tutto colmato da alluvioni recenti e in via di progressivo disseccamento (steppa salina e dune mobili). La striscia montuosa del Kūh-i Naiba???nd (3600 m.), mezzo annegata anch'essa dalle sabbie, lo divide in due metà, di cui la più depressa è la meridionale, dove, poco a E. di Kirmān, il fondo del bacino si copre d'inverno - per poche settimane - di un sottile velo d'acqua (Lago Na???ma???ksar), per tornare ben presto all'asciutto, coperto di incrostazioni saline, analogamente a quel che avviene nel vicino Seistān.
Il deserto di Lūṭ rappresenta così una barriera naturale fra la Persia e l'Afghānistān; le carovane lo possono attraversare solo per pochi mesi dell'anno e non senza gravi difficoltà. Le oasi sono tutte marginali, salvo Naiba???nd, e il commercio di transito (spezierie, caffè, tè dal Sud, contro zucchero, petrolio, ferro e stoffe dal Nord) d'importanza poco più che locale. Lo spostarsi delle dune, il migrare non meno frequente dei letti temporanei dei corsi d'acqua, la necessità di uno sfruttamento molto estensivo delle magre risorse dell'ambiente dànno ragione dei mutamenti avvenuti nella topografia dei centri abitati (luoghi di tappa per lo più), che contrasta con la tenace persistenza delle tradizionali forme della vita sociale e politica.
Bibl.: O. v. Niedermayer, Unter d. Glutsonne Irans, Dachau 1925.