HOLSTE, Lukas (Holstenius)
Filologo, storico, erudito, nato ad Amburgo nel 1596, morto a Roma nel 1661. Figlio di un tintore, entrò nel 1617 all'università di Leida molto frequentata dai Tedesihi del nord, per studiare medicina. Avendo ben presto mostrato vivo interesse per la filologia entrò in relazioni personali con grandi filologi dell'epoca, quali il Heinsius e il Cluverius. Anzi il Cluverius si fece accompagnare da lui nel 1618 in un viaggio fatto in Italia e in Sicilia. Non aveva ancora compiuto gli studî universitarî che già era diffusa la fama della sua dottrina. Cercò intanto di ottenere un posto di professore nel ginnasio di Amburgo, ma essendogli stato preferito un altro, egli si recò nel 1622 in Inghilterra, dove studiò, per conto proprio e per conto dei suoi amici, manoscritti delle biblioteche di Londra e di Oxford: vagheggiava il piano di pubblicare una raccolta di geografi greci. A Parigi, dove si era trasferito nel 1624, e dove il Du Mesnes lo aveva assunto come bibliotecario, venne a conoscere i rappresentanti e i cultori degli studî filologici di quella città. Da essi egli venne raccomandato al legato pontificio e nipote di Urbano VIII, il cardinale Francesco Barberini, il quale possedeva la più grande biblioteca privata di Roma. Nel 1625 egli si convertì al cattolicismo, secondo alcuni (e anche in ciò si rivelerebbe l'umanista) per il desiderio vivissimo di avere libero accesso nelle biblioteche di Roma; secondo la sua stessa testimonianza, per la lettura dei platonici Massimo Tirio, Calcidio e Ierocle "la cui teologia mistica e contemplativa elevò così la sua anima" da fargli "superare tutte quelle minute questioni di cui i novatori hanno uso di sovraccaricare i problemi della fede". Dopo la conversione il cardinale Barberini lo ricolmò di benefici e di prebende e lo condusse nel 1627 a Roma, dove dapprima come ospite del cardinale, e dal 1636 come suo bibliotecario, poté dedicarsi completamente ai suoi lavori scientifici. Il papa Urbano VIII gli conferì un canonicato a S. Pietro; Innocenzo X lo nominò custode della Biblioteca Vaticana. Nel 1637 riuscì a far convertire al cattolicismo Federico langravio di Darmstadt e ricevette l'abiura della regina Cristina di Svezia.
Dei varî lavori scientifici progettati egli non ne condusse a termine alcuno che avesse grande importanza. Aveva pubblicato solamente delle poesie latine, alcune dissertazioni erudite ed edizioni di classici e di Padri della chiesa. Sono stati pubblicati, da altri, lavori importanti fondati sul suo ricco fondo di manoscritti. La sua personalità e il suo instancabile lavoro si rivelano nelle sue lettere dirette agli scienziati coi quali aveva rapporti, pubblicate a Parigi nel 1817. Altre opere principali sono una dissertazione sulla vita e gli scritti di Porfirio preposti all'edizione di parecchie sue opere (Roma 1620); Annotationes in Italiam antiquam Phil. Cluverii, Roma 1666; Collectio romana bipartita aliquot historiae ecclesiasticae monumentorum, Roma 1666.