SANFELICE, Luisa
Nata il 28 febbraio 1764 a Napoli, da don Pedro de Molino e Camilla Salinero, sposò nel 1781 il cugino Andrea Sanfelice. Alla rivoluzione del 1799 i coniugi Sanfelice non presero parte. Sennonché frequentava la loro casa, forse innamorato di Luisa, Gerardo Baccher, il quale, alla vigilia d'un'insurrezione borbonica preparata dai suoi, le diede (5 aprile) un "biglietto d'assicurazione": biglietto ceduto dalla S. al suo amante Ferdinando Ferri (altri vogliono Vincenzo Cuoco), che si affrettò a denunciare i congiurati e a farli arrestare. La S. divenne, per tal modo, contro ogni sua aspettativa, "madre della patria", attirandosi, peraltro, specie dopo l'inutile esecuzione dei Baccher (13 giugno), il rancore personale del lontano Ferdinando IV. Caduta la città in potere della reazione, fu gettata in carcere, sottoposta a processo, condannata a morte a maggioranza (13 settembre), e, respinto un ricorso di nullità presentato in suo favore, condotta "in cappella" (15 settembre). Dubbî sull'interpretazione d'un real dispaccio fecero rimandare l'esecuzione, e, dopo che un nuovo dispaccio (20 settembre), la fece riportare in "cappella" (28 settembre), una falsa dichiarazione di gravidanza, pietosamente convalidata dai medici, riuscì a salvarle nuovamente la vita. Sennonché Vincenzo Baccher ottenne dal re ch'ella fosse condotta a Palermo e sottoposta a nuova visita medica, che svelò l'inganno (luglio 1800), onde, malgrado l'intercessione della stessa nuora del re, venne ricondotta a Napoli (1° settembre) e giustiziata l'11 settembre.
B. Croce, in La rivoluzione napoletana del 1799, Bari 1926, pagine 115-189.