GONZÁLEZ-BRAVO, Luis
Uomo di stato spagnolo, nato a Cadice nel 1811, morto a Biarritz il 1° settembre 1871. Compiti gli studi di legge a Madrid e ad Alcalá de Henares, entrò assai per tempo nella vita politica, collaborando, fin dal 1839, in El Guirigay, periodico assai battagliero e violento assalitore del partito moderato. L'anno dopo il G. partecipò al pronunciamento contro la regina Cristina, ed eletto deputato alle Cortes nel 1841, combatté la reggenza dell'Espartero, anzi fu uno dei maggiori responsabili della sua caduta dal potere (1843). Da allora in poi, s'accostò al partito conservatore, e prima difese, poi avversò il gabinetto presieduto da J. de Olózaga, del quale assunse la successione, proponendo poi alle Cortes di metterlo in stato d'accusa. E poiché quell'assemblea non gli era favorevole, egli ne prorogò la sessione, creando una specie di governo dittatoriale, al qual fine proclamò in alcune provincie lo stato d'assedio, e ordinò il disarmo della milizia nazionale. Durò tuttavia pochi mesi al potere, poiché nell'aprile del 1844 dovette dimettersi; e allora accettò di andar ministro a Lisbona dove rimase fino al 1847. Tornato a Madrid, si tenne appartato, almeno apparentemente, dalla vita politica, e nel 1856 riprese il suo posto diplomatico di Lisbona. Nel 1865 il Narváez gli affidò il portafoglio della Gobernación, e dopo la morte del Narváez (24 aprile 1868), gli succedette nella presidenza del consiglio. Alla caduta del regno d'Isabella II, instaurata la repubblica, dovette andare in esilio in Francia.