BUÑUEL, Luis
Regista spagnolo, nato a Calanda, in Aragona, il 22 febbraio 1900. Esordì a Parigi, nel 1923, con J. Epstein; nel 1928 e nel 1930 fu autore di due film d'avanguardia, scritti in collaborazione con Salvador Dalí, Un chien andalou e L'âge d'or, deplorati dagli uni per la loro violenza mistificatoria e blasfema, ammirati da altri per l'impeto anarchico e le aggressioni visive che li facevano partecipi intimamente delle conquiste recenti del surrealismo. D'ispirazione più concreta, due anni dopo, Tierra sin pan (Terra senza pane) meglio noto come Terre sans pain, un documentario di lungometraggio in cui le ribellioni di B. tentano con successo la via realistica di una polemica dal vero sulla miseria di un villaggio spagnolo. Più tardi, dopo una pausa creativa che lo conduce a occuparsi soprattutto di produzione e di tecniche negli Stati Uniti e in Spagna, B. realizza in Messico, a partire dal 1947, film di tipo genericamente commerciale, in mezzo ai quali però si distingue Los olvidados (Adolescenza torbida, 1950), teso nuovamente a considerare con rabbia la povertà e il dolore, e più in là Nazarin (1958). Con questo film ha inizio quella che non a torto è stata definita la sua "seconda età d'arte", con una serie di film, in Spagna e in Francia, che ne fanno uno degli autori di maggior prestigio del cinema mondiale: Viridiana, soprattutto, che vincendo il primo premio al Festival di Cannes, nel 1961, riporta B. alla ribalta internazionale, imponendo, nonostante i dissensi ideologici subito suscitati, l'aspro e meditato rigore delle sue provocazioni; El Angel Exterminador (L'Angelo sterminatore, 1962), in equilibrio tra surrealismo e socialità; Simón del desierto (1965), un medio metraggio tutto graffi e dissacrante ironia; Belle de jour (Bella di giorno, 1965), una lucida e maliziosa divagazione sul ceto borghese. Dopo un nuovo scontro in cifre simboliche con gli odiati-amati temi religiosi (La voie lactée, La via lattea, 1968), seguono tre nuove "meditazioni" sulla borghesia: Tristana (1970), in una sommessa e quasi tenera chiave psicologica, Le charme discret de la bourgeoisie (Il fascino discreto della borghesia, 1972) in chiave di sferzante parodia, e Le fantôme de la liberté (Il fantasma della libertà, 1974) che vede il mondo ideologico e stilistico di B. sublimarsi in una surrealistica beffa drammatica.
Bibl.: A. Kyrou, Le surréalisme au cinéma, Parigi 1953; H. Agel, Luis Buñuel, ivi 1959; A. Kyrou, Luis Buñuel, ivi 1962 (nuova ed. 1970); A. Gálvez, Luis Bunuel (libro fotografico), ivi 1970; G. Cremonini, Buñuel, Roma 1973; C. Bragaglia, La realtà dell'immagine in Luis Buñuel, Bologna 1975, con bibl. fino al 1974; F. Buache, Buñuel, Losanna 1975, con filmogr. completa.