Zampa, Luigi
Regista e sceneggiatore cinematografico, nato a Roma il 2 gennaio 1905 e morto ivi il 10 agosto 1991. Alternando film drammatici e commedie, praticando il Neorealismo ma anche la comicità, Z. si affermò come uno dei migliori rappresentanti del 'cinema medio' italiano. Nelle sue opere il divertimento è intrinsecamente legato alla notazione di costume e nasce dall'osservazione dei comportamenti dell'italiano medio di fronte ai mutamenti della società; provocazioni e arguzie nei dialoghi sono però sempre controbilanciate da una regia classica, da manuale, e questo aspetto ha di fatto attenuato l'apprezzamento da parte della critica dell'importanza del suo lavoro. Tra i riconoscimenti che gli vennero tributati: tre Nastri d'argento, nel 1946-47 (insieme a Suso Cecchi d'Amico e Piero Tellini) per il soggetto di Vivere in pace (1947), nel 1952-53 per Processo alla città (1952), nel 1953-54 (insieme a Vitaliano Brancati, Sergio Amidei e Vincenzo Talarico) per la sceneggiatura di Anni facili (1953); una Vela d'argento al Festival di Locarno per Anni ruggenti (1962). Di molti suoi film fu anche soggettista e sceneggiatore, generalmente in collaborazione con altri.
Mentre era ancora studente alla facoltà di Ingegneria scrisse alcune commedie, rappresentate tra il 1930 e il 1932, e nel 1933 diresse il cortometraggio documentario Risveglio di una città. Abbandonata l'Università, iniziò a frequentare la scuola di recitazione dell'Accademia di Santa Cecilia e il Centro sperimentale di cinematografia, dove si diplomò in regia.
Nel 1939-40, a partire da Mille lire al mese (1939) di Max Neufeld, lavorò come soggettista e sceneggiatore in una decina di film. L'esordio nella regia avvenne con L'attore scomparso (1941), ma la sua prima opera importante fu Vivere in pace, che raccontava un tragico fatto di guerra con toni da commedia. Il successivo L'onorevole Angelina (1947) fu accusato di qualunquismo dalla critica militante, così come tre suoi film di successo (sceneggiati da Brancati) che tratteggiano italiani capaci di ogni compromesso e di ogni furbizia pur di non inimicarsi il potere: Anni difficili (1948), dal racconto Il vecchio con gli stivali di Brancati, Anni facili e L'arte d'arrangiarsi (1954). Lodati furono invece Processo alla città, considerato da molti la sua prova più matura, e Anni ruggenti, ispirato alla commedia Revizor (L'ispettore) di N.V. Gogol′. L'arte d'arrangiarsi segnò l'inizio di una lunga collaborazione tra Z. e Alberto Sordi, che avrebbe riguardato altri sei film, tra cui tre grandi successi ricchi di comicità graffiante ma anche di satira di costume: Il vigile (1960), Il medico della mutua (1968), dal romanzo di G. D'Agata, e Contestazione generale (1970). Numerosi gli attori di successo da lui diretti in commedie come Frenesia dell'estate (1964), Le dolci signore (1967) e Letti selvaggi (1979), il suo ultimo film.Scrisse due romanzi, Il successo (1957), ambientato nel mondo del cinema, e Sazio di giorni (1962).
D. Meccoli, Luigi Zampa, Roma 1957.