BERTARELLI, Luigi Vittorio
Apostolo del turismo italiano e della conoscenza dell'Italia, nato in Milano il 21 giugno 1859.
Dotato di aperto ingegno, con la speciale caratteristica di una completa visione di quello che il suo sguardo abbracciava e di una eccezionale facoltà di ritenerlo e di ricostruirlo, avendo ricevuto da pochi anni di scuola una modesta cultura e avendola allargata autodidatticamente con la lettura, l'osservazione, la tenacissima volontà, superò le difficoltà economiche della vita (era figlio di un modesto fabbricatore di candele), dando origine coi fratelli ad un'industria, quella degli arredi sacri, che prosperò e prospera tuttora. Ma egli seppe trovare insieme il tempo per appagare la sua grande passione di viaggiare, di percorrere grandi itinerarî dentro e fuori d'Europa, soprattutto in Italia, che visitò nelle parti più note e meno note, battendone le vie maestre, le più anguste, i sentieri, arrampicandosi sulle impervie balze, costeggiandone i lidi, scrutandone le profondità. Mezzo preferito per queste peregrinazioni, la bicicletta, non ancor giunta alla successiva scorrevolezza, ma per lui agilissimo e resistentissimo strumento di perfetta adattabilità.
L'esperienza così raccolta trovò un magnifico campo per affermarsi in quell'istituzione che egli concorse a fondare e che per merito suo divenne ben presto fiorentissima, fino a superare tutte le altre congeneri, non pur d'Italia, ma d'Europa: il Touring Club Italiano.
Questo cercò non solo di facilitare la disponibilità di ciò che il turismo ciclistico e poi l'automobilismo e il turismo in genere richiedevano in fatto di agevolazioni materiali, ma iniziò una serie di pubblicazioni che, dalla semplice indicazione itineraria, raggiunsero ben presto i caratteri proprî della pubblicazione geografica e diventarono di questa disciplina, la geografia, il più valido strumento di divulgazione. Dai primi profili altimetrici, si passò alla grande opera della Carta d'Italia al 250.000, in 59 fogli, la cui redazione non sarebbe stata possibile senza la fittissima rete di collaboratori locali di cui il Touring poteva disporre; e agli atlanti stradali e automobilistici, e infine a quel grande atlante internazionale, che fa parte integrante di questa Enciclopedia ed è il massimo saggio cartografico attualmente esistente. Così, dalle modeste e sommarie guide regionali, si salì alla pubblicazione di quella Guida d'Italia in 17 volumi, che è la più completa descrizione del nostro paese, de' suoi possedimenti, delle sue colonie. Il B. trovò innumerevoli collaboratori, e fra i geografi son da ricordare Cesare Battisti e Olinto Marinelli; ma in ogni lavoro l'impronta principale è la sua. La distribuzione gratuita ai soci di così pregevoli pubblicazioni e soprattutto lo spirito patriottico da cui tutta l'opera era pervasa, tanto che può non sconvenirle il vanto di antesignana e preparatrice dei tempi nostri, attirarono al sodalizio una grandissima massa di consensi fra gl'Italiani e non soltanto del regno: così che alla morte del B. il Touring contava circa 380.000 soci, fra cui 100.000 vitalizî.
Il B. fu anche scrittore efficacissimo di tutto quanto aveva attinenza col turismo e collaboratore assiduo di quella Rivista mensile del Touring Club Italiano che generò Le Vie d'Italia e Le Vie d'Italia e dell'America Latina, periodici illustrati di cui l'ultimo particolarmente dedicato ai milioni di Italiani residenti nell'America del Sud. Alcuni dei suoi scritti, i principali, furono raccolti o riassunti in un volume, edito nel 1927, intitolato: L'Italia e il Touring negli scritti di L. V. Bertarelli. L'ultimo lavoro a cui attese, in collaborazione con Eugenio Boegan, della Società Alpina delle Giulie, è Duemila Grotte (Milano, 1927), catasto delle Grotte del Carso, che riassume i dati di quarant'anni di esplorazioni in quella insuperabile zona speleologica, di cui egli aveva propugnato instancabilmente e fruttuosamente la messa in valore, dopo che la guerra vittoriosa ce ne aveva dato il possesso.
Per poter dedicare tutta la sua attività al Touring, rinunciò, dopo un primo periodo di partecipazione, ad ogni attività nella vita pubblica, nella quale avrebbe potuto prendere larga parte, data la sua grande notorietà e autorità.
Morendo in pieno fervore di attività (19 gennaio 1926), il B. portava con sé l'alta compiacenza di aver dato vita, anima e pensiero ad un'istituzione che è poderoso strumento di cultura, intesa a far conoscere ed amare l'Italia.