VANNICELLI CASONI, Luigi
VANNICELLI CASONI, Luigi. – Nacque ad Amelia il 16 aprile 1801, primogenito del conte Giovanni Vannicelli e della contessa Maria Venturelli Casoni.
Dalla nonna materna, Violante Casoni, ereditò il patrimonio e il cognome della famiglia Casoni di Sarzana, che aveva dato alla Chiesa due cardinali, Lorenzo e Filippo Casoni.
Intrapresi gli studi ecclesiastici nel seminario di Terni, li continuò poi a Roma presso i sacerdoti della Missione, studiando teologia, diritto civile e diritto canonico. Dopo aver partecipato al conclave del 1823 al seguito del cardinale Francesco Serlupi, fu nominato canonico della basilica di S. Pietro e ordinato sacerdote il 18 dicembre 1824. Quello stesso anno intraprese la carriera curiale, divenendo successivamente: prelato domestico (5 ottobre 1824), referendario della Segnatura di grazia e di giustizia (2 dicembre 1824), ponente del Buon governo (28 dicembre 1824), protonotario apostolico non partecipante (1825), primo assessore del tribunale del governatore di Roma (15 dicembre 1828), prelato aggiunto della congregazione del Concilio (15 gennaio 1829), votante della Segnatura di giustizia (maggio-giugno 1829), abbreviatore del Parco maggiore (23 dicembre 1829).
La sua carriera decollò, grazie alla protezione del cardinale Luigi Lambruschini, sotto il pontificato di Gregorio XVI, che lo nominò consultore della congregazione dei Vescovi e regolari (3 gennaio 1835) e lo inserì nell’apparato amministrativo dello Stato, affidandogli l’incarico di vicecommissario straordinario per le quattro legazioni emiliano-romagnole (2 settembre 1835), poi di prolegato di Bologna (aprile 1836) e di Ravenna (11 luglio 1836). Rientrato nella capitale, fu promosso protonotario apostolico partecipante (8 febbraio 1838) e nominato progovernatore (12 febbraio 1838), poi governatore (13 settembre 1838) di Roma, con gli annessi incarichi di direttore generale della polizia e vicecamerlengo della Camera apostolica. Esercitò queste mansioni per tre anni e mezzo, varando in particolare nel giugno del 1841 un puntiglioso Regolamento sul controllo dei passaporti e degli accessi nello Stato. L’8 ottobre 1840 fu nominato inoltre cavaliere di devozione dell’Ordine gerosolomitano.
Riservato cardinale in petto nel concistoro del 23 dicembre 1839, Vannicelli Casoni fu pubblicato cardinale il 24 gennaio 1842 e tre giorni dopo gli fu assegnato il titolo di S. Callisto, che egli mutò il 4 ottobre 1847 con quello di S. Prassede. Gregorio XVI lo assegnò nel 1842 alle congregazioni dei Vescovi e regolari, del Concilio, della Fabbrica di S. Pietro e del Buon governo, e nel 1846 a quella dell’Immunità; Pio IX lo aggregò in seguito anche a quelle delle Indulgenze (1847), dell’Indice (1848), della Visita apostolica (1850), della Propaganda (1855) e della Disciplina regolare. Fu inoltre nominato segretario dei memoriali (20 dicembre 1867) e prodatario (8 novembre 1870).
Il 13 settembre 1842 fu inviato a Forlì come legato e il 30 aprile 1844 passò a dirigere la legazione di Bologna, dove rimase fino al dicembre del 1846. Qui si trovò a fronteggiare una situazione di grave disordine pubblico e criminalità diffusa, complicata dai fermenti liberali e rivoluzionari che pervadevano da tempo le legazioni. Vannicelli Casoni affrontò il problema con energia, riformando la polizia locale, inasprendo le pene e dotandosi di statistiche criminali sempre più dettagliate, ma gli scarsi mezzi a sua disposizione tolsero efficacia alla sua azione, che fu tacciata a torto di mollezza (Hughes, 1994, pp. 153-155). Come legato dovette applicare i primi cauti provvedimenti di riforma emanati da Pio IX dopo la sua ascesa al soglio pontificio, ma senza mostrare troppo entusiasmo (Farini, 1853, I, pp. 160 s.). Ostile a qualsiasi cedimento liberale («devoto al sistema gregoriano», come dicevano i suoi detrattori; Gualterio, 1861, V, p. 54), Vannicelli Casoni era ben poco adatto a interpretare il nuovo corso di Pio IX e nel dicembre del 1846 fu sostituito dal cardinale Luigi Amat, anche a causa della crescente avversione delle élites liberali cittadine (Bottrigari, 1960, I, pp. 85 s., 123-125, 129 s.). Gli fu subito affidata la presidenza della congregazione del Censo, che egli tenne fino al 1850. Al suo nome si legò, in particolare, la pubblicazione del Compendio delle diverse misure agrarie locali dello Stato pontificio colla misura adottata nel nuovo censimento (1850), per favorire l’uniforme adozione del sistema metrico.
Esponente dell’ala più reazionaria del Sacro Collegio, ai primi di maggio del 1848 fu tra i cardinali sottoposti ad arresto domiciliare da parte della guardia civica romana, durante la crisi che fece seguito all’allocuzione pontificia del 29 aprile, e nel novembre del 1848 seguì Pio IX nell’esilio di Gaeta. Dopo la caduta della Repubblica Romana, il 28 luglio fu scelto per comporre, assieme ai cardinali Gabriele Della Genga e Ludovico Altieri, la Commissione governativa di Stato, alla quale Pio IX affidò il compito di restaurare il potere pontificio a Roma e nello Stato; in questa veste, si occupò specialmente di dirigere le operazioni di polizia, perseguendo con durezza quanti si erano compromessi sotto il regime repubblicano, ma anche prima, negli anni dell’entusiasmo per le riforme di Pio IX. Difensore dei tradizionali equilibri curiali e delle prerogative delle congregazioni romane, Vannicelli Casoni non gradì però eccessivamente il regime di eccezionalità con cui fu gestita la restaurazione (Farini, 1853, IV, p. 283), né lo strapotere del prosegretario di Stato, il cardinale Giacomo Antonelli. Forse anche a causa di questa rivalità latente (Teste, 1877, p. 111; Leti, 1911, I, p. 316), il 20 maggio 1850 Pio IX lo nominò arcivescovo di Ferrara, con una promozione, benché prestigiosa, che sapeva di rimozione e che il cardinale accettò con riluttanza.
Consacrato nella cappella Sistina il 26 maggio, Vannicelli Casoni fece il suo ingresso solenne a Ferrara il 12 luglio seguente, prendendo possesso di una diocesi che avrebbe guidato per i successivi ventisette anni. Accolto con una certa freddezza per via dei suoi trascorsi (Weber, 1978, II, p. 568), seppe conquistarsi la stima del clero e dei fedeli grazie alla sua intensa attività pastorale e allo zelo di cui diede prova in occasione dell’epidemia di colera del 1855 e delle due inondazioni del 1872. Inaugurò il suo episcopato con una visita pastorale (1850-52), cui ne seguirono altre due (1854-63 e 1864-72), indisse varie missioni popolari, incoraggiò la creazione di confraternite e opere pie, aprì scuole gratuite per le fanciulle povere e scuole notturne per i ragazzi del popolo e i lavoratori analfabeti. Grande attenzione dedicò anche alla formazione del clero: fece tenere lezioni e istruzioni di morale per seminaristi e sacerdoti, riorganizzò il corso degli studi, soprattutto filosofici, del seminario e rifondò nel 1872 la facoltà di teologia di Ferrara, al cui insegnamento volle imprimere una forte impronta neotomista. Fin dalla sua prima lettera pastorale, non smise di mettere in guardia i fedeli contro le ‘eresie’ del tempo (il naturalismo filosofico, il razionalismo, il liberalismo politico, la secolarizzazione), mostrandosi in piena sintonia con la linea d’intransigente chiusura alla cultura moderna perseguita da Pio IX.
Di fronte agli avvenimenti politici del 1859-60 e alle successive espropriazioni ecclesiastiche, Vannicelli Casoni mantenne un atteggiamento fermo, ma riservato, difendendo sempre i diritti della Chiesa, ma evitando di rompere le relazioni con le autorità governative. Per controbattere alla stampa anticlericale promosse la creazione di vari periodici cattolici diocesani, come Il Saggiatore di materie religiose, morali e sociali (1864), Il Popolo (1873) e Il Buon giovinetto (1876).
Interpellato nell’aprile del 1865 in merito all’opportunità di convocare un nuovo concilio ecumenico, rispose favorevolmente, indicando come priorità il ripristino della concordia tra Stato e Chiesa, intesa come subordinazione dell’uno alla direzione dell’altra (Mansi, 1923, coll. 134 s.). Partecipò con assiduità a tutte le sessioni del Concilio Vaticano I, ma senza prendere mai la parola né avanzare proposte. Svolse comunque una certa azione di coordinamento sui vescovi delle ex legazioni emiliano-romagnole, che si riunivano nel suo palazzo. Pur schierandosi con il partito infallibilista, si mosse con estrema moderazione, il che gli valse qualche rabbuffo da parte di Pio IX (Il Concilio Vaticano I. Diario di Vincenzo Tizzani (1869-1870), 1991, p. 74 nota).
Cardinale conservatore, amico dell’Austria, negli anni ferraresi Vannicelli Casoni si guadagnò comunque fama di moderato e di diplomatico, tanto che sul finire del pontificato di Pio IX fu indicato come un possibile candidato di compromesso al futuro conclave (Weber, 1978, II, pp. 725, 739).
Premorì a Pio IX, il 21 aprile 1877, mentre si trovava a Roma, dopo breve malattia. Fu tumulato nel cimitero del Verano, ma due anni dopo la salma venne traslata nella chiesa di S. Maria dei Pini, a Lugnano in Teverina.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio apostolico Vaticano, Segr. di Stato. Spogli di cardinali e officiali di Curia, Spoglio V. C. (nove buste). Documentazione sulla sua attività amministrativa è conservata in vari fondi dell’Archivio apostolico Vaticano (Segr. di Stato. Legazione di Bologna) e degli Archivi di Stato di Roma (Direzione generale di polizia; Presidenza generale del censo) e di Bologna (Commissariato straordinario per le quattro legazioni; Legazione apostolica). Nell’Archivio storico diocesano di Ferrara-Comacchio, oltre alle serie Atti vescovili e Visite pastorali (voll. 109-116), si segnala un corposo Fondo V. C. (ottantacinque buste), inventariato di recente, che raccoglie le carte della segreteria del cardinale.
G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, X, Venezia 1841, pp. 144-146, LXIX, 1854, pp. 49 s.; L.C. Farini, Lo Stato romano dall’anno 1815 al 1850, I, Firenze 1853, pp. 81, 152, 161, 174, IV, pp. 246, 261, 282 s.; L.A. Gualterio, Gli ultimi rivolgimenti italiani. Memorie storiche con documenti inediti, V, Napoli 1861, passim; L. Teste, Préface au conclave, Paris 1877, pp. 108-112; L. Borelli, Il cardinale L. V. C. arcivescovo di Ferrara. Memorie storiche, Ferrara 1881; B. Capogrossi Guarna, Il cardinale L. V.-C., in Rivista del Collegio araldico, II (1904), pp. 728-740; G. Leti, Roma e lo Stato pontificio dal 1849 al 1870, I, Ascoli Piceno 1911, ad ind.; G.D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio..., XLIX, Arnhem-Leipzig 1923, coll. 133-136, passim; V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, VI, Milano 1932, pp. 809-811; E. Bottrigari, Cronaca di Bologna, I, Bologna 1960, ad ind.; B. Bellone, I vescovi dello Stato pontificio al Concilio Vaticano I, Roma 1966, pp. 176-178; C. Lodolini Tupputi, La Commissione governativa di Stato nella restaurazione pontificia (17 luglio 1849-12 aprile 1850), Milano 1970; L. Meluzzi, Gli arcivescovi di Ferrara, Bologna 1970, pp. 99-109; A. Baruffaldi, L’arcivescovo card. L. V. C. e il clero di Ferrara dopo l’unità d’Italia (1859-1877), in Atti e memorie della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, s. 3, 13 (1973), pp. 255-290; G. Martina, Pio IX (1846-1850), Roma 1974, pp. 374, 380 e nota; G. Cenacchi, Tomismo e neotomismo a Ferrara, Città del Vaticano 1975, pp. 133-141; Ch. Weber, Kardinäle und Prälaten in den letzten Jahrzehnten des Kirchenstaates, II, Stuttgart 1978, pp. 526 s., 537, 568, 600, 617, 619, 631 s., 673, 685, 725, 739, 782 s.; Lettere pastorali dei vescovi dell’Emilia-Romagna, a cura di D. Menozzi - A. Valenti - G. Codice, Genova 1986, pp. 135-138; Il Concilio Vaticano I. Diario di Vincenzo Tizzani (1869-1870), a cura di L. Pasztor, I, Stuttgart 1991, p. 74 nota; S.C. Hughes, Crime, disorder, and the Risorgimento. The politics of policing in Bologna, Cambridge 1994, pp. 153-167; A. Baruffaldi, L. V. C.: voce autorevole dell’«intransigentismo» cattolico ed antesignano di moderne forme di apostolato sociale (1850-1877), in La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, II, Ferrara 1997, pp. 309-352; Ph. Boutry, Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la Curie romaine à l’âge de la restauration (1814-1846), Rome 2002, pp. 480 s., passim; Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation, 1814-1917, a cura di von H. Wolf, II, Paderborn 2005, pp. 1517-1519; J. LeBlanc, Dictionnaire biographique des cardinaux du XIXe siècle, Montréal 2007, pp. 937-939.