UGOLINI, Luigi
– Nacque il 3 marzo 1777 a Monte Colombo, non lontano da Rimini. La famiglia apparteneva al patriziato riminese.
Assai scarse sono le notizie sulla sua giovinezza e formazione. Fu ordinato sacerdote il 21 marzo 1801, all’età di ventiquattro anni. Tra il 1807 e il 1808 fu a Roma per ragioni di studio e strinse amicizia con alcuni ex gesuiti (Giudizio dell’episcopato italiano sulla causa dei gesuiti, Milano 1850, p. 36).
Il 23 agosto 1819 fu nominato da Pio VII arcivescovo in partibus di Amorio e vicario apostolico per la diocesi di Ripatransone, nelle Marche. Qui si impegnò particolarmente per il rilancio del locale seminario diocesano, che fece spostare in un ex convento di clarisse secolarizzato nel 1810. Tra i suoi uomini di fiducia a Ripatransone vi era Domenico Mercantini, padre del futuro poeta cui proprio Ugolini impose il nome di battesimo di Luigi. Mercantini avrebbe più tardi seguito Ugolini a Fossombrone.
Il 24 maggio 1824 Leone XII lo nominò vescovo della diocesi di Fossombrone, cui si annunciò poco più tardi con una lettera pastorale inviata da Roma (Epistola pastoralis ad clerum et populum ecclesiae Forosemproniensis, Romae 1824). Negli oltre venticinque anni che trascorse alla guida della diocesi si fece promotore del restauro e della decorazione del palazzo vescovile e dell’acquisto, già nel 1824, del palazzo Passionei, di cui fece la sede del seminario diocesano. Favorì anche la creazione di un conservatorio per gli orfani e si interessò personalmente alla gestione dell’ospedale cittadino. A imitazione dell’arcivescovo di Napoli, Filippo Giudice Caracciolo, con lettera pastorale del 20 dicembre 1840 istituì un’accademia ecclesiastica esplicitamente finalizzata a preparare il clero diocesano nell’ingaggiare battaglia contro il pensiero moderno. Per la direzione degli esercizi spirituali del clero diocesano fece a più riprese ricorso alla collaborazione di alcuni gesuiti, che probabilmente contribuirono alla definizione dei suoi orientamenti dottrinali e politici (Giudizio dell’episcopato, cit., p. 36).
Negli anni Trenta dell’Ottocento Ugolini avviò un’intensa attività pubblicistica volta a contrastare la diffusione delle dottrine liberali e rivoluzionarie. Nel 1833 apparve per i tipi di Annesio Nobili a Pesaro una sua Lettera pastorale contro il preteso diritto pubblico filosofico ovvero sistema rivoluzionario moderno, in cui Ugolini attaccava la concezione rousseauiana dello stato di natura e l’origine contrattualistica della società civile, così come l’idea che il popolo potesse essere considerato la sorgente del potere politico. Alle teorie dei filosofi moderni Ugolini rispondeva sostenendo la naturale socialità degli uomini e l’origine divina della sovranità, proclamando infine la totale incompatibilità delle «teorie rivoluzionarie» e del «liberalismo» con il Vangelo (p. 29). Le stesse posizioni furono ribadite l’anno successivo in alcuni ragionamenti apparsi su La Voce della ragione, diretta al tempo da Monaldo Leopardi. In Assurdità e ripugnanza della pretesa sovranità del popolo (31 maggio 1834, pp. 197-216), Ugolini proseguiva la sua polemica antilluministica e condannava con decisione il sistema rappresentativo. In Vita dell’uomo-Dio considerata come un fatto (31 dicembre 1834, pp. 349-367; ripubblicato come opuscolo a sé stante nel 1835 a Parma per i tipi di Fiaccadori), difendeva la storicità della figura di Gesù con abbondante ricorso alle fonti antiche, senza mancare di sottolineare che persino alcuni «nemici» del cristianesimo come Pierre Bayle e Jean-Jacques Rousseau erano stati costretti a riconoscere l’esistenza storica di Gesù (p. 366). La Vita dell’uomo-Dio, assieme ad altri dieci scritti apologetici, perlopiù di argomento morale, apparsi su La Voce della ragione e su Il Cattolico di Lugano, fu riedita in volume nel 1837 (Collezione de’ ragionamenti sacri apologetici di monsignor Luigi Ugolini, Fossombrone).
È però al 1836 che si data il principale lavoro apologetico di Ugolini, il Catechismo contro-rivoluzionario politico intorno alla origine, natura, e scopo della società, e degli stati a preservamento della gioventù, stampato a Fossombrone da Rossi e Lana.
Programmaticamente inteso come testo di istruzione per i giovani, i più esposti, secondo Ugolini, al contagio delle idee moderne, il Catechismo si presentava come un volgarizzamento della Restauration der Staats-Wissenschaft dello svizzero Karl Ludwig von Haller, pubblicata per la prima volta in traduzione italiana a Foligno da Tomassini tra il 1827 e il 1830 come Ristaurazione della scienza politica. L’opera di Haller, spiegava Ugolini, rappresentava il più riuscito fra i tentativi di confutare le «dottrine rivoluzionarie» sullo stato di natura, l’origine delle potestà politiche, la libertà e l’uguaglianza (Catechismo contro-rivoluzionario, cit., p. IX), e di riaffermare la diretta provenienza di ogni autorità da Dio. Tuttavia, per la sua mole e complessità, la Ristaurazione risultava inaccessibile «alla penetrazione comune, più poi a quella de’ giovani» (p. XI), con il che Ugolini giustificava la decisione di prepararne un’edizione più adatta a un pubblico popolare. Un altro compendio dell’opera di Haller, ancora per la penna di Ugolini, uscì l’anno successivo in due volumi con il titolo di Institutiones juris socialis naturae ad usum scholarum adversus pseudo-juspublicum philosophicum juxta theoriam status naturalis socialis a celeberrimo viro Carolo Ludovico De-Haller oppositam hypothesistatus civilis factitii (Forosempronii 1837). Si trattava, questa volta, di un adattamento in latino a uso degli studenti.
L’opera di divulgazione degli scritti di Haller proseguì con il Ristretto della teoria dello stato naturale sociale opposta alla supposizione di uno stato civile fattizio (Fossombrone 1839), che Ugolini presentava come un testo di introduzione e supporto allo studio delle sue Institutiones, e in cui, oltre a censurare con decisione ancora una volta le aborrite dottrine rivoluzionarie, rimarcava anche gli errori dei teologi cattolici, dai gallicani agli «ortodossi» come Nicola Spedalieri, che avevano accettato le teorie contrattualistiche (p. 184). Il Ristretto fu seguito dalla Breve esposizione di alcune qualità proprie della Chiesa cattolica secondo la teoria universale filosofica delle società spirituali o degli stati ecclesiastici (Fossombrone 1840), in cui Ugolini esponeva le teorie di Haller sull’origine e la natura della Chiesa, che dimostrava avere fondamento divino, e dunque non umano e contrattualistico.
L’opera difendeva al tempo stesso il primato papale contro l’autonomia delle Chiese nazionali e il potere temporale di Roma, e anzi proponeva la Chiesa quale modello per le società temporali. A proposito dei rapporti con gli Stati, Ugolini sosteneva la necessità della concordia tra Stato e Chiesa, che si trovavano in una situazione di reciproca dipendenza, e si opponeva alla libertà religiosa, caldeggiando al massimo, laddove fosse assolutamente necessario, l’applicazione molto limitata di una politica di tolleranza. L’ultimo degli scritti politici di Ugolini, l’Esame sulle varie opinioni degli scrittori profani e sacri intorno alla questione se, e come venga da Dio la sovranità temporale, apparve a Fano nel 1843; una prima versione più breve era stata pubblicata senza note tipografiche e con il titolo di Questione se, ed in quale modo da Dio venga la sovranità temporale. Si trattava ancora una volta di un testo fortemente influenzato dagli scritti di Haller e dedicato alla confutazione delle teorie contrattualistiche.
Non molto è noto dei suoi ultimi anni, che trascorse guardando con preoccupazione al diffondersi di posizioni liberali anche all’interno della Chiesa. Ormai prossimo alla morte, ebbe occasione di prendere parte, tra il febbraio e il marzo del 1850, al primo sinodo dei vescovi delle Marche, tenutosi a Loreto.
Morì a Fossombrone il 16 novembre 1850. Dopo la sua morte, il suo Catechismo contro-rivoluzionario fu ripubblicato in Antidoto alle massime empie e sovversive (VI, Napoli 1855).
Opere. Oltre a quelle citate sopra, si ricordano: Esame e critica dell’opinione adottata dagli scrittori per l’elezione del principe temporale in conseguenza dell’ipotesi da loro ammessa del passaggio dei capi di famiglia da un primitivo stato estra-sociale allo stato di società civile fattizia, Fossombrone 1841; Omelia recitata da monsignor Luigi Ugolini vescovo di Fossombrone il dì solenne dell’Epifania 1847, Fossombrone 1847; Omelia recitata in cattedrale da Monsig. Luigi Ugolini vescovo di Fossombrone il dì dell’Epifania dell’anno 1850 contro il protestantismo, Fossombrone 1850.
Fonti e Bibl.: La scienza e la fede. Raccolta religiosa scientifica letteraria ed artistica, I, Napoli 1841, p. 138; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XXVI, Venezia 1844, pp. 24, 39 s., LVIII, 1852, p. 43; R. Paci, L’avventura spirituale di un arcivescovo in età napoleonica: monsignor Berioli di Urbino, in Quaderni storici delle Marche, II (1967), p. 336. Alcune notizie su suoi manoscritti in M.I. Venzo, Congregazione degli studi. La riforma dell’istruzione nello Stato pontificio (1816-1870), Roma 2009, ad indicem.