Settembrini, Luigi
Letterato e patriota napoletano (1813-1877). Le pagine da lui dedicate a D. nelle Lezioni di letteratura italiana (edite in 3 volumi dal 1866 al 1872) rispecchiano la sua interpretazione delle opere (specialmente della Commedia) e della personalità poetica di D. nel quadro della sua personale visione dello svolgimento della civiltà letteraria italiana e alla luce del suo proposito (nel quale confluivano l'eredità del Vico e la lezione del Gioberti) di ripercorrere attraverso i secoli il cammino delle nostre lettere al fine di stimolare i contemporanei ad acquistare coscienza del loro passato e a farsi attori consapevoli e responsabili del proprio destino.
Al S., il poeta appariva il simbolo della nostra civiltà, l'esemplare assertore di quel ‛ nuovo ' cristianesimo di cui l'Italia, a suo avviso, si sarebbe dovuta fare la grande guida in Europa per una profonda restaurazione della coscienza morale.
Pur riflettendo motivi, miti e problemi della critica italiana dell'Ottocento, e malgrado approssimazioni e confusioni, il S. riproponeva o riaffermava originalmente, fedele alle proprie convinzioni politiche e letterarie, fondamentali temi e giudizi talvolta assai acuti e calzanti. Particolarmente importante è la disposizione del S. a salvare l'unità del poema e a suggerirne una lettura unitaria (" La Divina Commedia che rappresenta il mondo ideale ha un organismo perfetto e una compiuta unità "); né meno importante è il riconoscimento del valore qualificante dell'allegoria, come cifra della civiltà medievale e della poesia dantesca. Anche rilevante è, nel breve discorso sulle opere minori, l'identificazione del De vulg. Eloq. (" un trattato di rettorica, un trattato intorno all'eloquenza "), contro la tendenza a considerarlo un trattato di lingua.
Bibl. - A. Vallone, La critica dantesca dell'800, Firenze 1958, 93-96; L.S., Ricordanze della mia vita e scritti autobiografici, a c. di M. Themelly, Milano 1961; ID., Lettere dall'ergastolo, a c. di M. Themelly, ibid. 1962; ID., Lezioni di letteratura italiana, a c. di G. Innamorati, Firenze 1964; M. Santoro, S. e Dante, in " Filologia e Letteratura " I (1966) 68 ss.