SCHIAVONETTI, Luigi
Incisore, nato a Bassano il 10 febbraio 1764, morto a Brompton nel 1810. Cominciò a studiare col Colini e con l'intagliatore Lorio, ma la sua attività si svolse tutta nell'orbita bartolozziana. Era ancor bambino quando il conte Remondini, stupito di una riproduzione in rame della Sacra Famiglia del Maratta da lui condotta su una stampa bartolozziana, lo impiegò nella sua calcografia. Nel 1790 raggiunse a Londra il Bartolozzi, che lo ebbe carissimo e al quale rimase fedele. Disegnatore fortissimo, sensibile al colore e alle esigenze del tono, assimilò perfettamente lo stile del Bartolozzi, ripetendone la caratteristica tecnica "a granito" (punteggiato) e contribuendo alla diffusione di quell'ideale della forma soave e patetica in cui tutto, anche la tragedia, s'infiorava di grazie, e del quale il grande incisore fiorentino, idoleggiato dal pubblico londinese, era il felice corifeo.
Lo Sch. lavorò molto per gli editori nell'illustrazione dei libri e lasciò numerose stampe in nero e a colori, tra cui si distinguono: La battaglia di Abukir, da Loutherbourg; Il cartone di Pisa, da Michelangelo; Mater dolorosa, da Van Dyck; ritratto di Van Dyck sotto le spoglie di Paride; ritratto di Nicola Berghem, da Rembrandt; La duchessa di C. che esce dalla caverna (Lettres sur l'éducation di Madame de Genlis), da Rigaud; Elisabetta d'Inghilterra che apprende la morte di Maria Stuarda, da R. Westall; Luigi XVI al tempio, da Benazeck; La felice riunione (Luigi XVI e Maria Antonietta che ricevono in Paradiso il delfino), da D. Pellegrini. Riprese il Pellegrinaggio a Canterbury che Stothard aveva lasciato incompiuto e incise in collaborazione con suo fratello e con l'inglese Antonio Cardon le quattro stampe della disgraziata fine di Tippoo Sahib (da Singleton), una delle quali, Il corpo di Tippoo Sahib riconosciuto dalla famiglia di singolare bellezza.
A. W. Tuer, Bartolozzi, Londra s. a.; G. Ferrari, Le classiche stampe, Milano 1836.