ROSSINI, Luigi
Architetto e incisore, nato a Ravenna il 15 dicembre 1790, morto a Roma il 22 aprile 1857. Studiò a Bologna e a Roma. Aiutò dapprima il Canova a fare i disegni per la chiesa di Possagno; decorò un gabinetto in palazzo Venezia per il ministro d'Austria e la grande sala da ballo del palazzo Simonetti; disegnò un tempio rotondo nella villa del banchiere Silvestri in Ancona e compì altre opere. Intanto la sua fama come incisore aveva cominciato a farsi strada: le sue prime stampe, che riproducevano alcuni studî prospettici della basilica di S. Pietro e alcune vedute del Campo Vaccino e del Colosseo, avevano richiamato sul R. l'attenzione degli amatori. Nel 1818 usciva in Roma la sua prima opera, intitolata: Raccolta di cinquanta principali vedute di antichità tratte da scavi fatti in Roma. Incoraggiato dai buoni risultati di questa, pubblicò nel 1820-23, in due volumi di 101 tavole complessive, Le antichità romane, ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica. Seguirono a breve distanza: I monumenti più interessanti di Roma dal sec. X al XVIII (1828), Le antichità di Pompei e di Pesto (1830), Gli archi di trionfo degli antichi Romani (1836), Il viaggio pittoresco da Roma a Napoli (1839) e altre opere minori.
In tutte le sue incisioni è evidente l'imitazione da G. B. Piranesi, sino a scegliere in alcune vedute lo stesso punto di vista, la stessa prospettiva ingigantita, lo stesso spirito di elevazione delle masse che ne aumenta l'effetto pittorico, lo stesso vivace contrasto di luci e di ombre. Tuttavia nelle ultime opere si nota un cambiamento considerevole, e cioè una maggiore chiarezza di linea, una ricercata esattezza della prospettiva, una fedeltà architettonica che rendono il suo segno più rigido, e talvolta anzi compassato e freddo, quasi irriconoscibile da quello della prima maniera, tutto impeto e movimento. Ne segue che, se minore è il valore artistico, maggiore è viceversa il valore documentario delle sue opere di questa seconda maniera.
Bibl.: L. Rossini, Autobiografia, Roma 1856; G. Lugli, I monumenti romani nelle incisioni di L. R., in Capitolium, ottobre 1932.