RIDOLFI, Luigi
RIDOLFI, Luigi. – Nacque a Firenze il 27 aprile 1824, primogenito di tre figli, da Cosimo e da Luisa Guicciardini.
Il padre, uomo politico, agronomo, senatore del Regno d’Italia, fu il fondatore dell’Istituto agrario di Meleto, al quale anche la moglie collaborò tenendo corsi e organizzando spettacoli teatrali.
Luigi, marchese di Montescudaio, patrizio di Firenze, fin da piccolo fu educato al senso del dovere e alla devozione per la collettività. A dieci anni fu anche lui accolto nell’Istituto di Meleto dove si insegnavano elementi di cultura generale, i principi rudimentali delle scienze fisiche, ma anche il lavoro manuale della campagna. Continuò gli studi a Firenze, dedicandosi soprattutto alle scienze fisiche e alla matematica. Nel 1840 Cosimo Ridolfi accettò di andare a Pisa per istituire la cattedra di agricoltura con l’intento al tempo stesso di seguire i propri figli presso l’Università. Luigi, dunque, nel 1841 si iscrisse alla facoltà di scienze fisiche e matematiche a Pisa dove, nel 1841, venne «ammesso direttamente al 3° anno in conseguenza degli studi fatti nell’Istituto Agrario di Meleto» (Archivio di Stato di Pisa, Università di Pisa, II versamento, sez. D.I. 74, Ruolo degli studenti dall’anno accademico 1841-42), l’8 novembre dell’anno successivo superò «con plauso e all’unanimità» (ibid.) l’esame di licenza e l’11 luglio 1843 affrontò brillantemente l’esame di passaggio al quinto anno per arrivare alla laurea il 5 luglio 1844, con Ottaviano Fabrizio Mossotti, in scienze fisiche e matematiche.
Il padre, per perfezionare la sua istruzione, volle che viaggiasse molto; per questo nel 1840 lo portò a Torino al II Congresso degli scienziati italiani, insieme a Pietro Cuppari e ad altri otto alunni della scuola di Meleto. Visitarono parte della Lombardia, del Piemonte e la Liguria e il commento di Luigi fu: «quattordici giorni, che per la nostra istruzione valsero altrettanti mesi di scuola!» (Cosimo Ridolfi..., 1901, p. 120). Terminati gli studi, fra il 1846 e il 1847, fece un viaggio d’istruzione con il fratello Niccolò, visitando la Svizzera, la Francia, dove vide la scuola della Martinière a Lione, per passare poi in Belgio e in Inghilterra.
L’anno seguente seguì il padre Cosimo a Parigi e a Londra. Di nuovo fu nella capitale britannica in occasione del suo viaggio di nozze con Giulia, primogenita della famiglia Gentile-Farinola, che sposò il 9 giugno 1851 e con la quale ebbe tre figli: Giovanni Battista, Carlo e Giovanfrancesco (morto il 12 luglio 1899 per un’improvvisa malattia). Tornò in Francia nel 1853 e poi nel 1855, in occasione di un concorso agricolo a Dieppe.
Durante questi viaggi studiava l’agricoltura del posto, si informava e, al suo ritorno, spesso presentava relazioni e letture all’Accademia dei Georgofili, a cui fu sempre legato. Fin dal 1839 ne fu socio corrispondente, poi socio ordinario dal marzo del 1846, segretario del carteggio nel 1850 e dal 1853 segretario degli atti. Infine, il 12 marzo 1871 fu eletto presidente, carica che ricoprì per trentotto anni, fino alla sua morte. Il 24 giugno 1896 partecipò per l’ultima volta a un’adunanza dell’Accademia, poi, per motivi di salute, non presenziò più direttamente anche se continuò a interessarsi di tutte le questioni. Negli Atti dell’Accademia, pubblicò il suo primo scritto nel 1853, un rapporto sulla corrispondenza accademica, seguirono numerose relazioni, discorsi e memorie su svariati argomenti a testimonianza dei suoi molteplici interessi; ulteriori riflessioni e articoli furono pubblicati anche su altri giornali tecnici e professionali del tempo.
Ridolfi fu impegnato in molti pubblici uffici: direttore della Cassa di Risparmio di Firenze dal 1855 al 1865, nel 1859 partecipò alla creazione dell’Istituto agrario delle Reali Cascine dell’Isola e, per breve tempo, nel 1861, fu direttore della Zecca toscana e direttore delle Regie Possessioni. Fu direttore della sede fiorentina della Banca toscana di credito per l’industria e il commercio dal 1863 al 1893. Fu promotore della Società italiana di educazione liberale, ideata nel 1871 dal senatore Carlo Alfieri, del quale condivideva gli ideali politici liberali conservatori. Presidente dello Spedale degli Innocenti fino al 1905, membro del consiglio direttivo dell’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, nel 1867 fu parte attiva nella creazione del Comizio agrario fiorentino, di cui fu il primo presidente nel 1871. Fu inoltre, a partire dal 1865, consigliere comunale a Firenze, dove lasciò alcune importanti relazioni (sui nuovi mercati nel 1846, sulle acque potabili nel 1871); infine, nel febbraio del 1876, fu nominato senatore del Regno su proposta di Marco Minghetti.
Studioso assiduo dei problemi agricoli, sosteneva che «l’agricoltura fu e darà sempre principalissima parte della economia di ogni paese» (Onoranze..., 1892, p. 5). Condusse e pubblicò ricerche sul coltro e sull’oidium, e in seguito gli articoli sulla costruzione delle case coloniche, sul commercio del vino, sulle rotazioni colturali, sulle malattie della vite. Fu autore di due importanti libri sul padre Cosimo e di numerosissimi studi di economia agraria e politica: nel 1896, pubblicò a Firenze per Civelli Le coltivazioni di poggio, le colmate agrarie in pianura e in collina e la scasso del terreno sui monti, un trattato che si occupava della sistemazione dei terreni in collina ed era rivolto in particolare ai proprietari e ai coltivatori toscani. Partecipò all’acceso dibattito che si sviluppò a metà anni Cinquanta intorno al tema della mezzadria, intervenendo a favore di questo istituto e invocando come rimedio alla crisi «un intervento più diretto dei possidenti nella direzione delle aziende» (Il marchese Luigi Ridolfi..., 1911, p. XXIX). Si interessò inoltre al tema dell’istruzione agraria: auspicò in proposito la fondazione di cattedre provinciali di agricoltura e di poderi esemplari, coadiuvati dai comizi e dalle conferenze agrarie e dalle scuole teorico-pratiche per i fattori. Fu un «costante assertore di libertà, avverso ad ogni non necessario aumento delle attribuzioni e funzioni dello Stato, fautore convinto della iniziativa privata» (ibid., p. XXI).
Lasciata la tenuta di Meleto al figlio Carlo, si ritirò nella sua villa di Marignolle, in provincia di Firenze, dove morì il 6 maggio 1909.
Opere. Fra le sue numerose pubblicazioni, si segnalano: Di alcuni usi delle epicicloidi e di un loro strumento per la loro descrizione e specialmente per quella dell’ellisse, Firenze 1844; Brevi cenni sopra i lavori della sezione di agronomia e tecnologia del VII Congresso italiano, Napoli 1845; Considerazioni sulla teoria degli strumenti aratorj e specialmente di quelli ad un solo orecchio, Firenze 1845; Dell’equilibrio dinamico dell’elettricità in un corpo percorso dalla corrente voltiana, Pisa 1847; Sopra l’orologio polare del signor Wheastone, Memoria letta alla R. accademia dei Georgofili, Firenze 5 febbraio 1849, Firenze 1849; Sull’attuale crisi economica in Europa e principalmente in Toscana, Firenze 1855; La regione e le sottoregioni dell’olivo in Italia, Firenze 1871; Cosa faremo quest’anno contro la peronospora della vite?, Firenze 1888; Il credito agrario ed i Banchi di Napoli e di Sicilia, per A.J. De Johannis, Firenze 1888; Onoranze al Pievano Ferdinando Paoletti in Villamagna, Firenze 1892; Di alcune prime forme della mezzeria toscana in relazione alle sincrone pratiche culturali, Firenze 1893; Il vino toscano, Firenze 1894; L’opera agraria di Cosimo Ridolfi, Firenze 1903.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Pisa, Università di Pisa, II versamento, sez. D.I. 74, Ruolo degli studenti dall’anno accademico 1841-42, n. 6. Inoltre: M. Tabarrini, Degli studi e delle vicende della Reale Accademia dei Georgofili nel primo secolo di sua esistenza, Firenze 1856, passim; Sull’insegnamento teorico-pratico dell’agricoltura in Toscana. Rapporto della commissione nominata dalla Accademia dei Georgofili [...] letto dal socio ordinario marchese L. R., Firenze 1858, pp. 162-188; Cosimo Ridolfi e gli istituti del suo tempo. Ricordi raccolti dal figlio Luigi, Firenze 1901; A. Gori, Il senatore marchese L. R. Commemorazione letta il 17 dicembre 1909 per le onoranze rese al fondatore e primo presidente del comizio agrario di Firenze, Firenze 1909; Parole pronunciate dal vice presidente avv. I. Pestellini per la morte del presidente senatore march. L. R., in Atti della Reale Accademia dei Georgofili, s. 5, 1909, vol. 6, pp. LVI-LVIII; Parole pronunciate dal vice presidente prof. N. Passerini per la morte del presidente senatore march. L. R., ibid., pp. LIX-LX; A. Alfani, Solenne commemorazione del marchese L. R., presidente del comitato fiorentino dell’associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani, letta nell’assemblea generale dei soci il 18 dicembre 1910, Firenze 1910; Il marchese L. R. Commemorazione letta dal presidente conte Francesco Guicciardini nell’adunanza solenne del dì 11 dicembre 1910, in Atti della Reale Accademia dei Georgofili, s. 5, 1911, vol. 8, pp. XV-XLII; V. Pareto, Oeuvres complètes, publiées sous la direction de G. Busino, XXIII, Lettres 1860-1890, Genève 1981, p. 31; Lauree dell’Università di Pisa 1737-1861, a cura di D. Barsanti, Pisa 1995, p. 474; Associazionismo economico e diffusione dell’economia politica dell’Italia dell’Ottocento. Dalle società economico-agrarie alle associazioni di economisti, a cura di M.M. Augello - M.E.L. Guidi con la collaborazione di T. Maccabelli - L. Michelini, I-II, Milano 2000, ad ind.; Economisti in Toscana. Problemi economici e politico-amministrativi dell’Italia liberale nei carteggi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, a cura di R. Faucci, Roma 2005, ad ind.; Cosimo Ridolfi e il ‘perfezionamento dell’arte agraria’, a cura di Luciana Bigliazzi - Lucia Bigliazzi, Firenze 2013, ad ind.; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, sub voce, http://notes9.senato. it/web/ senregno.nsf/R_l2?OpenPage (24 ottobre 2016).