NONO, Luigi
– Nacque a Fusina (Venezia) l’8 dicembre 1850, da Francesco Luigi, ricevitore di dogana, e da Rosa Della Savia, sua seconda moglie.
L’atto di battesimo, del 5 gennaio 1851, è registrato nell’archivio parrocchiale di Gambarare di Mira (Nono, 1990, p. 12). L’anno seguente tutta la famiglia si trasferì a Sacile, sulle rive del Livenza, in Friuli. Come Nono stesso racconta in una lettera di argomento autobiografico (L’Arte, 1948-51, p. 105 s.), iniziò a frequentare gli studi tecnici a Treviso, per essere poi iscritto dal padre, nel 1865, all’Accademia di belle arti di Venezia, dove ricevette numerosi premi (Atti della R. Accademia ..., 1868-72). Tornato brevemente a Sacile a causa della tragica morte per annegamento del fratellino Iginio, terminò l’Accademia nel 1871 con il saggio La scala d’oro al palazzo ducale, piccolo dipinto tratto dal vero, oggi disperso, che venne lodato da Camillo Boito (1871).
L’Esposizione di Brera del 1873, dove presentò con successo Le sorgenti del Gorgazzo (catal. n. 156; Venezia, coll. priv.), capolavoro giovanile acquistato da Michelangelo Guggenheim (Serafini, 2006, II, p. 19), Sull’Ave Maria a Coltura (n. 244; Venezia, coll. priv.) e Verso sera presso Polcenigo (n. 245), segnò la nascita della moderna scuola veneziana (Boito, 1873). Partecipò a quasi tutte le rassegne braidensi, nel 1874 con ben sette dipinti: Ritratto della signora Marsili (n. 271), Ritratto (n. 272), Coro di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia (n. 274), Prima della processione (n. 275), La convalescenza(n. 308), Il ritorno dai campi (n. 318), Il ritorno dai lavori campestri (n. 456). Nel 1875 fu tra i 53 soci fondatori del Circolo artistico veneziano (Statuto…, 1875) ed espose, ancora a Brera, la tela intitolata Il marmocchio (catal. n. 235; Verona, coll. priv.), raffigurante una bimba che tiene in braccio il fratellino; ritrovato recentemente (Serafini, 2012, pp. 18-23), il quadro, di piccole dimensioni, andò nuovamente in mostra l’anno seguente, al Salon di Parigi (catal. n. 1363). Sempre nel 1876 effettuò un viaggio di studio tra Firenze, Roma e Napoli, documentato da corrispondenza epistolare e da alcuni disegni (Serafini, 2006, I, p. 15). Nel 1877 partecipò all’Esposizione nazionale di belle arti di Napoli con Un pollaio (catal. n. 456 bis) e I primi passi (n. 356; Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro; Abbatecola, 1877); l’anno successivo all’Esposizione universale di Parigi con Il mattino della sagra (catal. n.87), festosa e animata scena, ricca di colore e di personaggi, ambientata davanti alla chiesa di Coltura (frazione di Polcenigo, in Friuli).
A seguito della morte del padre, nel 1879 si trasferì definitivamente a Venezia, a ca’ Dolfin, salizada S. Pantalon; nel 1880, propose all’Esposizione di Brera La sera lungo il Livenza (Friuli) (catal. n. 344) e a quella nazionale di Torino La caccia ai grilli (catal. n. 592) e Le fruttivendole (n. 593), opere, oggi entrambe disperse, che ricevettero critiche severe (Chirtani, 1880A)
Nel giugno 1881 (Serafini, 2006, II, n.177) iniziò le escursioni a Chioggia, località che frequentò assiduamente e dove ambientò i suoi due massimi capolavori: il Refugium peccatorum (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna) e l’Ave Maria (Trieste, Museo Revoltella). Sempre nel 1881 espose alla Promotrice di Torino La morte del pulcino (catal. n. 281), una delle sue opere più famose e struggenti, raffigurante una chioccia in una cesta, che assieme agli altri pulcini guarda, come sbigottita, un pulcino morto. Presentato in numerose rassegne internazionali, il dipinto fu donato dalla regina Margherita nel 1901 alla Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, dove oggi si trova.
Refugium peccatorum, presentato nel 1883 all’Esposizione di belle arti di Roma (catal. n. 44) e acquistato dal re Umberto I per la Galleria nazionale d’arte moderna, l’anno successivo vinse la medaglia d’oro all’Internationale Kunst-ausstellung di Monaco di Baviera (catal. n. 1475); inviato nel 1888 alla Italian Exhibition di Londra (catal. n. 5), assicurò all’artista popolarità e indiscusso successo, tanto da ispirare una novella (Fontana, 1883). Lo replicò più volte fino al 1917 (Serafini, 2006, II, n. 729).
Conferma dell’ormai acquisita affermazione di Nono è la sua presenza, in rappresentanza degli artisti veneziani, nel corteo che il 13 febbraio 1883 accompagnò il feretro di Richard Wagner, morto a Venezia (Serafini 2006, I, p.19). Nel 1885 all’Esposizione Universale di Anversa esibì il Mattino della domenica (I recini da festa) (n. 126), che fu acquistato dal mercante ingleseWalter Dodeswell insieme ad altre opere di pittori veneti (Serafini, 2006, II, p. 126 s.). Nello stesso anno realizzò un dipinto di forte impegno e di grandi dimensioni, Il bambino malato, in cui in un interno rustico e povero una mamma abbraccia teneramente il figlioletto infermo. Del tutto sconosciuta agli studi, se non per un disegno preparatorio (Serafini, 2006, II, n. 353), solo nel 2012 la tela è comparsa sul mercato (Milano, Galleria d’arte Enrico) e costituisce senza dubbio l’aggiunta recente più importante e significativa al catalogo delle opere di Nono (Serafini, 2012, pp. 24-33).
Nel 1887, anno in cui venne nominato cavaliere della Corona d’Italia,presentò all’Esposizione nazionale di Venezia Ruth (catal. n. 49; Venezia, coll. priv.) e Irecini da festa (n. 14), che ricevettero grandi elogi dalla critica (Chirtani, 1887; Munaro, 1887). L’anno seguente, a seguito del matrimonio con la nobildonna Rina Priuli Bon – dal quale nacquero nel 1889 Maria e nel 1890 Mario, futuro padre del compositore Luigi Nono – si trasferì in una luminosa casa sulle Zattere. Nel 1891 venne nominato socio onorario di Brera, dove espose il bellissimo Ritorno (catal. n. 227), poi riproposto all’esposizione internazionale di Praga (catal. n. 432).
Alla prima Biennale d’arte di Venezia, nel 1895, il dipinto Ave Maria, già presentato all’Internationale Kunstausstellung nel 1892 (catal. n. 1262), capolavoro della maturità del pittore, oggi conservato al Museo Revoltella di Trieste, venne rifiutato perché già esposto (Serafini, 2004, pp. 230-233). Nel 1896 a Monaco mandò una nuova versione de Il bambino malato (catal., n. 468), identificata grazie al ritrovamento del catalogo (Serafini, 2012, p. 33). Alla seconda Biennale del 1897 presentò un dipinto di dimensioni enormi e di forte impegno, Funerale d’un bambino (catal. n. 24), che non fu apprezzato dalla critica.
Riproposto nel 1898 all’Esposizione di San Pietroburgo (catalogo, n. 230) e acquistato nel 1901 da Marija Fëdorovna, madre dello zar Nicola II, il dipinto è oggi disperso, anche se fonti documentali hanno permesso di ricostruirne il percorso e l’ubicazione fino agli anni Quaranta del Novecento (Serafini, 2006, II, pp. 162 s.).
Nel 1898 realizzò tre pale d’altare con soggetti sacri per alcune chiese del Friuli. Il 4 aprile 1899 gli venne affidato l’incarico straordinario dell’insegnamento di pittura nel R. Istituto di belle arti di Venezia, che tenne fino a quando l’istituto chiuse a causa della prima guerra mondiale. Alla IV Biennale veneziana del 1901 ebbe l’onore di una ‘personale’ e con 26 dipinti raccolse grande successo di critica e di vendite. L’anno seguente si recò a Napoli, incaricato dal ministero della Pubblica Istruzione, insieme a Giulio Aristide Sartorio e a Edoardo Dalbono, di selezionare le opere da destinare alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma fra quelle lasciate da Domenico Morelli (Serafini, 2006, I, p. 48).
Nel 1903 la regina Margherita acquistò per la Galleria di Ca’ Pesaro Abbandonati, esposto alla Biennale (catal. n.18 a). Altri importanti dipinti furono realizzati a Feltre, dove fino al 1905 Nono trascorse i mesi estivi: Il Rosario del sabato (Venezia, Biennale del 1905, catal. n. 28) e In limine vitae (già Budapest, Museo Nazionale, ora coll. privata), raffigurante una vecchina che versa l’olio per accendere il lumino di un’edicola sacra, presentato a Brera nel 1906 (catal. n. 6) e poi all’Internationale Kunstausstellung di Monaco nel 1909 (catal. n. 1112).
Nominato accademico di S. Luca a Roma nel 1905, nel 1907 espose alla Biennale veneziana S. Anna ad Asolo (catal. n. 33), Il mattino della domenica e La casetta del curato (n. 39), acquistato dal conte Alessandro Nakò, governatore di Fiume (Udine, Galleria d’arte moderna). Nel 1908 partecipò alla I Mostra Biennale romagnola d’arte, svoltasi a Faenza 1908, con Preghiera della sera (catal. n. 431, p. 44), pregevole piccola replica de Il Rosario del sabato, e altri tre dipinti (Serafini, 2012, pp. 34-39). Nel 1909 alla Biennale veneziana andarono in mostra due delle sue più belle opere della maturità, che aveva realizzato a Susin di Sospirolo (Belluno): La prima pioggia (Parigi, Musée d’Orsay) e Nozze d’oro (Comune di Venezia, Sala dei matrimoni). Nel luglio 1910 si recò a Valle di Cadore (Belluno), in cerca di dipinti di Tiziano (Serafini, 2006, I, p.57), indice della mai doma passione di collezionista di dipinti antichi. Alla Biennale del 1912 espose All’aperto (catal. n.20), raffigurante un gruppo di ricamatrici che lavorano davanti e sotto un portico, acquistato dal deputato Emilio Maraini, I° novembre (n. 21) e Beata solitudo (n. 22), tutti dipinti ad Asolo, nei pressi del convento di S. Anna, dove realizzò anche Pax (Ascoli Piceno, Pinacoteca) e La raccolta delle foglie (Milano, Galleria d’arte moderna).
Il quadro di grande formato Il caro nome (Biennale del 1914, catal. n. 14; ora a Toronto, Art Gallery of Ontario) raffigura una ragazza a figura intera, che incide il nome dell’amato sulla corteccia di un albero. Riproposto alla Panama Pacific International Exposition di San Francisco nel 1915, venne poi inviato all’Esposizione di Toronto, dove fu venduto per la somma di 3000 lire invece delle 30.000 richieste (Serafini, 2006, pp. 212-215). Del dipinto è stata da poco segnalata una piccola replica (Milano, Galleria d’arte Enrico; Serafini, 2012, pp. 40-45).
Nel 1915, scoppiata la guerra e partito il figlio Mario per il fronte, Nono si trasferì da Venezia a Bologna (Serafini, 2006, I, p. 74), dove continuò ad avere vita molto intensa, a ricevere visite e a dipingere per il mercante d’arte Giovanni Zecchini e il cavalier Alfredo Geri repliche delle sue composizioni più famose: una piccola Ave Maria, sconosciuta agli studi, di grande qualità, è recentemente apparsa sul mercato (Milano, Galleria d’arte Enrico; Serafini, 2012, pp. 46-51).
Il 4 maggio 1915 venne nominato commendatore.
Gravemente malato, nel 1918 tornò a Venezia, dove morì il 15 ottobre nella sua casa alle Zattere.
Fonti e Bibl.: Atti della R. Accademia di belle arti in Venezia, degli anni 1866, 1867, 1868, Venezia 1868, pp. 66 s.; 1869, ibid. 1869, p. 55; 1870-71, ibid. 1872, p. 46; C. Boito, La pittura d’oggi a Venezia, in Nuova Antologia, agosto 1871; Id., Rassegna artistica. La Mostra annuale di belle arti aMilano, ibid., settembre-ottobre 1873, pp. 407-418; Statuto del Circolo artistico veneziano, Venezia 1875; C. Abbatecola, Guida critica della grande Esposizione nazionale di belle arti di Napoli del 1877, Napoli 1877, pp. 244 s.; L. Chirtani, L’Esposizione nazionale di Torino. Da Venezia a Firenze, in L’Illustrazione Italiana, 1° agosto 1880A, p. 66; Id., L’Esposizione di Brera, ibid., 26 settembre 1880B, n. 39; F.D. Filippi, Belle arti a Torino. Lettere sulla IV Esposizione nazionale, Torino 1880; G.D. Bartocci Fontana, L. N. Refugium peccatorum, in Roma: Giornale illustrato dell’Esposizione di belle arti, Roma 1883; F. Fontana, Pennelli e scalpelli. Esposizione internazionale di Belle Arti, Roma, Milano 1883; L. Chirtani, L’Esposizione di belle arti a Venezia, in VI Esposizione nazionale artistica, Venezia 1887, pp. 7 s.; G.A. Munaro, L. N., in L’Esposizione artistica nazionale illustrata, 5 giugno 1887, pp. 75 s.; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1889, ad vocem; Mostra del pittore L. N. Venezia, IV Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia (catal.), Venezia 1901; L. Priuli Bon, L. N., in The Art Journal, July 1901, n. 7; I Mostra Biennaleromagnola d’arte, Faenza 1908, p. 44; G. Pagliano, Medaglioni d’artisti veneziani. L. N., in L’Adriatico, 3 luglio 1911; L. N., in Emporium, XLVIII (1918), pp. 278 s.; A. Stella, L. N., in La Gazzetta di Torino, 18-19 ottobre 1918; P.G. Molmenti, L. N., in Il Secolo XX, n.3, marzo 1919; A.M. Comanducci, I pittori italiani dell’Ottocento, Milano 1934, pp. 475 s.; Retrospettiva di L. N. (catal., Galleria L.A. Scopinich e figlio), Milano 1934; Una lettera autobiografica di L. N., in L’Arte, XVIII (1948-51), pp. 105 s.; L’Accademia di belle arti di Venezia nel suo bicentenario 1750-1950 (catal.), a cura di E. Bassi, Venezia 1950; G. Perocco, Pittori veneti dell’800.L. N., Genova 1957; Mostra di L. N. (catal.), Sacile 1964; Catal. Bolaffi della pittura italiana dell’Ottocento, I, Torino 1964, pp. 319 s. e passim; Mostra di L N.. (catal., galleria d’Arte Cocorocchia), Milano 1966, pp.; E. Colle, I disegni di L. N., tesi di laurea, Università degli studi di Venezia, a.a. 1980-81; L. N. (catal., Sacile), a cura di G. Granzotto, Firenze 1990; M. Nono, L. N. nell’arte e nella vita 1850-1918, Firenze 1990; G. Matteucci, L. N., un artista «fuori del tempo», in Ottocento. Cronache dell’arte italiana dell’Otto-cento, n. 20, Milano 1991; P. Serafini, L. N., in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, a cura di G. Pavanello, II, Milano 2003, pp. 776-778;Id., Rapporti artistici e familiari tra le famiglie Nono e Selvatico, in Venezia nell’età di Riccardo Selvatico. Atti del Convegno di studi, Venezia… 2001, Venezia 2004, pp. 217-245; Venezia prima della Biennale. La pittura veneta dall’Unità d’Italia al 1895 nelle collezioni private (catal., Modena-Tortona), Modena 2005, pp. 61-83; P. Serafini, Il pittoreL. N. Catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni, I-II, Torino 2006; Id., L. N. Capolavori ritrovati e importanti opere inedite (catal., Enrico Gallerie d’arte), Milano 2012.