NONO, Luigi
(App. III, II, p. 271)
Compositore italiano, morto a Venezia l'8 maggio 1990. È soprattutto a partire dall'opera Intolleranza (Venezia 1961) che il nome di N. assume una risonanza internazionale e quasi un valore emblematico di scelte culturali e politiche: dissociandosi dagli orientamenti più diffusi fra quanti avevano contribuito, nell'ambito dei Ferienkurse di Darmstadt, alla nascita della cosiddetta Nuova Musica, N. accentuò nelle sue opere, fino ai primi anni Ottanta, un dichiarato impegno politico. E se il gusto della ricerca formale, anche con l'utilizzazione dei nuovi mezzi offerti dall'elettronica, evidenzia i contatti linguistici con le esperienze più avanzate delle avanguardie europee e americane, di fatto il suo atteggiamento morale si dispone in aperto contrasto sia con il negativismo di J. Cage che con certo radicalismo misticheggiante di K. Stockhausen, da lui sentiti come il risultato del disimpegno e delle contraddizioni del mondo capitalistico.
Ecco così che a Intolleranza fanno seguito composizioni intonate a una sempre più esplicita denuncia politica e a una scelta di campo, nell'ambito dei temi cari alla sinistra internazionale e, in particolare, alle battaglie del Partito comunista italiano: da La fabbrica illuminata (1964), attraverso Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1966), A floresta è jovem e cheja de vida (per soprano, 3 voci recitanti, clarinetto, lamiere di bronzo e nastro magnetico, 1966), Per Bastiana Tai-Yang Cheng (1967) e Non consumiamo Marx (testi da C. Pavese e anonimi, 1969), si rispecchiano di volta in volta problemi di attualità, come la condizione degli operai nei luoghi di lavoro, la denuncia della guerra degli Stati Uniti in Vietnam o l'insurrezione degli studenti parigini nel 1968. Su questa stessa linea di appassionata partecipazione si collocano anche Como una ola de fuerza y luz (su testi di J. Huasi, per soprano, pianoforte, orchestra e nastro magnetico, 1972) e l'opera Al gran sole carico d'amore (azione scenica in 2 atti su testi di E. Guevara, A. Rimbaud, B. Brecht, K. Marx, Lenin, Pavese e altri, 1978), dove si ravvisano anche quei filoni di accentuato lirismo, che del resto caratterizzano la composizione strumentale Sofferte onde serene (1977), per pianoforte e nastro magnetico, dedicata al pianista M. Pollini, e il quartetto Fragmente-Stille, An Diotima (1980), considerato una delle opere più significative della sua maturità.
Dopo il 1980 il linguaggio del musicista veneziano tende a un impiego sempre più ampio e sistematico di apparecchiature elettroacustiche e a un gusto dell'analisi e della manipolazione del suono in cui sembra rispecchiarsi una poetica più intimistica e sofisticata, anche se l'impiego di speciali ambientazioni − come nell'opera Prometeo (1984), per la quale l'architetto R. Piano creò a Venezia una gigantesca struttura lignea − accentua il carattere utopistico e visionario di un nuovo rapporto col mondo sonoro.
Delle sue numerose composizioni, si dovranno inoltre citare almeno i due Concerti per pianoforte (1972 e 1975); Das atmende Klarsein, per flauto e coro (1981); Contrappunto dialettico alla mente, per nastro magnetico, su testi di S. Sanchez e N. Balestrini (1968); Y entonces comprendiò, per coro femminile, coro, nastro, elettronica, su testi di C. Franqui (1970); Canto per il Vietnam, per coro misto (1973); Io, frammento di Prometeo, per 2 soprani, coro, flauto basso, clarinetto, contrabbasso ed elettronica (1981); Quando stanno morendo, Diario polacco n. 2, per coro femminile, flauto, violoncello ed elettronica (1982); Risonanze erranti, per mezzosoprano, flauto, tuba, 5 percussioni ed elettronica, su testi di I. Bachmann e H. Melville (1986).
Bibl.: L. Pinzauti, A colloquio con L. Nono, in Nuova Rivista Musicale Italiana, 1970; L. Pestalozza, L. Nono - Musik, Text, Bedeutung, in Melos, 1974; W. M. Stroh, Zur Sociologie der elektronischen Musik, Zurigo 1975; C. Annibaldi, Nono L., in New Grove's Dictionary of music and musicians, Londra 1980; AA. VV., Nono, a cura di E. Restagno, Torino 1987; G. Granzotto, L. Nono. Catalogo della mostra [di Sacile], Udine 1990.