MOTTA, Luigi
MOTTA, Luigi. – Nacque a Bussolengo (Verona) l’11 luglio 1881 da Filippo, piccolo proprietario terriero, e da Giuseppina Annichini.
Nel 1891 la famiglia si trasferì a Verona per permettere a Luigi di frequentare gli studi classici, dapprima presso il ginnasio Scipione Maffei e in seguito presso il seminario. Nel 1897 si iscrisse all’Istituto nautico di Genova con l’obiettivo di diventare capitano di lungo corso, ma interruppe gli studi al secondo anno (nelle sue opere, continuò a fregiarsi del titolo di capitano, pur non avendolo mai conseguito). Nel 1900 vinse il primo premio a un concorso letterario per il miglior libro d’avventura, bandito a Genova dall’editore Donath, col suo romanzo d’esordio, I flagellatori dell’Oceano, che venne pubblicato l’anno dopo con una lunga prefazione di Emilio Salgari, al quale era stato dedicato. Il relativo successo del romanzo permise al giovane scrittore di abbandonare Genova e i lavori saltuari che era costretto a svolgere, e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Stabilitosi per un breve periodo a Verona – dove diede vita al periodico di viaggi e avventure Attorno al mondo, che ebbe breve vita e chiuse dopo pochi numeri – nel 1905 si trasferì stabilmente a Milano.
Già dal 1901 aveva cominciato a pubblicare i suoi primi romanzi (al termine della sua carriera ammonteranno a più di 100), molti dei quali raccolti in diversi cicli (dei Ramavala, o del Mare Indiano; dell’Africa australe; della Rivoluzione indiana; degli Adoratori; di Bisanzio; dei Tempi futuri; Western).
In questo primo periodo lavorò in particolare con gli editori Celli di Milano (I drammi dell’Africa australe, 1901; Il segreto dei re Bassutos e Gli abbandonati del “Galveston”, 1902); Speirani di Torino (I misteri del Mare Indiano, Il raggio naufragatore e Il rajah di Koringa, 1903; Terra fatale e La vittoria del ‘Samarang’, 1904) e con la Società editrice milanese (I devastatori della Polinesia, 1906; L’annientatore, L’aquila dell’Indostan, La mano della mummia e Lo smeraldo azzurro, tutti del 1907). Pubblicò inoltre qualche titolo anche per gli editori Rinfreschi di Piacenza (I ribelli del fiume sacro, 1907; Il demone dell’Oceano, 1908) e Bemporad di Firenze (Il deserto di ghiaccio, 1909).
Tra il 1905 e il 1906 collaborò con il Giornale di viaggi e avventure di terra e di mare dell’editore Gussoni di Milano e, tra febbraio e aprile 1906, ne fu anche direttore. Subito dopo, dal maggio 1906, passò a dirigere la nuova rivista settimanale L’Oceano. Giornale letterario di viaggi e avventure, pubblicata dalla Società editoriale milanese: ma anche in questo caso dovette dimettersi dopo pochi mesi a causa della rivalità con Antonio Quattrini, ben presto degenerata, addirittura con strascichi giudiziari.
Nel 1906 sposò la bolognese Bianca Polzi, dalla quale non ebbe figli e che scomparve prematuramente nel 1924. Dopo una lunga convivenza, nel 1946 si unì in seconde nozze con Amelia Razza.
Nel 1907 curò, sempre per la Società editoriale milanese, la «Biblioteca fantastica dei giovani italiani»: 16 racconti brevi tra il nero e il fantascientifico che dimostravano nuove aperture nel genere fantastico e proponevano al pubblico nuovi autori. Nel 1908 stipulò un contratto in esclusiva con Treves di Milano, che lo impegnò fino al 1920 ma che alla scadenza non venne rinnovato.
Risalgono a quegli anni Il dominatore della Malesia (1909); L’onda turbinosa (1910); L’Occidente d’oro (1911); La principessa delle Rose e Il tunnel sottomarino (1912); Fiamme sul Bosforo e Il vascello aereo (1913); L’oasi rossa (1914); Il Leone di San Marco (1916); I tesori di Maelström (1918).
A partire dai primi anni del secolo si cimentò anche nel teatro musicale, componendo diverse fortunate operette: Sua Altezza il Milione (Torino 1910: in collab. con Carlo Vizzotto, musica di Heinz Lewin); Il cosacco rosso (ibid. 1910, musica di Victor Hollander); Sultana (Milano 1911) e Il bacio della duchessa (Torino 1912), con musiche di Emilio Firpo; I milioni di Miss Mabel (Milano 1913, musica di R. Grieg); La ballerina dell’Opera (ibid. 1917, musica di Alfredo Cuscina); La montagna di luce (ibid. 1919, musica di Costantino Lombardo).
Cospicua fu anche la sua produzione per il teatro in prosa, con drammi e commedie (fra cui: Coscienza in lotta, 1906; La nave dei morti, 1909; L’insidia, 1913; Creso si diverte, 1916; Paparino e Addio sogno, 1919). Accanto alla produzione originale, favorì la penetrazione di vari autori stranieri, traducendone o adattandone per le scene italiane i testi più noti: tradusse infatti dallo spagnolo (Jacinto Benavente, Serafín e Joaquín Álvarez Quintero, Santiago Rusiñol), dal francese (Jules Romains), dall’inglese (John Hartley Manners, Henry Arthur Jones).
Intorno al 1920 stipulò un contratto con Bemporad di Firenze, per il quale pubblicò, tra il 1921 e il 1929, diversi titoli (i romanzi Gli adoratori del fuoco e La sposa del sole, 1921; Il trionfo di un impero, 1922; Il faro dell’isola dei gabbiani e La pagoda d’oro, 1924; L’albatros fuggente e Il vortice del sud, 1927; l’antologia di viaggiatori-scrittori Nel Regno della bianca morte, 1929). Nel 1922, ormai al culmine della celebrità, acquistò definitivamente dalla famiglia di Salgari le trame ancora inedite concepite dal maestro per i suoi futuri romanzi, da cui trasse, negli anni successivi, nuove opere pubblicandole a firma «Emilio Salgari - Luigi Motta». Tuttavia la questione del ruolo effettivo giocato dalla fantasia e dalla penna di Salgari in questi romanzi è, in sede critica, ancora in fase di accesa discussione.
La doppia paternità Salgari-Motta compare nel romanzo I naufraghi dell’Hansa (Milano 1921); nella raccolta di 13 racconti, quasi tutti di paternità salgariana, Il brick del diavolo (ibid. 1923); nei romanzi I cacciatori del Far-West (ibid. 1925); Il naufragio della Medusa (ibid. 1926); Lo scettro di Sandokan (ibid. 1927); Sandokan rajah della jungla nera (Torino 1952). Risultano invece scritti interamente dal suo collaboratore Emilio Moretto i tre romanzi, tutti pubblicati dalla milanese Sonzogno a nome Salgari-Motta, La tigre della Malesia (1926), Addio Mompracem! e La gloria di Yanez (1929).
Mantenne una lunga collaborazione, anche se talvolta saltuaria, con diversi periodici e riviste, fornendo racconti e altri scritti minori. Collaborò con La Domenica del Corriere (tra il 1916 e il 1933) e Il Corriere dei piccoli (tra il 1935 e il 1947), a Milano; con Il Gazzettino dei ragazzi, supplemento al Gazzettino di Venezia (nel 1935), con Il Gazzettino illustrato (tra il 1935 e il 1940), a Venezia; con L’Avventuroso (tra il 1936 e il 1939) e il supplemento Giungla! (nel 1937), a Firenze; con Il Tricolore – Giornale dei giovani italiani (nel 1943); con Topolino (tra il 1937 e il 1948); con La Gazzetta dei piccoli, supplemento a La Gazzetta del popolo (tra il 1947 e il 1950), a Torino.
Nel periodo fra le due guerre, oltre che uno scrittore ormai affermato, divenne un imprenditore assai attivo: negli anni Trenta creò infatti le edizioni O.L.M. (Opere di Luigi Motta), con cui vennero date alle stampe molte delle sue successive pubblicazioni e riedizioni di opere precedenti.
Iscritto al Partito nazionale fascista, nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali, fu incarcerato a San Vittore a Milano per aver criticato il regime in pubblico ma fu liberato poco dopo per l’intervento di alcuni amici altolocati. Il 4 febbraio 1944 venne nuovamente arrestato (con l’accusa di aver offerto ospitalità a nemici del regime) e rinchiuso nelle carceri di Santa Sofia e degli Scalzi, a Verona, e poi a Padova e Venezia. Rilasciato, in un primo momento, grazie a un telegramma di Mussolini, fu di nuovo tradotto in carcere perché il documento venne ritenuto falso. Riottenne la libertà solo alla vigilia della Liberazione, a guerra ormai conclusa. Raccontò la vicenda del carcere in uno scritto autobiografico del 1951, rimasto inedito per lungo tempo (La grande tormenta. Romanzo autobiografico di un’epoca crudele ed eroica, a cura di P. Azzolini, Merano 2010).
A partire dal 1937 e fino al 1950 circa scrisse anche diversi testi per fumetti, collaborando con Topolino, I tre porcellini, Intrepido, Il Corriere dei piccoli e L’Avventuroso. Nel 1952 scrisse la fortunata commedia Signori si nasce.
Morì a Milano il 18 dicembre 1955, in seguito a un attacco di peritonite.
Parte dell’archivio di Luigi Motta è conservata presso la Biblioteca civica di Verona, mentre un fondo è stato donato nel 1962 dalla moglie alla Biblioteca Sormani di Milano: comprende appunti, schemi manoscritti e dattiloscritti, disegni riguardanti le opere dell’autore, un album di ritratti fotografici con dedica dei più famosi personaggi dello spettacolo e della cultura italiana della prima metà del Novecento, un carteggio di circa 300 lettere di diversi corrispondenti inviate a Motta in un periodo compreso fra il 1905 e il 1954.
Nel 2007 la Biblioteca civica di Verona ha curato la prima bibliografia completa ragionata di Motta, che comprende diverse centinaia di titoli.
Fonti e Bibl.: T. Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei…, 2ª ed., Napoli 1922, p. 277; Chi è? Diz. biografico degli Italiani d’oggi, 2ª ed., Roma 1931, p. 342; 5ª ed., ibid. 1948, p. 631; Diz. generale degli autori italiani contemporanei, II, Firenze 1974, p. 876; A L. M. nel primo anniversario della morte…, Verona 1956; F. Pozzo, L. M., in LG argomenti, 1981, n. 3 (luglio-settembre), pp. 23-32; Id., L. M. sulle orme di Salgari, in Studi piemontesi, XXIII (1994), 2, pp. 375-380; P. Azzolini, L’avventura di L. M.: appunti per una biografia, in Boll. della Biblioteca civica di Verona, III (1997), pp. 223-231; C. Lombardo, L. M.: un anticipatore della letteratura fantastica e scientifica italiana, in Viaggi straordinari tra spazio e tempo, a cura di C. Gallo, Verona 2001, pp. 98-105; M.T. Mottini, L. M.: storie e personaggi dello scrittore che visse, ingiustamente, all’ombra di Emilio Salgari, Firenze 2005; Sulle rotte dei pirati malesi: L. M., Emilio Salgari e Jules Verne tra l’Italia e il Borneo, Verona 2005; L. M., scrittore d’avventure (1881-1955), a cura di C. Gallo - P. Tiloca, Verona 2007; M. Carloni, Salgari, salgariani e falsi Salgari. Pirati, corsari e uomini del West, Senigallia 2011.