MORETTI, Luigi
MORETTI, Luigi. – Nacque a Roma il 27 settembre 1922 da Silvio, perito elettrotecnico, e da Argenide Croce, casalinga, entrambi originari di Belluno.
Era il secondo di tre fratelli, il maggiore dei quali aveva seguito la carriera militare; il minore, impegnato nella resistenza con le brigate cattoliche, fu fucilato dai tedeschi a soli 21 anni a Propata (Genova). Luigi stesso, per breve tempo, nella seconda guerra mondiale militò nel corpo degli alpini.
Conseguita la maturità classica presso il Liceo Tasso di Roma, si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Roma La Sapienza. Qui nel 1944 si laureò con Gaetano De Sanctis in storia greca, con una dissertazione dal titolo Messene e Lacedemone sino alla fine della guerra messenica. Presso la stessa università ricoprì, a partire dal 1948, l’incarico di assistente alla cattedra di Storia greca, tenuta da De Sanctis, la cui assidua frequentazione influì in maniera determinante sulla sua formazione scientifica e sul suo metodo di lavoro. Nella facoltà tenne i suoi primi corsi, supplendo nell’insegnamento De Sanctis nei suoi ultimi anni (1952-57) e ricoprendo per incarico, dalla morte di questi e fino al 1964, la cattedra di Storia greca, materia per la quale, nel 1953, aveva conseguito la libera docenza.
Nel 1949, intanto, aveva sposato una sua compagna di liceo poi collega di università, Agata Apicella, appartenente a una famiglia napoletana – figlia di un ingegnere delle ferrovie e di una professoressa di matematica nella scuole medie – che, all’indomani della laurea in lettere classiche, si dedicò all’insegnamento scolastico. Dal matrimonio nacquero Franco (1950), attualmente docente di letterature comparate all’Università di Stanford in California; Giovanni, detto Nanni (1953), regista cinematografico nei cui primi film Moretti ha interpretato brevi parti; e, nel 1960, Silvia, impegnata nel settore dell’editoria.
Nel 1964, vincitore di un concorso da professore ordinario per l’insegnamento della Storia greca e romana, fu chiamato dapprima all’Università di Palermo (1964- 66), poi a Bari (1966-71) e successivamente a Napoli, dove, dal 1971 al 1973, tenne la cattedra di Epigrafia greca. Concluse la sua carriera di docente rientrando all’Università di Roma come successore di Margherita Guarducci sulla cattedra di Epigrafia e antichità greche, insegnamento ricoperto per quasi vent’anni: dall’anno accademico 1973-74 al 1991. Dal 1990 fu docente della stessa materia anche presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene. Nella sua attività didattica, sempre molto apprezzata, sapeva unire l’alta qualità dei contenuti a un’estrema chiarezza ed essenzialità nell’esposizione e a una eccezionale capacità comunicativa. Collaboratore fin dal 1947 dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, fu dapprima redattore per le antichità classiche del Dizionario Enciclopedico Italiano e successivamente direttore del nuovo dizionario enciclopedico La piccola Treccani. Fece inoltre parte del comitato di coordinamento del Lessico Universale Italiano, del quale diresse i due volumi del I Supplemento (1985, 1986). Dal 1975 al 1982 partecipò alla direzione della Rivista italiana di Filologia e di istruzione classica, quale responsabile del settore storico. Fu socio di importanti istituzioni culturali, quali la Pontificia Accademia Romana di Archeologia (corrispondente dal 1971 ed effettivo dal 1981) e l’Istituto Archeologico Germanico.
La sua vasta opera scientifica è ben sintetizzata dal titolo che egli stesso volle dare alla raccolta dei suoi scritti minori: Tra epigrafia e storia (1990). Moretti era infatti essenzialmente uno storico, ma la sua costituzionale esigenza di concretezza lo spingeva a indagare, di preferenza, i processi della storia attraverso il documento epigrafico, che, nella sua genuina immediatezza, può garantire, se rettamente decodificato, il massimo dell’obiettività. Vari aspetti del mondo antico attrassero la sua attenzione. Uno dei principali poli di interesse, manifestatosi fin dai primi scritti, fu senza dubbio l’agonistica, un settore che nell’antichità era strettamente connesso con la vita politica e religiosa e tale da offrire un campo d’indagine estremamente complesso e articolato, e in alcun caso riducibile al mero fenomeno sportivo. Rientrano in questa tematica le Iscrizioni agonistiche greche (1953), prima raccolta sistematica di questo tipo di documenti, che, nell’apparente stringatezza dei commenti ai singoli testi, si impone in realtà come una piccola enciclopedia del settore.
A quest’opera si affiancò, nel 1957, la monografia Olympionikai, edita nelle Memorie dell’Accademia dei Lincei (con un primo supplemento nella rivista Klio del 1970 e un secondo nella XII Miscellanea greca e romana, 1987). La monografia costituisce una rigorosa ricostruzione della lista dei vincitori negli agoni olimpici tra l’VIII secolo a.C. e il IV secolo d.C., utilizzando testimonianze letterarie, epigrafiche, numismatiche e papirologiche, e fornisce, inserito in un ricco panorama storico, un punto di riferimento ineludibile per lo studio della cronologia antica. Alle due monografie dedicate all’agonistica si aggiunsero saggi di ampio respiro riconducibili allo stesso ambito. Fra questi meritano soprattutto di essere segnalati quelli che illustrano la vita del ginnasio e la sua organizzazione, in rapporto alle attività cittadine e alla munificenza pubblica; nonché quelli relativi alla formazione e organizzazione di associazioni, che, a partire dall’età ellenistica, riunivano i partecipanti agli agoni.
Fra le opere più strettamente storiche va annoverato il volume Ricerche sulle leghe greche (1962) nel quale trovarono spazio la rielaborazione di alcuni suoi primi studi sul Peloponneso arcaico e, nella parte finale, un’originale messa a punto sulla Lega dei Lici, che ben testimonia l’indirizzarsi dei suoi interessi, da un lato verso orizzonti geografici meno esplorati, dall’altro verso la storia ellenistica. Di questa Moretti fu infatti uno dei maggiori conoscitori, avendone indagato l’economia, il nuovo rapporto tra cittadino e polis e tra città e regni, il fenomeno dell’evergetismo.
La sua perfetta padronanza dei complessi problemi storici dell’epoca emerge in misura speciale nei due volumi delle Iscrizioni storiche ellenistiche (1967, 1976), raccolta di testi epigrafici appartenenti alla fase del primo ellenismo (323-146 a.C.) e riguardanti Attica, Peloponneso, Grecia continentale e città del Ponto Eusino.
I testi selezionati sono, da un lato, quelli non compresi in altre sillogi epigrafiche note, dall’altro, quelli più capaci di illustrare la fondamentale importanza del documento epigrafico per la ricostruzione del quadro storico più generale, soprattutto in relazione a periodi per i quali le fonti letterarie sono meno ricche e meno sistematiche. Oltre a decreti, trattati, arbitrati, epistole, disposizioni e regolamenti di sovrani, figurano nella raccolta convenzioni e contribuzioni finanziarie, iscrizioni relative a monumenti e statue onorarie, dediche pubbliche, celebrazioni di vittorie agonistiche, epigrammi funerari per caduti in guerra. I due volumi si fanno particolarmente apprezzare per i lucidi, acuti ed essenziali commenti.
Altro fecondo e innovativo campo di indagine fu per Moretti lo studio delle iscrizioni greche d’Italia, rimasto per molto tempo ancorato al XIV volume delle Inscriptiones Graecae, edito da Georg Kaibel nel 1890. Fin dagli anni Cinquanta, consapevole dell’indilazionabile necessità di un aggiornamento del vecchio corpus, aveva appuntato la sua attenzione sulle iscrizioni greche di Roma. La pubblicazione di nuove e importanti ricerche aveva ampiamente accresciuto il loro numero (egli stesso ne aveva rintracciate un centinaio fino ad allora inedite), e nuovi studi avevano contribuito ad approfondire o a rivedere l’interpretazione di molti dei testi già noti. Moretti concepì pertanto la realizzazione di un nuovo corpus comprensivo di tutte le iscrizioni greche pagane di origine urbana (con la sola esclusione di defixiones e iscrizioni magiche, graffiti e bolli). Tale opera fu pubblicata fra il 1968 e il 1990 con il titolo Inscriptiones Graecae Urbis Romae.
Scritta in latino, essa si articola in quattro volumi (il primo contenente le iscrizioni pubbliche, sacre e private non funerarie, il secondo le funerarie in prosa, il terzo gli epigrammi funerari, il quarto le iscrizioni relative agli artisti e, in appendice, l’aggiornamento e la revisione dei primi volumi), e comprende oltre 1700 testi. Premessa alla stesura definitiva dell’opera furono un accurato e faticoso lavoro di ricognizione volto a rintracciare i reali luoghi di rinvenimento delle epigrafi e il luogo della loro conservazione attuale, nonché una revisione critica di tutti i manoscritti contenenti testi di iscrizioni greche urbane. I singoli testi furono accompagnati, ove possibile, da foto e da un commento molto equilibrato, volutamente limitato a quanto era indispensabile a inquadrare il documento epigrafico nell’ambiente geografico e storico nel quale era stato prodotto. La redazione di quest’opera fu, non per caso, di stimolo per importanti studi paralleli sull’onomastica, sulla demografia e sulla migrazione di personaggi dall’Oriente all’Occidente.
Anche se Roma rappresentò per anni il punto focale della ricerca di Moretti sull’epigrafia greca d’occidente, non poterono sfuggire alla sua attenzione e analisi iscrizioni di altre località dell’Italia, a cominciare da quelle delle zone più vicine. Per il Lazio restano saggi relativi a Ostia e Porto e all’emporio di Gravisca. Altre ricerche furono indotte e sollecitate dalla sua attività di docente in Sicilia, Campania e soprattutto in Puglia, dove la sua permanenza fu più lunga (vanno ricordati la ricca e innovativa relazione sulla storia di Taranto tenuta nel 1970 al X Convegno di studi sulla Magna Grecia ed edita nei relativi Atti e i saggi su iscrizioni greche e latine di Bari e Canosa). All’epigrafia greca del Sud si rifanno anche articoli concernenti iscrizioni di Locri e della Lucania (Venosa). Altrettanto ricco il panorama di ricerca siciliano, esteso fino alle isole Eolie. Non mancano infine saggi dedicati a zone dell’Italia settentrionale, come Ravenna e Aquileia.
Questi interessi paralleli gli suggerirono l’idea di affiancare al corpus delle iscrizioni greche di Roma pubblicazioni sistematiche nelle quali fossero raccolte iscrizioni greche delle altre località italiane. Per sua iniziativa e sotto la sua guida prese avvio dunque, nel 1984, la serie Iscrizioni greche d’Italia, quattro volumi della quale sono stati editi da suoi allievi, mentre altri sono in preparazione.
Sempre nell’ambito dello studio delle iscrizioni greche d’occidente non va trascurato il valido apporto alla redazione del Supplementum Epigraphicum Graecum, fondamentale strumento di aggiornamento bibliografico nel campo dell’epigrafia greca, la cui pubblicazione aveva avuto inizio a Leida nel 1923, ma era stata interrotta nel 1972. Nel 1975 fu istituita una commissione internazionale per studiare le modalità di ripristino e di miglioramento dell’opera e Moretti fu chiamato a farne parte. Con la ripresa della pubblicazione egli ricevette l’incarico di advisory editor per l’Italia e la Sicilia, aree geografiche per le quali gli era stata riconosciuta la massima competenza a livello internazionale. Il Supplementum poté avvalersi dei suoi preziosi suggerimenti e della sua accurata opera di revisione dal volume XXVI (1976) fino al volume XXXVIII (1988).
Acume critico e capacità di cogliere l’essenziale emergono con particolare evidenza anche nella ricca serie di recensioni che la sua vasta bibliografia annovera e nelle numerose schede dovute alla sua penna, apparse nella rubrica Libri ricevuti della Rivista Italiana di Filologia nel periodo in cui ne condivise la direzione.
Morì a Roma l’8 agosto 1991.
Un elenco degli scritti di Moretti è in Tra epigrafia e storia, Roma 1990, pp. 11-15, con appendice in Scienze dell’Antichità, VI-VII (1992-93), p. 10.
Fonti e Bibl.: M.L. Lazzarini, L. M., in Gnomon, LXV (1993), pp. 81-83; Id., s.v. M. L., in Enciclopedia italiana, V Appendice (1993), pp. 552 s.; M. Pani, Ricordo di L. M., in Scienze dell’Antichità, VI-VII (1992-93), pp. 11-16; S. Panciera, L. M., in Epigrafi, epigrafia, epigrafisti, Roma 2006, pp. 1569-1571.