MEDA, Luigi
– Nacque a Milano il 1° luglio 1900, da Filippo, esponente di spicco del movimento cattolico e ministro nei governi Boselli, Orlando e Giolitti, e da Maria Annunciata Branca.
Dopo aver frequentato il ginnasio all’istituto Bognetti-Boselli, intenzionato a intraprendere la carriera militare, proseguì gli studi alla Nunziatella di Napoli, dove rimase fino al giugno del 1917. Nel novembre dello stesso anno si arruolò nel corpo degli alpini.
Combattente sul fronte dell’Adamello, fu insignito di tre croci di guerra e due medaglie di benemerenza, quindi, nel 1919, fu smobilitato e abbandonò la carriera militare.
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia, il M. fu assorbito da nuovi interessi: il giornalismo, la militanza nelle file dell’Azione cattolica italiana e quindi del Partito popolare italiano (PPI), costituitosi nel gennaio 1919. In seno al nuovo partito il M. si collocò, insieme con il fratello Gerolamo, nella corrente di sinistra guidata da G. Miglioli e da F.L. Ferrari.
Egli riversò il suo impegno soprattutto nell’attività sindacale tra i coltivatori diretti, di cui sostenne le rivendicazioni economiche che erano, a suo giudizio, più modeste di quanto era stato loro promesso durante la guerra. Benché lontano dal radicalismo di Miglioli, il M. era tuttavia convinto che fosse necessario un profondo mutamento dei rapporti economici e sociali nelle campagne italiane. Altrettanto ardita, rispetto alla linea del partito e in aperto contrasto con le convinzioni paterne, era la tesi del M. secondo cui i lavoratori cattolici avrebbero dovuto iscriversi alla Camera del lavoro di Milano per influire dall’interno sulla politica di quella organizzazione.
Insieme con Ferrari e il fratello Gerolamo fu tra i fondatori e redattori del settimanale Il Domani d’Italia: il primo numero uscì il 24 dic. 1922.
Il giornale, diretto da Ferrari, poneva al centro della propria battaglia culturale e politica «il problema del rapporto fra mondo cattolico e democrazia nell’età moderna, fra le lotte del proletariato industriale e contadino e le future strutture di un nuovo Stato democratico fuori dagli schemi e dalle tentazioni della democrazia protetta e del corporazionismo interclassista» (Ferrari, in Diz. storico
…, p. 364).
Al IV congresso del PPI (Torino, 12-14 apr. 1923) il M. intervenne sollecitando, sempre d’accordo con il fratello Gerolamo, l’uscita dei popolari dal governo Mussolini. La sinistra del partito avrebbe voluto candidare al consiglio nazionale uno dei due fratelli, ma entrambi rifiutarono per un atto di riguardo nei confronti del padre: questi era favorevole al proseguimento della collaborazione con i fascisti e il contrasto familiare si sarebbe manifestato in modo clamoroso. Di fronte agli attacchi e alle distruzioni delle sedi sindacali, il M. suggerì che il movimento sindacale cristiano divenisse una branca dell’Azione cattolica ponendosi sotto la protezione dell’autorità ecclesiastica.
«Noi siamo del parere – scrisse nel Domani d’Italia del 28 nov. 1923, in un articolo intitolato Sindacalismo cristiano e Azione cattolica – che si sia giunti al punto da ritenere indispensabile e urgente che intervenga, nella direzione del movimento sindacale, l’autorità religiosa; abbiamo la convinzione che il movimento sindacale cristiano potrà ora sostenersi e svilupparsi nelle attuali contingenze, se diventerà specifica e ufficiale attività dell’Azione cattolica» (cit. in Dore, p. 164).
Con la fine delle libertà politiche il M. si dedicò all’attività forense, continuando a manifestare, nell’ambito ristretto dell’Azione cattolica e dell’associazione milanese Pro cultura, le sue convinzioni sull’antitesi tra valori cristiani e fascismo. Nel 1936 difese, davanti al tribunale speciale, P. Malvestiti e G. Malavasi, promotori del Movimento guelfo d’azione.
A partire dall’estate 1942 partecipò alle riunioni clandestine di esponenti cattolici ed ex popolari in cui furono poste le basi per la costituzione della Democrazia cristiana (DC).
In particolare il M. fu, insieme con E. Clerici, G.B. Migliori, G. Brusasca e altri, nel gruppo dei cattolici milanesi che, d’intesa con il gruppo guelfo, elaborò il Programma di Milano. I dodici punti del programma non si discostavano dai tradizionali postulati del cattolicesimo democratico con una chiara connotazione laica e aconfessionale.
Dopo l’8 sett. 1943 il M. fu fra gli organizzatori della Resistenza a Milano e in Alta Italia e rappresentante della DC nel comitato militare del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI). Il 25 novembre fu arrestato e rinchiuso nel carcere di S. Vittore fino al 26 apr. 1944, allorché fu liberato grazie a uno scambio di prigionieri con la mediazione dell’arcivescovo di Milano I. Schuster.
Di quella esperienza avrebbe poi riferito nel libro I carcerati pregano. Memorie di S. Vittore, reparto tedesco 1943-1944 (Milano 1946).
Dopo il 25 apr. 1945 fu nominato presidente del Comitato milanese di liberazione nazionale e il 7 apr. 1946 venne eletto al Consiglio comunale. Assessore allo Stato civile nella giunta presieduta dal sindaco socialista A. Greppi, il 2 giugno 1946 fu eletto nel IV collegio di Milano all’Assemblea costituente. Il 15 febbr. 1948 si dimise da assessore, essendo stato chiamato a far parte del governo nazionale come sottosegretario alla Difesa, incarico che ricoprì fino al 14 genn. 1950 nel IV e V governo De Gasperi.
Si occupò in particolare del problema dei militari italiani dispersi in Russia e, dal 1952, fece parte della commissione speciale dell’Organizzazione delle Nazioni unite (ONU) per i prigionieri di guerra.
Riconfermato deputato nel IV collegio di Milano nelle elezioni del 18 apr. 1948, nelle successive del 7 giugno 1953 non risultò eletto. Lasciata l’attività parlamentare, il M. tornò a sedere nel Consiglio comunale di Milano in seguito alle elezioni del 21 maggio 1956, e venne riconfermato nelle successive tornate elettorali del 6 nov. 1960 e del 22 nov. 1964. Il M. fu tra i protagonisti della vita amministrativa milanese, come vicesindaco dal 1956 al 1966, assessore al Bilancio e tributi dal 1956 al 1960, all’Istruzione dal 1960 al 1964 e all’Educazione dal 1964 al 1966.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta il M. fu tra coloro che, in seno alla DC e nel mondo cattolico milanese, avvertirono l’esigenza di favorire, insieme con lo sviluppo economico e con l’espansione territoriale della città, un processo di crescita sociale e culturale che avesse come riferimento il mondo del lavoro. In tale prospettiva s’impegnò affinché si realizzasse la politica di centrosinistra e contribuì al varo, il 21 genn. 1961, della prima giunta sostenuta da una maggioranza composta dalla DC, dal Partito socialista democratico italiano (PSDI), dal Partito repubblicano italiano (PRI) e dal Partito socialista italiano (PSI). Nel 1963 fu eletto presidente del Centro di cultura Giancarlo Puecher, nato qualche anno prima a Milano con lo scopo di garantire la continuità di riflessione e di impegno della tradizione cattolico democratica di matrice sturziana e popolare.
Il M. morì a Milano il 12 dic. 1966.
Fonti e Bibl.: Ampia documentazione che riguarda l’attività pubblica del M. è conservata nell’archivio della famiglia a Inverigo (Como). Una fonte utile per la conoscenza del suo pensiero politico è costituita dai numerosi articoli pubblicati nella rivista della sinistra popolare Il Domani d’Italia e, nel secondo dopoguerra, nel settimanale della DC milanese Democrazia, fondato dal M. nel 1944. Si vedano inoltre: G. De Rosa, Storia del Partito popolare, Bari 1958, ad ind.; Il Domani d’Italia, a cura di G.P. Dore, Roma 1958, ad ind.; G. Galli - P. Facchi, La sinistra democristiana. Storia e ideologia, Milano 1962, ad ind.; A. Fappani, Guido Miglioli e il movimento contadino, Roma 1964, ad ind.; M.G. Rossi, Francesco Luigi Ferrari: dalle Leghe bianche al Partito popolare, Roma 1964, ad ind.; L. M. fra noi, Milano 1967; G. Spataro, I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Milano 1968, ad ind.; Atti e documenti della Democrazia cristiana, 1943-1967, a cura di A. Damilano, I-II, Roma 1968, ad indices; Gli Atti dei congressi del Partito popolare italiano, a cura di F. Malgeri, Brescia 1969, ad ind.; G. Baget-Bozzo, Il partito cristiano al potere. La DC di De Gasperi e di Dossetti 1945-1954, Firenze 1974, ad ind.; M. Di Lalla, Storia della Democrazia cristiana, I-III, Torino 1979-82, ad indices; Storia del movimento cattolico in Italia, diretta da F. Malgeri, III, Popolarismo e sindacalismo cristiano nella crisi dello Stato liberale, Roma 1980; ibid.; IV, I cattolici dal fascismo alla Resistenza, ibid. 1981, ad indices; C. Fontana, All’ombra di palazzo Marino 1941-1981, Milano 1981, ad ind.; A. Ferrari, in Diz. stor. del movimento cattolico in Italia 1860-1980, II, I protagonisti, Casale Monferrato 1982, s.v., pp. 363-366; Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, I, Dalla Resistenza alla Repubblica (1943-1948), Roma 1987; ibid., II, De Gasperi e l’età del centrismo (1948-1954), ibid. 1989; ibid., III, Gli anni di transizione: da Fanfani a Moro (1954-1962), Roma 1989, ad indices; A. Ferrari, L. M., in Il Parlamento italiano, XVII, 1954-1958, Il centrismo dopo De Gasperi, Milano 1991, pp. 412s., 493; F. Boiardi, I bianchi. Gli uomini che hanno fatto la storia della DC, III, Roma 1992, pp. 117-124; Cattolici, Chiesa, Resistenza a cura di G. De Rosa, Bologna 1997, ad ind.; M. Emanuelli, Accadde a Milano, Milano 2002, pp. 33, 35, 37, 40 s., 50, 58, 97-99, 115 s., 119 s., 125, 128, 149, 158-161, 170, 651; Enc. dell’antifascismo e della Resistenza, III, Milano 1976, s.v.; Diz. della Resistenza, II, Luoghi, formazioni, protagonisti, Torino 2001, sub voce.
G. Sircana