MAZZUCHELLI, Luigi
– Nacque a Brescia il 19 sett. 1776 da Francesco e Isabella Conforti. Dopo aver ricevuto le prime basi dell’istruzione dal giovane matematico e studioso di ingegneria A. Sabatti, entrò il 12 marzo 1784 nel collegio Cicognini di Prato dove rimase fino al 25 sett. 1793.
L’internamento in collegio, documentato da un nutrito carteggio con il padre (ora integralmente pubblicato), coincise con la separazione dei genitori e fu deciso dal padre che voleva allontanarlo il più possibile da Brescia per impedire ogni contatto con la madre. Dopo l’uscita dal collegio, rimase per un anno a Firenze nella casa dell’avvocato L. Ambrosi e qui, oltre a prendere lezioni di scherma ed equitazione, seguì corsi di retorica, matematica, giurisprudenza.
Al ritorno a Brescia il M. avrebbe, secondo A. Luzio, aderito alla massoneria. Si è anche sostenuto che in questo periodo egli «fece una rapida carriera nelle file dell’esercito austriaco» (Giacchi), ma la notizia non trova conferma nelle fonti. Risulta invece che, conquistato dalle idee giacobine e repubblicane, partecipò all’assalto del broletto durante la rivolta del 18 marzo 1797 che portò alla fine della dominazione veneta nel Bresciano. Costituitesi le truppe del governo provvisorio, prese parte come ufficiale alla spedizione di Salò contro gli oppositori del nuovo regime; poi, l’11 maggio 1797, fu nominato «capo di mezza legione» nella Legione bresciana e, in seguito, divenne capo battaglione nell’esercito della Repubblica Cisalpina.
Il M. era comandante della piazza militare di Bologna quando, nell’aprile del 1798, si rese complice della congiura di ispirazione babuvista organizzata dal molisano Orazio De Attellis con l’intento di democratizzare la Toscana e rovesciare il governo granducale; il complotto fallì ma, a differenza di De Attellis, il M. non subì conseguenze di sorta.
Ritiratosi in Provenza dopo l’arrivo in Italia degli Austro-Russi, conobbe e poi sposò l’8 febbr. 1800 Paolina d’Eiderdy (1781-1859), originaria di Nizza, da cui ebbe almeno dieci figli.
Di questi si ricordano il primogenito Federico (Rimini, 12 apr. 1801 - Brescia, 5 sett. 1809), Giuseppe Faustino Filippo (nato a Milano il 30 sett. 1802), iscritto anche lui al Cicognini dal 1810 al 1815, Paolina Felicita (nata il 1° ott. 1805), Giovanni Maria Federico (Milano, 3 luglio 1811 - Brescia, 11 maggio 1885), Isabella Maria (nata a Linz il 19 febbr. 1815), Elena, sposata a Claudio Bossi nel 1842.
Rientrato in Italia nel maggio del 1800 con il grado di capo legione, equivalente a quello di colonnello, il M. fu presente, con la Legione italiana comandata dal generale Giuseppe Lechi, alla campagna della Romagna. Il 7 ott. 1807 fu nominato generale di brigata e con questo grado, dall’anno seguente, prese parte alla guerra di Spagna nella divisone comandata dal generale D. Pino.
Partì da Novara il 22 ag. 1808 con 4064 fanti reduci dalla Pomerania e il 21 settembre varcò i Pirenei. Il 6 novembre schierò le sue truppe all’assedio di Rosas, conclusosi il 5 dicembre con 700 perdite. L’anno seguente fu impegnato nell’assedio di Gerona. Dopo la resa della città, il 10 dic. 1809, il generale Pino rientrò in Italia lasciando il comando interinale della divisione al M., che lo tenne fino al 26 marzo 1810. A conclusione della campagna di Spagna ottenne il 4 giugno 1810 il titolo di barone dell’Impero, con una dotazione annua di 4000 franchi. Tornato nuovamente in Italia nel 1814, il 5 maggio venne nominato dal viceré Eugenio di Beauharnais capo di stato maggiore e generale di divisione.
Mentre il regime napoleonico entrava in crisi, le pressioni del conte Enrico Giuseppe Bellegarde lo indussero a passare il 2 luglio 1814 al servizio dell’Austria col grado di tenente maresciallo, con il compito di sciogliere l’armata italiana e ricostituire un nuovo corpo. Nominato titolare di un reggimento di fanteria, venne destinato a comandare una divisione nella Stiria e per diversi anni prese residenza a Graz. Nel 1830 fu nominato vicepresidente del Supremo Consiglio aulico di guerra, poi generale di artiglieria e infine, il 20 giugno 1834, consigliere intimo dell’imperatore; gli fu anche riconosciuto il titolo di conte austriaco per le linee maschile e femminile, mentre il titolo di conte confermato a Venezia il 25 marzo 1817 era limitato ai soli maschi. Divenuto nel 1840 governatore di Mantova, fu collocato a riposo nel 1846.
Tornato a Brescia, alternò il soggiorno in città a quello nella sua dimora di campagna a Montichiari, dove allestì una specola e una sorta di museo-biblioteca aperto agli amici. Tra gli oggetti conservati vi erano le raccolte del nonno Gian Maria Mazzuchelli, tra cui i manoscritti, le voci inedite del dizionario bio-bibliografico Gli scrittori d’Italia e la preziosa collezione di medaglie (tali materiali – rispettivamente conservati presso la Biblioteca vaticana e nei Musei Civici di Brescia – furono gelosamente custoditi dal padre Francesco, alla morte del quale passarono in eredità al Mazzuchelli).
Allo scoppio dei moti del 1848, il M. raggiunse il 18 marzo a Verona l’arciduca Ranieri, quindi riparò a Vienna. Da qui, il 6 aprile, informava con una lettera il generale (e cugino) Teodoro Lechi, nominato comandante in capo delle truppe lombarde, della volontà della corte asburgica di giungere a una trattativa di pace con gli insorti. Tuttavia il suo tentativo di mediazione incontrò la ferma opposizione del partito militare capeggiato dal generale J.J. Radetzky e venne abbandonato.
Negli ultimi vent’anni della sua vita il M. visse in Austria e in Spagna, considerandosi suddito austriaco fino alla morte, avvenuta a Vöslau, in Austria, il 5 ag. 1868.
Fonti e Bibl.: Prato, Arch. del Collegio Cicognini, reg. 228: Elenchi dei convittori, ad nomen; Brescia, Arch. della Parrocchia di S. Lorenzo, Registri dei morti, 2 (1770-1817), c. 221; Ibid., Biblioteca Queriniana, Mss., G.VIII.11: Copialettere di Luigi Mazzuchelli (1° - 31 luglio 1814); G.VIII.14m2 (24 ott. 1819 - 26 dic. 1838); Documenti della famiglia del conte Mazzuchelli dal 1797 (manoscritto di proprietà di G.L. Masetti Zannini, Roma); Caro figlio, stimato padre. Famiglia, educazione e società nobiliare nel carteggio tra Francesco e L. M. (1784-1793), a cura di S. Onger, Brescia 1998; F. Gambara, Ragionamenti di cose patrie ad uso della gioventù, III, Brescia 1840, pp. 210 s.; A. Zanoli, Sulla milizia cisalpina italiana: cenni storico statistici dal 1796 al 1814, I-II, Milano 1845, passim; A. Luzio, La massoneria sotto il Regno Italico e la restaurazione austriaca, in Arch. stor. lombardo, XLIV (1917), p. 341; U. Da Como, La Repubblica bresciana, Bologna 1926, passim; E. Rota, Le origini del Risorgimento, Milano 1938, II, p. 1129; N. Giacchi, Gli uomini d’arme nelle campagne napoleoniche, Roma 1940, p. 327; P. Guerrini, Il maresciallo austriaco conte L. M. e la sua nobile famiglia bresciana, in Riv. del Collegio araldico, 1942, poi in Id., Araldica. Famiglie nobili bresciane, Brescia 1984, pp. 275-282; G. Piovanelli, Nuovi contributi alla conoscenza di L. M., in Commentari dell’Ateneo di Brescia, CLXXXII (1983), pp. 117-129; C. Zaghi, Il Direttorio francese e la Repubblica Cisalpina, II, Battaglie costituzionali e colpi di Stato, Roma 1992, p. 803; P. Del Negro, Dalla Repubblica di Venezia al Regno d’Italia. Una ricerca sugli alti ufficiali napoleonici originari dai territori di S. Marco, in Ricerche storiche, XXIII (1993), pp. 469 s., 475 s., 483; L.A. Biglione di Viarigi, Il 1848 e il 1849 bresciani nei corrispondenti del conte Luigi Lechi presidente dell’Ateneo e del governo provvisorio, in Commentari dell’Ateneo di Brescia, CXCIII (1994), pp. 138-141; P. Del Negro, Gli ex-sudditi della Lombardia veneta nell’esercito rivoluzionario e napoleonico, in 1797 il punto di svolta. Brescia e la Lombardia veneta da Venezia a Vienna (1780-1830). Atti del Convegno in occasione del 200° della Rivoluzione bresciana… 1997, a cura di D. Montanari - S. Onger - M. Pegrari, Brescia 1999, pp. 256-258; S. Onger, Lettere e vita familiare: il carteggio tra Francesco Mazzuchelli e il figlio Luigi (1784-1793), in «Dolce dono graditissimo». La lettera privata dal Settecento al Novecento, a cura di M.L. Betri - D. Maldini Chiarito, Milano 2000, pp. 62-93; N. Gascons, L. M., un general italià en el setge de Girona de 1809, in Revista de Girona, 2002, n. 213, pp. 44-47; V. Ilari, Le truppe italiane in Spagna, in Gli Italiani in Spagna nella guerra napoleonica (1807-1813). I fatti, i testimoni, l’eredità. Atti del IV Convegno internazionale…, Novi Ligure… 2004, a cura di V. Scotti Douglas, Alessandria 2006, pp. 451-454; Enc. bresciana, IX, Brescia 1992, pp. 67 s.