GUALA, Luigi Maria Fortunato
Nacque a Torino il 14 ott. 1775 dall'avvocato Giovanni Giuseppe e da Scolastica Gastinelli, oriundi di Cassine, presso Acqui. Conseguita la laurea in teologia nell'Università di Torino il 1° marzo 1796, fu ordinato sacerdote dall'arcivescovo C.L. Buronzo del Signore (16 febbr. 1799). Il 16 ott. 1808 fu nominato rettore della Congregazione degli artisti e della chiesa di S. Francesco d'Assisi dall'arcivescovo G.V. Della Torre. Dal 1809 coadiuvò l'abate P.B. Lanteri e le "Amicizie" nel soccorrere Pio VII prigioniero di Napoleone in Savona. Teologo collegiato nell'Università dal 6 ott. 1814, il 16 dicembre successivo fu nominato capoconferenza di teologia morale da Vittorio Emanuele I, il 23 maggio 1818 amministratore del santuario di S. Ignazio presso Lanzo e il 4 giugno 1823, dall'arcivescovo C. Chiaveroti, rettore del convitto ecclesiastico di S. Francesco, nel quale fu anche docente fino alla morte.
La sua attività pastorale e accademica si presenta in contraddizione con l'insegnamento teologico ricevuto nell'Università di Torino, ove insegnavano docenti come Pietro Antonio Regis, le cui posizioni in fatto di primato papale e di dottrina sulla grazia erano criptogianseniste, P.A. Ghio, che era sostenitore di un tuziorismo moderato (senza condiscendenza verso il giansenismo) e G.A. Alasia, il cui orientamento era probabiliorista e rigorista. Il G. studiò certamente l'opera di questo, i Commentaria theologiae moralis, pubblicati a Torino in 10 volumi dal 1793 al 1809, che poi adottò come testo ufficiale nel convitto.
Sul piano teologico-pastorale l'apporto determinante per il G. venne dalle Amicizie, un'associazione segreta articolata nella Amicizia sacerdotale, riservata ai sacerdoti, nella AA, estesa ai seminaristi e agli studenti universitari di teologia, e nell'Amicizia cristiana, la più nota, prevalentemente laicale e aristocratica, fondata a Torino intorno al 1780 dall'ex gesuita svizzero Nikolaus von Diessbach. La matrice ignaziana dell'associazione si manifestava nella fedeltà al papa, nell'intenso impegno apostolico e negli annuali esercizi spirituali degli "amici". L'ispirazione alfonsiana si coglieva invece nell'assidua pratica sacramentaria e nell'adozione della teologia morale, tendenzialmente benignista, di Alfonso Maria de' Liguori.
Il primo frutto dell'influsso delle Amicizie sul G. fu un intenso e costante impegno nella predicazione di missioni popolari, e soprattutto di esercizi spirituali, a sacerdoti e a laici. Gli esercizi, introdotti da s. Ignazio di Loyola, erano propri della Compagnia di Gesù. Non stupisce che nel settembre del 1807 il G. e il Lanteri, principale esponente delle Amicizie a Torino, predicassero un corso di esercizi al clero nel santuario di S. Ignazio di Lanzo, costruito e diretto fino al 1773 dai gesuiti di Torino. Da quell'anno il G., nominato poi anche rettore del santuario, si impegnò nella predicazione dei corsi estivi e in lavori di adattamento dell'edificio e di costruzione di vie di accesso, trovandosi il santuario in zona montana. Il santuario, già secolare centro di devozione popolare a s. Ignazio, divenne anche casa estiva per esercizi spirituali, frequentata dal fior fiore del clero piemontese. Per la Chiesa torinese e piemontese questo è un rilevante merito storico del Guala.
Fu tuttavia soprattutto il convitto ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi a fare del G. una figura fondamentale della storia ecclesiastica e religiosa del Piemonte nell'Ottocento.
L'autorizzazione ad avviarlo gli fu concessa dal R. Economato l'8 ag. 1817; l'attuazione del progetto, già pensato dal Lanteri, fu facilitata dal fatto che il corso privato di teologia morale pratica iniziato dal G. nel 1808 aveva ottenuto il riconoscimento regio il 16 dic. 1814, con la sua nomina a capo di conferenza di teologia morale. L'iniziativa rispondeva alla necessità, già avvertita dagli arcivescovi di Torino, di offrire una sistemazione dignitosa ai giovani sacerdoti che dal Piemonte giungevano nella capitale per frequentare le conferenze (ossia corsi) di teologia morale pratica, istituite dal sovrano sabaudo nel 1738. Il convitto rispose a tale necessità nello spirito delle Amicizie. Il tipo di sacerdote che ci si proponeva di formare era un prete-pastore, ricco di vita interiore e zelante nella cura pastorale, ossia impegnato nella predicazione, nella catechesi, nell'eucarestia e nella confessione (non rigorista, ma esigente e misericordiosa alla maniera di s. Alfonso), secondo i modelli di s. Carlo Borromeo, s. Francesco di Sales, il beato Sebastiano Valfré e s. Alfonso. Ma era anche un prete legittimista, filoromano e obbediente al papa. Se suscitò pesanti critiche di lassismo gesuitico da parte di V. Gioberti nel Gesuita moderno, il convitto contribuì notevolmente al miglioramento qualitativo del clero torinese-piemontese, anche formando educatori di sacerdoti, quali Giuseppe Cafasso, successore del G., e Giovanni Bosco.
Morendo a Torino il 6 dic. 1848, il G. lasciò alla diocesi, col convitto, un patrimonio morale ricco di potenzialità formative, rimasto unica istituzione di perfezionamento pastorale del clero torinese per oltre un secolo.
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. stor. dell'Università, Facoltà di teologia, X.E.2, 5; Ibid., Archivio arcivescovile, Registrum ordinationum 1797-1805, 12.3.5; Corrispondenze, 11/3/24-31 (lettere agli arcivescovi C. Chiaveroti e L. Fransoni); Provvisioni semplici, anni 1808 e 1823; Santuario Consolata. Convitto, 19. 15/8 (22 lettere a persone diverse); Ibid., Archivio del santuario e convitto della Consolata, Convitto ecclesiastico, faldoni 24, 25, 27, 28 (con appunti autografi di un corso di esercizi del 1798); Santuario di S. Ignazio, faldoni 32, 33; Roma, Arch. stor. della Congregazione degli oblati di Maria Vergine, Serie Torino S. Francesco (lettere al G. nei 3 volumi Casa S. Francesco; altro in Volume libri conti vari. Registri associazioni e in Volume registro conti).
Alcune lettere del G. apparvero nella Positio per la canonizzazione del Lanteri (Frutaz, 1945); dieci sue lettere al Lanteri sono nei voll. III e V del Carteggio del venerabile padre P.B. Lanteri (1759-1830), a cura di P.P. Calliari, Torino 1976; trentatré lettere del generale dei gesuiti al G. sono in Epistolae Ioannis Phil. Roothaan, IV-V, Roma 1939-40, pp. 210-214, 471-475, 479-488, 576 s., 666-690, 938. Non esiste una biografia del G., si dispone soltanto di due voci curate da A.P. Frutaz (Enc. cattolica, VI, Città del Vaticano 1951, coll. 1194 s.; Dictionnaire de spiritualité, VI, Paris 1967, coll. 1092-1094); tratta espressamente del G. solo G. Usseglio, Il teologo G. e il convitto ecclesiastico di Torino, Torino [1948]. Tuttavia il G. ricorre in quasi tutta la copiosa bibliografia sulla vita ecclesiastica e religiosa del Piemonte nell'Ottocento, soprattutto in quella concernente P.B. Lanteri e gli oblati di Maria Vergine (cfr. Bibliografia lanteriana, in Carteggio del venerabile padre P.B. Lanteri, cit., I, pp. 185-252, ma in tutti i cinque volumi vi sono interessanti informazioni sul G.), s. Giuseppe Cafasso e il convitto di S. Francesco d'Assisi, s. Giovanni Bosco e le origini della Congregazione salesiana. Inoltre: V. Gioberti, Il gesuita moderno, V, Losanna 1847, pp. 285-287; M. d'Azeglio, I miei ricordi, Firenze 1879, pp. 129-131; Il santuario di S. Ignazio di Loyola presso Lanzo, Torino 1870, pp. 78 s.; P. Gastaldi, Della vita del servo di Dio Pio Brunone Lanteri, fondatore della Congregazione degli oblati di M.V., Torino 1870, pp. 150 s., 218 s.; G. Colombero, Vita del servo di Dio don G. Cafasso con cenni storici sul convitto ecclesiastico di Torino, Torino 1895, pp. 41-66; L. Nicolis de Robilant, Vita del venerabile G. Cafasso confondatore del convitto ecclesiastico di Torino, Torino 1912, pp. XVII-XL; A. Monti, La Compagnia di Gesù nella provincia torinese, II, Chieri 1915, pp. 742-747; P. Savio, Devozione di mons. Adeodato Turchi alla S. Sede, Roma 1938, pp. 627-630, 644 s.; [A.P. Frutaz], Beatificationis et canonizationis servi Dei Pii BrunonisLanteri…Positio super introductione causae et super virtutibus, Città del Vaticano 1945, pp. 30-32, 199-221; A. Gambaro, Il lamennesismo a Torino, in Boll. storico-bibliografico subalpino, LV (1957), pp. 36, 355-357; C. Bona, Le "Amicizie". Società segrete e rinascita religiosa (1770-1830), Torino 1962, ad ind.; G. De Rosa, Storia del movimento cattolico in Italia, Bari 1970, pp. 14-23; G. Tuninetti, Il santuario di S. Ignazio presso Lanzo, Pinerolo 1992, pp. 75-100; M. Rossino, Il convitto ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi. La sua fondazione, in Adiutor gaudii vestri. Miscellanea in onore del card. G. Saldarini arcivescovo di Torino…, in Arch. teologico torinese, I (1995), pp. 482-491; Id., Alle origini del convitto ecclesiastico della Consolata. Le conferenze di teologia morale, in Cultura cattolica ed esperienze pastorali a Torino, Racconigi 1995, pp. 7-33; G. Tuninetti, Facoltà teologiche a Torino. Dalla facoltà universitaria alla facoltà dell'Italia settentrionale, Casale Monferrato 1999, pp. 88-134.