MANFREDI, Luigi
Da Francesco e da Marianna Coppola nacque il 25 genn. 1861 a Napoli ove, conclusi gli studi classici, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia.
Durante il corso meritò un riconoscimento dall'Università per una accurata ricerca, condotta presso il gabinetto di anatomia ed embriologia comparata, sull'embriogenesi di una specie di mollusco di piccole dimensioni, Aplysia marginata, fino ad allora solo superficialmente studiata: Le prime fasi dello sviluppo dell'Aplysia, in Atti della R. Accademia delle scienze fisiche e matematiche, IX (1883), Appendice, n. 3.
Prossimo alla conclusione degli studi, il M. fu insignito con una medaglia per aver partecipato all'organizzazione delle squadre di soccorso sanitario in occasione della grave epidemia di colera che infierì a Napoli nel 1885. Conseguita in quello stesso anno la laurea, vinse due borse di studio per perfezionamento: una in patologia generale presso l'ateneo napoletano e una, per la quale optò, fruibile all'estero in patologia generale e igiene, cosicché nel 1888-89 poté lavorare a Monaco di Baviera presso l'Istituto d'igiene diretto da M.J. von Pettenkofer, fondatore dell'igiene sperimentale.
Di ritorno a Napoli, il M. dette inizio alla carriera universitaria lavorando nei laboratori della clinica medica diretta da A. Cantani e dell'istituto di fisiologia sperimentale, poi nel gabinetto di igiene di V. De Giaxa. Nel 1891 conseguì la libera docenza in igiene e per due anni svolse un corso libero della specialità, quindi nel 1893, superato il concorso per l'abilitazione alla cattedra, fu chiamato come professore straordinario all'insegnamento di igiene dalla facoltà medica dell'Università di Palermo. Assunta la direzione della cattedra, il M. si adoperò per ottenere strutture idonee allo svolgimento del corso, fino ad allora ospitato nell'aula della anatomia patologica. Nel 1894 riuscì a ottenere la fondazione nei locali ristrutturati dell'antico monastero delle ree pentite, dell'istituto di igiene dell'Università di Palermo, del quale assunse la direzione: nello stesso periodo riorganizzò la Società italiana di igiene, fondata da N. Turrisi. Nominato ordinario nel 1901, nel 1906 mutò il titolo dell'insegnamento in igiene sperimentale, materia che continuò a insegnare per oltre quarant'anni.
All'attività didattica e organizzativa il M. unì anche quella di ricercatore, recando validi contributi scientifici nei vari campi della specialità.
Apprezzati furono i suoi studi di batteriologia, che gli consentirono di mettere in luce le caratteristiche biologiche di alcuni microrganismi di interesse clinico e sperimentale (Di un nuovo micrococco nella patogenesi di una forma sperimentale di tumori da infezione; suoi rapporti con la pneumonite, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, n.s., VII [1886], pp. 864-880; Sull'azione fisiologica e tossica dei prodotti di coltura dello streptococco dell'eresipela, ibid., X [1888], pp. 456-478, in collab. con G. Traversa) o utili nella preparazione dei vaccini (Dell'eccedenza del grasso nell'alimentazione dei microrganismi patogeni come causa di attenuazione della loro virulenza. Saggio di vaccinazione contro il carbonchio e contro il barbone bufalino, in Atti della R. Acc. dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze fisiche, matematiche e nat., s. 4, III [1887], 1, pp. 535-541); di dimostrare l'importanza del sistema linfogangliare nell'azione di filtro dei germi patogeni e di attenuazione della loro virulenza, alla quale fa seguito l'instaurarsi di una lenta immunizzazione e di un microbismo latente che può determinare la comparsa improvvisa di recidive o delle cosiddette autoinfezioni o infezioni criptogenetiche (Sull'importanza del sistema ganglionare linfatico nella dottrina moderna dell'infezione e dell'immunità, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, n.s., XX [1898], pp. 913-953; Influenza dei gangli linfatici nella produzione dell'immunità verso le malattie infettive, Palermo 1898; Õber die Bedeutung des Lymphganglien-Systems für die moderne Lehre von der Infection und der Immunität, in Archiv für pathologische Anatomie und Physiologie und für klinische Medizin, CLV [1899], pp. 335-378; I gangli linfatici nella difesa dell'organismo contro la tubercolosi, in Policlinico, sez. chirurgica, IX [1902], pp. 245-263, 293-312, 337-371, in collab. con B. Frisco); di vagliare le possibilità di impiego della batterioterapia (Stato attuale della questione della batterioterapia, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, n.s., XI [1889], pp. 28-40; Ancora sulla batterioterapia, ibid., pp. 204-212).
Recò anche validi contributi di igiene applicata, con lavori tecnici (Õber das Verhalten von Milzbrand- und Cholere-Bacillen in reinem Quarz und reinem Marmorboden, in Archiv für Hygiene, XI [1890-91], pp. 1-50, in collab. con A. Serafini) e, soprattutto, con un accurato studio sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel quale indicò la quantità media di rifiuti prodotti pro capite in una grande città, le loro composizione chimica e struttura fisica, il loro possibile impiego in agricoltura prendendone in dovuta considerazione la potenziale pericolosità (Sulla contaminazione della superficie stradale nelle grandi città dal punto di vista dell'igiene e dell'ingegneria sanitaria, ricerche e studi fatti con speciale riguardo alla città di Napoli, in Atti della R. Acc. delle scienze fisiche e matematiche, s. 2, IV [1891], Appendice, n. 4; L'inquinamento del suolo in Napoli in rapporto alla pavimentazione delle strade, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, n.s., XIII [1891], pp. 201-215). Studiò inoltre, dal punto di vista igienico, l'alimentazione delle classi povere a Napoli, la cui diffusa debilitazione fisica mise in relazione con la scarsa quantità di sostanze azotate presenti nell'abituale regime dietetico (Sull'alimentazione delle classi povere del popolo di Napoli, in Annali dell'Istituto di igiene sperimentale della R. Università di Roma, n.s., III [1893], pp. 37-113; Õber die Volksernährung in Neapel vom hygienischen Standpunkte, in Archiv für Hygiene, XVII [1893], pp. 552-617).
Una particolare attenzione il M. dedicò ai problemi igienici, clinici e sociali inerenti alla tubercolosi: direttore del sanatorio V. Cervello di Palermo, nel quale creò uno speciale reparto per madri tubercolotiche, presidente della giunta esecutiva del Comitato provinciale antitubercolare e dell'ente morale Associazione contro la tubercolosi, membro dell'Unione internazionale per la lotta contro la tubercolosi, favorì l'istituzione della scuola all'aperto Paolo Wedekind nella quale fu egli stesso insegnante, dette vita dal 1920 alla sezione sperimentale per la diagnosi precoce della tubercolosi e delle altre malattie infettive annessa all'istituto da lui diretto, fondò nel 1927 la prima scuola di assistenti vigilatrici della Sicilia, istituì il dispensario provinciale antitubercolare che nel 1944 fu intitolato al suo nome (si veda la relazione svolta al Comitato provinciale antitubercolare di Palermo nella seduta del 30 maggio 1921: La lotta contro la tubercolosi in Palermo e provincia, Palermo 1921, nonché Le indicazioni cliniche del pneumotorace artificiale nella terapia della tubercolosi polmonare, in Archivio di biologia, n.s., VII [1930], pp. 5-20; Un reparto per gestanti tubercolotiche nel piano di rinnovamento del sanatorio popolare Vincenzo Cervello, in Riv. sanitaria siciliana, XXI [1933], pp. 940-950; Il problema delle gravide tubercolotiche nell'attuale organizzazione antitubercolare in Italia, in I fattori dell'ambiente fisico e sociale della mortalità infantile, Roma 1941, pp. 434-445).
Tra i numerosi studi del M. una menzione particolare meritano le sue ricerche sulla grave incidenza della malaria nell'isola, problema al quale aveva cominciato a interessarsi dal 1901 quando, in collaborazione con le Ferrovie dello Stato, condusse una accurata indagine sui piccoli, ma estremamente diffusi e pericolosi, focolai di sviluppo di larve di due specie di zanzare vettrici del plasmodio rappresentati dalle numerose raccolte d'acqua formatesi nei cantieri di lavoro della linea Palermo-Messina: la lucida analisi dei fattori di rischio idrotellurici e dell'incuria dell'uomo, che di fatto rendevano vaste zone della Sicilia una "immensa palude", e la tenace opera di divulgazione che ne attuò furono la premessa alla bonifica della palude di Mondello.
Da ricordare infine la sua traduzione del manuale di R. Emmerich - H. Trillich, Guida per le ricerche igieniche compilata secondo i metodi in vigore nell'Istituto di igiene di Monaco, compilata durante la permanenza in questo istituto e pubblicata a Napoli nel 1891, con prefazione di von Pettenkofer.
Nell'Università di Palermo il M. fu rettore dal 1904 al 1908 e preside della facoltà medico-chirurgica dal 1913 al 1916 e dal 1923 al 1931. Lasciato l'insegnamento nel 1935 per limiti di età, proseguì però l'attività scientifica nel laboratorio dell'istituto di patologia speciale medica: nel 1944 dette un valido contributo a una campagna di vaccinazione nel capoluogo siciliano che stroncò sul nascere un'incipiente epidemia di vaiolo.
Notevole fu anche il suo impegno nella vita pubblica: commissario del Comune di Palermo nel 1897, organizzò il locale ufficio di igiene; eletto consigliere comunale nel 1901, fu assessore all'igiene e provvide ad aggiornare il regolamento generale d'igiene; assunto nel 1908 il governo dell'ospedale civico di S. Saverio, che avrebbe mantenuto fino al 1924, in occasione del terremoto di Messina organizzò squadre di soccorso; capo dei servizi sanitari durante un'epidemia di colera nel 1910, nel 1915 fondò l'Istituto siciliano S. Lorenzo di rieducazione dei mutilati e invalidi di guerra; membro del Consiglio provinciale di sanità, fino al 1935 fece parte del Consiglio superiore di sanità. Fu membro di numerose società e accademie scientifiche.
Ritiratosi in tarda età a Napoli presso la figlia Laura, che aveva avuto dal suo matrimonio con Giuseppina Vizzali, il M. vi morì il 25 ott. 1952.
Fonti e Bibl.: Necr., in Lotta contro la tubercolosi, XXII (1952), p. 914; in Sicilia sanitaria, VI (1953), pp. 483-491; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 61; L. Agrifoglio, Igienisti italiani degli ultimi cento anni, Milano 1954, pp. 75-78; A. Dröscher, Le facoltà medico-chirurgiche italiane (1860-1915). Repertorio delle cattedre e degli stabilimenti annessi, dei docenti, dei liberi docenti e del personale scientifico, Bologna 2002, pp. 171, 231. Sulla storia della lotta e delle istituzioni contro la tubercolosi, e sul ruolo svoltovi dal M., si veda anche: L. Sagona, Attuazioni di lotta antitubercolare nella provincia di Palermo, con prefaz. di G. Maggiore, Palermo 1935, ad indicem.