MAJNONI D'INTIGNANO, Luigi
Nacque a Milano il 24 febbr. 1841 da Gerolamo e da Giovanna Soresi.
Gerolamo era il nipote del generale napoleonico Giuseppe Antonio che aveva riportato in Italia la famiglia, secondo alcuni patrizia, dei Majnoni, originaria della Tremezzina. Figlio di Stefano, ufficiale del Regno Italico, Gerolamo nutrì sempre sentimenti patriottici, che ebbe modo di manifestare nel 1848, come maggiore della guardia nazionale di Milano, e poi ancora nel 1859 quando divenne colonnello della 2ª legione. Dato l'ambiente familiare, dei cinque figli di Gerolamo tre si dettero alla vita militare.
Per il M. - e per il fratello Stefano, maggiore di lui di tre anni - la svolta decisiva si verificò il 14 febbr. 1859, quando, abbandonati gli studi, i due fratelli lasciarono Milano, in compagnia del padre, per sottrarsi al controllo della polizia austriaca, traversare il Ticino e raggiungere il Piemonte, dove contavano di arruolarsi. Arrivati a Vigevano, presero entrambi servizio come volontari nel reggimento di cavalleria "Cavalleggeri di Monferrato", di stanza nella cittadina. Il M. iniziò così, il 18 febbr. 1859, la sua carriera militare, distinguendosi nella campagna successiva e rimanendo ferito alla mano destra da un colpo di sciabola il 22 giugno, tra Rivoltella e Pozzolengo, allorché restò "l'ultimo in retroguardia a sostenere l'urto della testa di colonna di uno squadrone nemico". Con questa motivazione, una determinazione sovrana del 12 luglio 1859 lo promosse sottotenente per merito di guerra.
Anche Stefano venne promosso per merito di guerra e l'anno successivo ottenne una medaglia d'argento al passaggio del Garigliano. Proseguì poi nella carriera, sempre nell'arma di cavalleria, segnalandosi anche come uno fra i promotori dell'equitazione di campagna. Si ritirò a vita privata nel 1896, dopo aver raggiunto il grado di maggiore generale, e morì il 15 marzo 1899.
Continuando a prestare servizio nel suo reggimento il M. venne nominato, il 18 febbr. 1860, aiutante di campo onorario del re, prova evidente della politica di avvicinamento della dinastia alla nobiltà delle nuove province del Regno. Assegnato al reggimento "Guide", il 3 giugno 1860 il M. fu promosso tenente, ottenendo poi la successiva promozione a capitano l'8 maggio 1864 con il passaggio nel reggimento "Lancieri di Foggia". Con questo reggimento prese parte alla terza guerra d'indipendenza, divenendone aiutante maggiore in prima nel 1868.
Il 31 dic. 1871 venne ammesso al corso di stato maggiore della Scuola superiore di guerra di Torino, che terminò nell'agosto 1873, classificandosi secondo su trenta idonei. Assegnato al 18 reggimento cavalleria, venne immediatamente inviato in missione in Germania per assistere alle grandi manovre della cavalleria. Rientrò in Italia nell'ottobre 1873 e fu promosso maggiore nel 19 reggimento cavalleria (Guide). Transitato nel corpo di stato maggiore, dal 1 nov. 1874 venne nominato addetto militare presso l'ambasciata di Vienna, e qui rimase fino al 31 dic. 1877, salvo un breve periodo, nel novembre 1876, quando fece parte della commissione internazionale incaricata di fissare, sui luoghi, le condizioni dell'armistizio turco-serbo.
La parte superstite della corrispondenza di questi anni del M. con il ministero della Guerra, conservata presso l'Ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito, tratta, oltre che di questioni di routine, anche di diversi aspetti politico-militari relativi alla questione d'Oriente, visti da un osservatorio privilegiato come quello di Vienna, e in un'occasione egli preconizza con molto anticipo l'annessione della Bosnia Erzegovina all'Austria-Ungheria. Tra le varie relazioni spicca un lungo e dettagliato rapporto sull'esercito turco redatto, appunto, in occasione della sua partecipazione alla commissione internazionale per l'armistizio turco-serbo.
Rientrato in Italia, il M. - cui la Consulta araldica nel gennaio 1876 aveva riconosciuto il titolo di nobile - venne nominato capo di stato maggiore della divisione militare di Milano e, il 27 marzo 1879, promosso tenente colonnello. Nello stesso anno, il 21 settembre, sposò Margherita dei nobili Greppi di Corneliano e Bussero, da cui l'anno successivo ebbe un figlio, Girolamo. Il 10 maggio 1883, divenuto colonnello, venne nominato comandante del 32 reggimento di fanteria di stanza a Savona, comando che resse per un anno prima di passare a Bologna a comandare il reggimento di cavalleria "Novara".
Dal 31 ag. 1886 tornò nel corpo di stato maggiore, a Roma, fino al marzo 1890, quando, divenuto colonnello brigadiere, ebbe il comando della VII brigata di cavalleria. Mantenne questo comando anche dopo la sua nomina a maggiore generale, avvenuta il 19 apr. 1891, fino al dicembre 1896, quando venne promosso tenente generale e nominato comandante della divisione militare territoriale di Padova. L'anno successivo, con decorrenza dal 1 ottobre, fu nominato ispettore dell'arma di cavalleria, incarico che conservò sino al febbraio 1902, quando venne nominato comandante del IV corpo d'armata, venendo però subito dopo trasferito al comando del VI a Napoli. Dal VI corpo d'armata passò al I a Torino, nel novembre 1904, e vi rimase per un anno, sino alla nomina a ministro della Guerra nel secondo governo Fortis, avvenuta il 24 dic. 1905. Lo stesso giorno venne anche nominato senatore.
Fu brevissima la vita del gabinetto Fortis, dimissionario ai primi di febbraio del 1906, quando venne sostituito dal gabinetto Sonnino, nel quale il M. conservò il dicastero della Guerra, ma già il 27 maggio anche questo governo rassegnò le dimissioni.
La breve permanenza del M. a via XX Settembre non gli permise certo di emanare provvedimenti di un qualche rilievo. È infatti più che probabile che il riordinamento dello stato maggiore, sanzionato con il decreto del 4 marzo 1906 che ne allargava le competenze, fosse stato progettato e preparato dai precedenti ministri, mentre è certamente ascrivibile al M. il "Nuovo riparto delle attribuzioni per divisioni, sezioni ed uffici del ministero della Guerra" emanato il 26 aprile in conseguenza del riordinamento dello stato maggiore.
Conclusa l'esperienza governativa, il M., designato al comando di un'armata in caso di guerra, fu provvisoriamente collocato a disposizione del ministero per ispezioni. Già il 29 luglio 1906, tuttavia, venne nominato comandante del III corpo d'armata di Milano, incarico che conservò sino al 24 febbr. 1909, quando, per raggiunti limiti di età, venne posto in servizio ausiliario. Il titolo di conte conferitogli motu proprio dal re il giorno successivo al passaggio in ausiliaria concluse il suo cursus honorum.
Richiamato in servizio temporaneo presso il comando del III corpo d'armata il 6 febbr. 1911, lasciò definitivamente l'esercito il 1 sett. 1914.
Tornato alla vita privata, il M. fu attivo, come già in precedenza, nel campo delle opere assistenziali in ambito militare. Consigliere, nel 1909, dell'associazione "Premio al Valore", fu poi presidente del comitato esecutivo del "Pro esercito", comitato per i soccorsi alle famiglie bisognose lombarde dei militari alle armi e dei morti e feriti in guerra, che riuscì ad assistere 12.000 famiglie in occasione della guerra di Libia e che alla vigilia della prima guerra mondiale aveva già stanziato un milione di lire.
Il M. morì a Parravicino, ora frazione di Erba, l'11 ag. 1918.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. dell'Esercito, Biografie, n. 81; Addetti militari, bb. 2-3; Ibid., Arch. centrale dello Stato, Presidenza del Consiglio dei ministri, 1908.1.1.1.287; Guerra europea, 19.1.6.38; A. Curti, Soldati del Risorgimento: i Majnoni, in Il Secolo XX, marzo 1922, pp. 205-212; A.F.M. Biagini, Momenti di vita balcanica (1878-1914). Aspetti militari, Roma 1981, pp. 22-25; Id., L'Italia e le guerre balcaniche, Roma 1990, pp. 31-33; Enc. militare, IV, p. 753; V. Spreti, Enc. storico-nobiliare italiana, IV, pp. 240-242; Enc. biografica e bibliografica "Italiana", A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, p. 132.