LILIO (o GIGLIO), Luigi
Sulla vita di questo studioso, che ha legato il suo nome alla correzione gregoriana del calendario, si hanno scarsissime notizie. Si sa soltanto che nacque verso il 1510 e, secondo recenti indagini, in Cirò (Catanzaro). Studiò medicina a Napoli, insieme col fratello Antonio, e nella sua giovinezza fu agli stipendî del conte Carafa, feudatario di Cirò. Morì nel 1576, lasciando inedito il suo Compendium novae rationis restituendi Kalendarium, che solo l'anno dopo fu presentato dal fratello Antonio al pontefice Gregorio XIII. Il piano di riforma, proposto dal L. nel Compendium, fu esaminato e discusso in Roma da una commissione di dotti (fra cui il cardinale G. Sirleto presidente, il gesuita C. Clavio, il domenicano I. Danti, autore della meridiana di S. Petronio in Bologna, l'astronomo G. Moleto e lo stesso Antonio Lilio) e fu anche comunicato ai maggiori scienziati di tutta Europa. Dopo di ciò le proposte del L. furono completamente accolte dal pontefice, con la costituzione Inter gravissimas pastoralis officii nostri curas, firmata in Mondragone (Frascati) il 24 febbraio 1582. Sulla correzione così apportata al calendario giuliano e, in particolare, sul ciclo di epatte diciannovennali, genialmente introdotto dal L. per la determinazione dei novilunî di un qualsiasi anno, v. calendario; epatta.
Bibl.: L. Boccardini, L. G. di Cirò, in Rivista calabrese di st. e geogr., I (1893); G. Giaranna, La patria dell'immortale astronomo calabrese L., in Riv. storica calabrese, VIII (1900); G. Aromolo, Psycrón. L. G., Catanzaro 1921; id., L. L., in Nel primo quinquennio della riforma Gentile. Studî e conf. dei professori del R. Ist. Tecnico "F. Galiani" di Chieti, Lanciano 1928; id., L. Giglio, in La Stirpe, VII (1930), pp. 491-94, 528-32.