Ellenista e poeta (Reggio nell'Emilia 1759 - Milano 1813); dapprima a Ferrara, in qualità di segretario del vicelegato pontificio, nel 1787 venne a Roma, chiamato dal principe Borghese, ma all'arrivo delle truppe francesi dovette lasciare la città: fu nell'Italia settentrionale, poi a Parigi. Stabilitosi definitivamente a Milano, ebbe importanti incarichi (tra l'altro bibliotecario della Braidense e successore di G. Parini nella cattedra di eloquenza di Brera). Tradusse dal greco (Poesie di greci scrittori, 1808, ove è consegnato tutto il suo lavoro di traduttore) e aiutò V. Monti nella traduzione dell'Iliade approntando per suo conto un'edizione dell'Iliade in greco che nel 1810 fu presentata a Napoleone. Nel 1811 fondò Il Poligrafico. Si ricorda per alcuni pungenti epigrammi scambiati con Foscolo, che da parte sua lo colpì aspramente nell'Hypercalypsis. Della sua opera poetica pubblicata postuma insieme con quella in prosa (Poesie e prose, 1822) celebre è l'ode I cocchi.