LUIGI I di Wittelsbach, re di Baviera
Nato a Strasburgo il 25 agosto 1786, morto a Nizza il 29 febbraio 1868. Egli nacque mentre suo padre, Massimiliano Giuseppe, fratello del duca regnante dei Due Ponti, era colonnello al servizio francese. Aveva viaggiato in Italia non ancora ventenne e, entrato a sua volta al servizio della Francia, si batté nel 1806 sotto Napoleone a Pultusk (Polonia) e nella campagna contro l'Austria nel 1809. Intimamente riluttante all'egemonia francese, gettò la maschera nel 1813, chiamando il popolo bavarese alla riscossa contro lo straniero, e partecipando alla guerra per l'indipendenza germanica, entrò a Parigi con gli eserciti coalizzati nel 1814 e nel 1815. Caduto in disgrazia del padre, che nel 1799 era diventato elettore di Baviera, visse poi lontano dalla corte, fra gli artisti, soggiornando di nuovo e a lungo in Italia. Fondò allora la gliptoteca di Monaco. In Italia aveva fatto vantaggiosi acquisti di opere d'arte, trasportate poi in Baviera. Morto il re Massimiliano, L. salì al trono il 22 ottobre 1825, e non smise per ciò di consacrare le sue maggiori cure alle arti. Fece costruire nella capitale bavarese una serie di costosi edifici, su modelli classici, segnatamente ateniesi, quali la pinacoteca, l'odeon, la biblioteca, il palazzo reale, quello dell'università (di cui trasferì la sede a Monaco da Landshut). Eresse poi un grande monumento presso Ratisbona, di significato allegorico, che anche nel nome (il Walhalla) era destinato alla glorificazione del germanesimo, ma che volle nondimeno fosse costruito in stile neoclassico. Favorì, senza lesinare i sussidî finanziarî, le aspirazioni nazionali dei Greci e vide coronata la sua opera quando il suo giovane figlio Ottone, dopo il rifiuto di Leopoldo di Coburgo, fu prescelto a re degli Elleni. Mostrò pure attive simpatie per la causa nazionale italiana e, particolarmente per il tramite della marchesa Marianna Florenzi di Perugia, ammiratissima dal re, i patrioti dell'Italia centrale ne ottennero spesso la protezione contro il governo pontificio.
L. aveva dapprima scelto a suo primo ministro il principe L.K.E. di Öttingen-Wallerstein, che condivideva gli entusiasmi riformatori del sovrano e lo coadiuvò nell'introduzione delle ferrovie e della navigazione a vapore, ma le prodigalità del re lo portarono fatalmente a conflitti con le camere; per fronteggiarle il re si rivolse a un ministro autoritario. Fu questi K. Abel che, assunto al governo nel 1837, vi rimase un decennio appoggiandosi vieppiù al principe di Metternich, l'onnipotente cancelliere austriaco, e ai gesuiti. Cadde inaspettatamente, quando re Luigi, sessantenne, subì il fascino di una ballerina spagnola, Lola Móntez, che, volendo esercitare il suo potere anche nella vita politica, provocò un movimento popolare, favorito dal clero, contro lo stesso re e obbligò questo, nell'inverno del 1848, prima a cacciare la danzatrice, poi, il 20 marzo, ad abdicare. Il re L. visse ancora vent'anni, sovente in Italia, specie a Villa Malta in Roma, che cantò in versi mediocri.
Bibl.: C. Th. Heigel, Ludwig I. König von Bayern, 2ª ed., Lipsia 1888; J. Sepp, Ludwig Augustus, König v. Bayern u. das Zeitalter der Wiedergeburt d. Künste, 2ª ed., Ratisbona 1903.