GAMBERALE, Luigi
, Luigi. - Nacque ad Agnone, nel Molise, il 12 genn. 1840 da Angelo e da Agnese Rossi.
Gli studi elementari e medi furono per lui della massima importanza, tanto che molti anni dopo dedicò a essi un'opera intensamente sentita, Il mio libro paesano. Ricordi di maestri e scuole agnonesi (Agnone 1915; ristampa per cura di V. Gaiasso, ibid. 1979), in cui il G. illustra minuziosamente l'istituto Casa Lucci, singolare istituzione agnonese: una specie di ginnasio privato con cento allievi esterni alloggiati presso famiglie del luogo, creato e condotto da tre dotti sacerdoti che vi insegnavano solo materie letterarie. Il G. vi entrò nel 1852, ma l'istituto, dove l'insegnamento aveva carattere piuttosto aperto, venne forzosamente chiuso dal vescovo alla fine del 1853; continuò allora a studiare storia, italiano e greco con G.N. D'Agnillo, quindi filosofia con G. Tamburri. Nel 1858 aveva iniziato studi di diritto, matematica e geometria, di cui la sua formazione era totalmente carente, finché, nel 1859, passò sotto la guida di B. Labanca, filosofo e professore di storia del cristianesimo all'Università di Roma.
Nel 1863 si laureò in belle lettere presso l'Università di Napoli. La sua carriera d'insegnante ebbe inizio (escludendo un'esperienza nel 1861, precedente la laurea, presso il liceo della provincia del Molise) con la nomina a professore reggente di lettere latine e greche nel liceo-ginnasio di Benevento dove, nel 1867, venne promosso titolare. Nel 1871 fu trasferito, come titolare di II classe delle stesse materie, prima al liceo-ginnasio di Campobasso e successivamente ai licei di Catanzaro (1879), Senigallia (1881) e Modena (1883). Nel 1884, con regio decreto, fu promosso titolare di I classe e inviato al liceo Umberto I di Palermo. L'anno seguente arrivò la nomina a preside di II classe, con destinazione ai licei prima di Rovigo e poi di Arpino, seguita, nel 1889, da quella a preside di I classe, comandato, nel 1890, alla direzione dell'importante collegio-convitto di Tivoli e delle annesse scuole secondarie.
Questa tappa della carriera fu molto importante per il G., in quanto gli permise di esprimere indubbie doti di organizzatore, anche se la sua volontà di modernizzazione e di aggiornamento era già emersa nei precedenti incarichi come docente.
Il G. poté esplicare al massimo queste capacità organizzative e gestionali quando, nel 1891, gli fu offerta la nomina a preside-rettore del liceo e convitto di Lucera.
Significative furono le innovazioni del sistema didattico, apprezzate al punto da portare, nel periodo della sua direzione, ad un significativo aumento degli studenti da 116 a 195 (1895). Il G. creò un sistema, denominato «socialismo scolastico», che comportava maggiori e più informali contatti fra studenti e docenti anche nelle ore di ricreazione e di studio serale. Volle una moderna biblioteca centrale, accompagnata da due biblioteche 'di camerata', e dotò l'istituto di collezioni botaniche e mineralogiche, e di un museo zoologico relativo alla fauna della provincia; il G. attribuì inoltre grande importanza all'uso della educational lantern, una versione perfezionata della lanterna magica. Introdusse nelle ore libere attività manuali divertenti, e sostituì la ginnastica tradizionale di gruppo con l'esercizio di sport all'aria aperta.
Nel 1896 il G. venne nominato membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione per quattro anni, e, nel 1897, preside del liceo-ginnasio e rettore del convitto nazionale di Campobasso, dove continuò a svolgere la sua opera. L'ultimo incarico prima del pensionamento fu, dal 1900, la presidenza del liceo di Reggio Calabria. La carriera dell'insegnamento non aveva, comunque, impedito al G. di dedicarsi agli studi.
Aveva esordito pubblicando a Campobasso, il saggio Un tipo platonico nell'anno di grazia MDCCCLXXV. Ricordo di letture classiche (1875) e la traduzione di Un'ultima confessione, novella di D.G. Rossetti (1878); a Firenze, nel 1881, diede alle stampe, con prefazione di G. Carducci, un volumetto di versioni, Poeti inglesi e tedeschi moderni e contemporanei (in seguito ampliato con il titolo Poeti inglesi e tedeschi, Agnone 1914). Legati al suo rapporto con la scuola e l'istruzione restano Osservazioni al progetto di legge sull'istruzione secondaria (Milano 1889), Dell'educazione pubblica in Italia editori (ibid. 1891), Saggio di temi per composizione italiana nel ginnasio e liceo (Napoli 1895), Sulla riforma del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (Città di Castello 1898), Questioni scolastiche urgenti (ibid. 1901), Scritti pedagogici (Agnone 1902), la Prefazione a L'Ispettorato per le scuole medie nel Senato del Regno. Relazione (Città di Castello 1906), e, da prospettiva diversa, Il tronino d'oro ed altre fiabe educative (Napoli 1895).
Come traduttore, su suggerimento di G. Pascoli, si dedicò con passione alle opere di W. Whitman: Canti scelti (Milano 1887, 1890 e 1932; Agnone 1912) e Foglie d'erba (Palermo 1907; 2» ed. riveduta, ibid. 1932). Pubblicò ancora Una macchia sullo scudo di R. Browning (Napoli 1895), fissando quindi particolarmente la sua attenzione sul teatro elisabettiano, come testimoniano le traduzioni in versi delle tragedie: Il diavolo bianco, Vittoria Corambona e La duchessa di Amalfi di J. Webster (Agnone 1922); Filastro, azione drammatica in 5 atti di F. Beaumont e J. Fletcher (ibid. 1923); e Giovanni ed Annabella, di J. Ford (Lanciano 1923). Dopo il pensionamento, nel 1904, il G. si ritirò ad Agnone, dedicandosi con energia alle questioni locali; ne sono testimonianza alcune opere, come Notizie sui fatti di Agnone nel 1799..., Campobasso 1900; Interessi agnonesi (Agnone 1902), Scritti vari (ibid. 1912) e, già ricordato, Il mio libro paesano. Come aveva sempre fatto, anche nel suo paese di origine diede vita a numerose iniziative culturali e pratiche: tra l'altro durante la prima guerra mondiale fu presidente del locale Comitato di assistenza civile (come testimonia il suo Resoconto dei fondi amministrati, ibid. 1919).
Il G. si spense in Agnone il 15 maggio 1929.
Le sue carte sono conservate presso la Biblioteca Labanca, ora comunale di Agnone, unitamente ai suoi libri, ordinati in un settore a parte.
Fonti e Bibl.: Necr. di M. Sammarrino, in Il Marzocco, XXXIV (1929), 22, p. 4; Agnone, Biblioteca comunale, Fondo Gamberale ed Epistolario (17 cartelle accuratamente catalogate); D. Oliva, in Il Giomale d'Italia, 27 genn. 1908 (recens. alla trad. di Foglie d'erba); G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, pp. 1364, 1421; A. Iannucci, L G. e la cultura italiana ed europea fra l'Otto e il Novecento, Roma 1997; A. De Gubematis, Dict. internat. des écrivain du monde latin, p. 677; Enc. biogr. e bibliogr. 'Italiana', E. Codignola, Pedagogisti ed educatori, p. 224.