Erudito, epigrafista, paleografo (Santarcangelo di Romagna 1742 - Parigi 1815). Prefetto dell'Archivio Vaticano e primo custode della Biblioteca Vaticana. Studiò codici, iscrizioni e papiri, riordinando e valorizzando l'immenso patrimonio da lui custodito. Tra le sue numerose pubblicazioni epigrafiche emergono le Iscrizioni antiche delle ville e de' palazzi Albani (1785), l'edizione con monumentale commento de Gli atti e monumenti de' Fratelli Arvali (1795) e le Iscrizioni antiche doliari (post., 1884), che per i grandi risultati e il profondo rinnovamento metodologico fecero di lui il maggiore studioso di epigrafia classica, specie latina, del suo tempo. Inedita rimase la raccolta delle Inscriptiones Christianae dei primi dieci secoli, che preparò la via all'opera di G. B. De Rossi. Conserva ancora valore la sua opera I papiri diplomatici (1805), in cui pubblicò e annotò 146 documenti papiracei dei secc. 5º-11º, aprendo la strada allo studio della diplomatica di epoca romana e fornendo preziosi materiali per la paleografia antica. Ancora utile, oltre a contributi minori, è l'opera Degli archiatri pontifici (1784). I suoi manoscritti e il suo ricco carteggio si conservano presso la Biblioteca Vaticana.