FORNACIARI, Luigi
Nato a Lucca nel 1798, ivi morto nel 1858, ebbe a soffrire qualche persecuzione per le sue idee liberali. Vissuto quando le questioni relative all'uso della lingua erano discusse con appassionato fervore, volse la sua attività di studioso alla risoluzione di esse, schierandosi tra coloro che accettarono le teorie del Cesari (v.), ma ne temperarono il soverchio rigore. Dettò elogi, discorsi, dissertazioni, e compilò quegli Esempi di bello scrivere (1835), che educarono un'intera generazione al culto delle lettere. Di lui ci resta anche un copioso epistolario.
Suo figlio Raffaello (1837-1917) insegnò per molti lustri nei licei di Firenze e, seguendo le orme del padre, coltivò degnamente gli studî letterarî e linguistici. Scrisse numerosi saggi sulle letterature classiche e la letteratura italiana, su questioni di lingua e di stile, e sulla Divina Commedia, della quale espose con dottrina e con garbo alcuni canti. Compilò poi una Grammatica e una Sintassi italiana dell'uso moderno, che ebbero grandissima diffusione nelle scuole.
Bibl.: R. Fornaciari, Fra il nuovo e l'antico, prose letterarie di L. F., a cura del figlio Raffaello. Milano 1909. Su Raffaello, oltre a questa raccolta, v. G. Fornaciari, Raffaello Fornaciari, Firenze 1919.