FONTANA, Luigi
Figlio di Tommaso e di Teresa Barbarossa, nacque a Monte San Pietrangeli (Ascoli Piceno) il 29 marzo 1827. Nel 1838 iniziò la sua formazione artistica nel liceo di Macerata sotto la guida del bolognese G. Ferri, professore di ornato e disegno architettonico. Per imparare la pittura di figura tre anni più tardi si spostò a Fermo, dove G. Palmaroli, allievo di T. Minardi, era appena tornato dalla Spagna e stava decorando il palazzo Vinci. Intorno al 1843, stimolato anche dai suggerimenti del Palmaroli, il F. decise di andare a Roma presso lo studio del Minardi, presentato dal cardinale e arcivescovo di Fermo F. De Angelis. A Roma frequentò anche l'Accademia di S. Luca, dove alla fine dell'anno scolastico ottenne il primo premio in pittura e plastica.
Ammalatosi di tifo, tornò nelle Marche, dove rimase per tre anni e dove nel 1845 espose le sue prime opere di grafica e scultura nel palazzo comunale di Fermo in occasione di una mostra collettiva, cui parteciparono anche il Palmaroli, M. Marini, G. Ruffini, C. Germozzi, L. Vermigli, M. Bianchini (Fermo, Bibl. comunale, Mss., 4. D.D. 2, cart. XXVII, n. 710: R. De Minicis, Abbozzo di ragguaglio dell'Esposizione dipitture, disegni e litografie ...). Nel 1849 il F. eseguì, su commissione del conte R. Bonafede, una copia fedele della Crocefissione di L. Lotto nella chiesa di S. Maria in Telusiano a Monte San Giusto (attualmente conservata nella collezione Bianchi Amici a Porto San Giorgio: L. Dania, La pittura a Fenno e nel suo circondario, Fermo 1967, p. 39); per il palazzo della stessa famiglia (ora sede del palazzo del Comune) il F. dipinse anche la sua prima opera di soggetto storico, un affresco raffigurante Mons. Nicolò Bonafede che riceve il disegno del suo palazzo da L. Lotto. Nel 1850 il F. tornò nuovamente a Roma, invitato dal Minardi, presso il cui studio rimase fino alla morte del maestro (1871), alternando il soggiorno romano con le vacanze estive a Monte San Pietrangeli e integrando la sua formazione artistica con viaggi a, Firenze (1857) e Venezia. Sempre nel 1850 il F. espose a Roma un quadro di storia raffigurante Orazio Brancadoro spedito da Carlo V all'assalto di Ratisbona (Sant'Elpidio a Mare, Villa Brancadoro) e un dipinto di soggetto allegorico raffigurante L'Abbondanzae la Pace (attualmente disperso), commissionati entrambi dal conte Brancadoro.
Nel 1858 il F. fu incaricato dalla commissione capitolare, della decorazione della chiesa dei Ss. Lorenzo e Biagio a Monte San Pietrangeli per il compenso di 600 scudi romani. Il progetto originario prevedeva l'esecuzione entro sei anni degli affreschi dell'abside e del presbiterio (Incoronazione della Vergine, Martirio di s. Lorenzo, Gloria di s. Lorenzo, I quattro dottori della Chiesa, Le Sibille, S. Michele Arcangelo), ma venne in seguito ampliato con una serie di pale d'altare (L'Assunta e s. Lorenzo sull'altar maggiore, S. Anna e la Vergine, l'Utima Cena sull'altare del Sacramento), pitture su vetro, sculture (S. Biagio e il busto di D. Benedetto Matricardi). I lavori proseguirono fino agli ultimi anni di vita del Fontana.
Nel 1864 il F. aiutò il Minardi ad eseguire la grande tempera raffigurante la Propagazione del cristianesimo ovvero la missione degli apostoli per l'attuale sala degli Ambasciatori nel palazzo del Quirinale a Roma, commissionata da Pio IX al Minardi. Successivamente, ma presumibilmente entro lo stesso decennio, eseguì anche l'affresco con La caduta degli angeli sulla volta della chiesa di S. Angelo in Pescheria a Roma, già commissionato al Minardi. Alla morte di quest'ultimo, aprì uno studio autonomo in un appartamento attiguo a quello del maestro in palazzo Doria, dove rimase fino al 1896, anno in cui lasciò definitivamente Roma per tornare a Monte San Pietrangeli. Nel 1873 era divenuto membro dell'Accademia di S. Luca e dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon. Come ultimo omaggio al pittore faentino, il F. scolpì nel 1876 il Monumento al Minardi nel camposanto di Roma, dove sono presenti anche altre sue sculture (L'angelo della pace, monumento fimebre Coccavari; La Speranza, monumento funebre Gendre).
Nonostante il F. avesse al suo attivo anche una discreta produzione ritrattistica, della quale resta attualmente solo L'autoritratto (Roma, Accademia di S. Luca), il suo successo fu legato soprattutto alla committenza ecclesiastica, per la quale il pittore mise a punto con successo una formula di "decorazione globale" di edifici sacri, che prevedeva la dimestichezza con varie tecniche (affresco, pittura a olio, sculture e decorazioni in stucco, vetrate), la cui unità veniva ricomposta secondo uno stile eclettico, ispirato, oltre all'insuperato modello raffaellesco, anche alla pittura veneta del Cinquecento e soprattutto a quella del Seicento romano. Ne risultava un linguaggio "a la manière de" rassicurante per la sua esplicita ripresa da modelli illustri, facilmente adattabile alle più varie situazioni, dalla capitale ai paesi più sperduti. Il F. espose il suo prograrnina artistico in un manualetto intitolato Raccolta di memorie ed esperienze fatte ed incominciate nel 1848, ricordato da N. Achilli, suo allievo, probabilmente rimasto in forma manoscritta presso la famiglia del pittore e attualmente non rintracciato.
A Roma la prima commissione pubblica autonoma del F. fu nella basilica dei Ss. Apostoli, appena restaurata (per il cui convento aveva già eseguito alcune decorazioni a tempera, oggi perdute), dove, dal 1865 al 1896, eseguì numerose opere.
Si tratta degli affreschi per i pennacchi della volta (i Quattro evangelisti), del presbiterio (i Dottori della Chiesa greca e latina), delle pareti della navata centrale (gli Apostoli, S. Giovanni Battista nel deserto e Le stimmate di s. Francesco), oltre agli Angeli reggistemma in stucco sull'arco trionfale e alla decorazione ad affresco e stucchi delle cappelle di S Giuseppe da Copertino e di S. Francesco (quest'ultima commissionatagli dal principe G.A. Colonna).
Fra il 1880 e il 1883, sempre a Roma, il F. eseguì la decorazione delle pareti della navata centrale della chiesa di S. Lorenzo in Damaso, ristrutturata nel 1868 da V. Vespignani, con un doppio ordine di affreschi raffiguranti episodi della storia della Chiesa tesi a convalidare il potere temporale dei papi (S. Leone III papa che consegna lo stendardo a Carlo Magno, S. Gregorio VII con Enrico IV e la contessa Matilde di Canossa, S. Pio V che riceve le bandiere tolte ai Turchi nella battaglia di Lepanto, S. Girolamo che scrive la storia della Chiesa), martiri di santi (S. Ippolito gettato negli stagni di Ostia, S. Barbara uccisa dal padre, Martirio di s. Bono e compagni) ed episodi della vita dei santi titolari della chiesa (Incontro di s. Lorenzo con papa Sisto, S. Lorenzo che distribuisce l'elemosina. Martirio di s. Lorenzo, La consacrazione della chiesa di S. Lorenzo, S. Damaso riceve una delegazione di orientali). Di quest'ultimo episodio esiste un bozzetto ad olio nella Pinacoteca di Ascoli Piceno, donato nel 1934 dal nipote dell'artista, G. Fontana. Per la stessa chiesa il F. eseguì anche la scultura in stucco di S. Francesco Saverio e l'urna del Cardinale Luigi Amat.
Fra il 1886 e il 1887 il F. restaurò, con la collaborazione dell'Achilli, gli affreschi eseguiti nel 1600 per Clemente VIII dal Cavalier d'Arpino, C. Nebbia, C. Roncalli e G. Baglione nel transetto della basilica di S. Giovanni in Laterano; nella medesima basilica il F. eseguì, successivamente, la Natività e la Presentazione al tempio per la cappella del Crocefisso.
Altri suoi interventi a Roma sono nelle chiese di S. Andrea delle Fratte (la scultura con S. Anna e angeli); di S. Marcello (1887, cappella Massimo, restauri e decorazioni); di S. Giovanni Battista de La Salle in vicolo Alibert (1888, affreschi dell'abside, della volta, dell'arco trionfale e delle pareti laterali); di S. Ignazio (altare della Madonna, scultura con S. Giovanni Berchmans); di S. Maria sopra Minerva (Incoronazione della Vergine, copia da F. Lippi, su vetro); di S. Maria Maggiore (cappella dei Canonici); di S. Maria in Trastevere (restauri ed affresco con S. Rufino); di S. Paolo fuori le mura (disegni per le vetrate); di S. Salvatore in Lauro (affreschi nei peducci della cupola); di S. Silvestro al Quirinale (affresco con S. Francesco d'Assisi; scultura con il Battesimo di Gesù).
Il F. lavorò, pur se in misura limitata, anche in edifici di destinazione civile: a palazzo Spada eseguì dipinti nella sala di Pompeo, nel ministero delle Finanze le statue dei Dieci ministeri sul portone del ministero omonimo il gruppo in stucco dell'Agricoltura, Industria e Commercio e quello sull'ingresso di palazzo Marignoli in piazza S. Silvestro.
Notevole fu anche l'attività del F. nel restauro e nella decorazione di facciate graffite e dipinte di palazzi rinascimentali: in particolare si ricordano gli interventi a palazzo Massimo, palazzo Ricci a via Monserrato (commissionato dal marchese G. Ricci nel 1875), casa Mascetti in piazza S. Pietro. Fra questi lavori, il più interessante esempio dell'affermarsi di una nuova iconografia, legata alla mutata committenza di Roma capitale, rimane la decorazione ad affresco con le figure allegoriche di Medicina, Botanica, Fisica, e Chimica e i ritratti di Galeno, Ippocrate, Linneo e A. Volta, insieme con motivi ornamentali a grottesche graffite, sulla facciata di palazzo Sinimberghi a via Condotti.
Nel Lazio, l'opera più importante eseguita dal F. fu l'intero progetto decorativo per la cattedrale dedicata a S. Margherita a Montefiascone, al quale egli lavorò dal 1888 al 1893.
Tale ornamentazione, commissionata e finanziata dal vescovo A. Spoglia, coadiuvato dal decano P. Federici, prevedeva gli affreschi dell'abside (Gesù Redentore, quattro Storie bibliche, la Carità e la Fede), della cupola, delle pareti sovrastanti i finestroni della navata, della seconda cappella a sinistra (entro due riquadri centinati Visioni di s. Margherita Alacoque), oltre a statue degli Evangelisti, degli Apostoli e otto Angeli. Un bozzetto dell'intero progetto decorativo è conservato nell'Archivio capitolare di Montefiascone.
Fra gli altri lavori del F. nel Lazio vanno ricordati: a Genazzano nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio il dipinto con l'Incoronazione della Vergine (1883) e nel camposanto la scultura policroma di Cristo; nella cattedrale di Tivoli gli affreschi della cupola e la pala con S. Sinforosa e i suoi sette figli (1884 circa); a Grotte di Castro (Viterbo), nella cattedrale, gli affreschi della crociera e dei pennacchi della cupola, la lunetta sopra la porta della sacrestia, le statue delle Quattro Virtù cardinali (commissionate fra il 1887 e il 1888 dal vescovo di Acquapendente C. Focaccetti) e nella chiesa di S. Pietro i due affreschi con S. Pietro che guarisce lo storpio e S. Paolo che predica all'areopago; nella chiesa di S. Barnaba a Marino la volta della cappella di S. Antonio Abate e quella del coro; nella cattedrale di Sutri, completata nel 1891, affreschi e tele (La morte della Vergine, l'Incoronazione della Vergine, S. Paolo della Croce, S. Eusebio primo vescovo di Sutri, S. Felice prete, S. Dolcissima, S. Ireneo, i Quattro evangelisti, S. Pietro che consacra vescovo s. Romolo, S. Pio V che vede lontano la vittoria di Lepanto), oltre alla statua di S. Pio V; nella cattedrale di Bassano di Sutri l'affresco di S. Filippo in gloria; nella cappella del Crocifisso a Capranica due dipinti (L'invenzione della Croce e L'apparizione della Croce a Costantino); le vetrate dipinte nella basilica di Ostia; l'affresco per la facciata del camposanto di Frascati; i graffiti dipinti del villino Vizzica a Poggio Mirteto.
La produzione artistica del F. fu molto ricca anche nelle Marche., dove eseguì nella cattedrale di Montalto delle Marche (Ascoli Piceno), fra il 1877 e il 1880, su commissione del vescovo E. Aronne, gli affreschi dell'abside con la Ss. Trinità, della volta e della cupola con Storie bibliche e Profeti, delle pareti laterali del presbiterio con la Natività e la Morte della Vergine, oltre alle sculture della Vergine Assunta, Salomone, David.
Nel 1884 il F. lavorò alla decorazione della chiesa della Madonna del Rosario a Grottazzolina (Ascoli Piceno), dove affrescò nell'abside l'Utima Cena, la Lavanda dei piedi e La consegna delle chiavi, sopra l'altare maggiore l'Annunciazione, sulla volta la Fede, la Speranza, la Carità, oltre alle pale d'altare con la Madonna del Rosario e s.Domenico, S. Antonio Abate, S. Vincenzo Ferreri, S. Luigi Gonzaga e alle sculture degli Evangelisti. A Fermo si trovano tele e sculture del F. nella cattedrale, nel palazzo e nel seminario arcivescovili (Sacro Cuore, S. Girolamo, S. Francesco d'Assisi, S. Alfonso de' Liguori, Sacra Famiglia), nella chiesa di S. Filippo (S. Giuseppe), in quella dell'Angelo Custode (pala dell'altar maggiore, statua della Vergine del Sacro Cuore), della Pietà (Ss. Girolamo e Francesco d'Assisi, 1893), di S. Maria di Capodarco (Le stimmate di s. Francesco, 1905). Di soggetto profano, invece, è la tempera La notte e i sogni nella volta di una sala di palazzo Bernetti-Evangelista, dove il F. dipinse anche la tela con Il card. Filippo De Angelis che assiste negli ultimi momenti il card. Tommaso Bernetti.
A Tolentino sono conservate numerose opere del F. che ne testimoniano l'evoluzione artistica fin dalla metà del secolo: del 1858 è infatti l'affresco con La visione di Ezechiele, libera copia da Raffaello, nella cupola del santuario di S. Nicola dove, tra il 1881 e il 1882, eseguì (in collaborazione con l'Achilli) l'affresco dell'abside e delle lunette del presbiterio e del coro con Storie di s. Nicola. Altre su pitture di tema sacro a Tolentino sono nella cattedrale (cappella di S. Catervo), nella chiesa del Sacro Cuore e nella cappella di palazzo Morici. Negli stessi anni il F. ricevette l'incarico da parte della commissione municipale di decorare sia due sale di rappresentanza nel palazzo comunale sia il teatro Vaccai, opera per la quale egli curò il progetto decorativo del plafond (Ritratto di Nicola Vaccai, Geni, Apollo e le Muse), del foyer e del sipario (Francesco Filelfio letterato, Nicolò Mauruzi guerriero), eseguiti dai pittori romani G. Aluisi e A. Rosa.
Nel 1884 il vescovo T. Gallucci commissionò al F. il progetto di rinnovamento della decorazione della cupola della basilica di Loreto, lavoro che alla fine il pittore rifiutò per le mutate condizioni contrattuali e che venne quindi commissionato a C. Maccari. Di tale progetto il F. eseguì i bozzetti per le pitture, attualmente non rintracciati.
L'attività marchigiana del pittore comprende anche la decorazione della collegiata di S. Lucia a Montefiore dell'Aso, dove eseguì in collaborazione con l'Achilli gli Evangelisti nei pennacchi della cupola e quattro pale d'altare con Storie di s. Lucia, i dipinti murali delle absidi della cattedrale e della chiesa di S. Patrizio a Campofilone, oltre a numerose opere a Grottammare (chiesa di S. Pio V, Madonna di Pompei), a Ripatransone (cattedrale, Madonna di Loreto, 1904; quattro statue in scagliola), a Monterubbiano (Sacro Cuore), a Montegiorgio (collegiata, La Madonna, S. Giovanni Evangelista; chiesa dei Cappuccini, L'Annunciazione; chiesa di S. Nicolò, S. Marone martire), a Montegranaro (chiesa dei cappuccini, L'apparizione della Madonna e S. Serafino), a Monte Urano (Madonna del Rosario con i ss. Domenico e Caterina da Siena), a Sant'Elpidio a Mare (chiesa delle benedettine, Sacro Cuore, Madonna con i ss. Benedetto e Giovanni Battista; chiesa di S. Francesco, S. Gaetano da Thiene, S. Antonio da Padova), a Comunanza (cappella di villa Pascali), a Fabriano (scultura in bronzo di S. Giovanni Battista), a Macerata (cattedrale, Sacro Cuore; chiesa S. Giuliano, statue di S. Bernardo e S. Alfonso de' Liguon), a Recanati (chiesa di S. Domenico), a Mogliano (teatro; chiesa di S. Gregorio, tela con il Sacro Cuore di Gesù e i ss. Francesco d'Assisi e Margherita Alacoque), a Loro Piceno (cattedrale, Immacolata), a Sant'Angelo in Pontano (cattedrale, S. Nicola in gloria, 1895), a Petriolo (cattedrale, tela con i Ss. Marco e Martino, 1908), a Ostra (cattedrale, Sacro Cuore), a Osimo (villa Carradori, decorazioni a graffito).
Il F. eseguì anche opere al di fuori della sua abituale area di attività: a Comacchio (Gesù Redentore); a Forlì (cappella delle sacramentine, commissionata dal cardinale D. Stampa); all'Aquila, per incarico dell'arcivescovo L. Filippi (cappella dell'episcopio); ad Amelia (cattedrale, affreschi della volta, dell'abside, del tamburo della cupola, della cappella della Madonna con Storie della Vergine e di s. Fermina, datati 1897; le tele con S. Cecilia, S. Maria Maddalena, S. Camillo de Leffis, Le stimmate di s. Francesco nelle cappelle laterali; statue in stucco dei Dottori della Chiesa). Il F. inoltre inviò a Malta una statua in argento di S. Filippo d'Argirio di dimensioni maggiori del vero. Si occupò anche di restauro architettonico eseguendo lavori per le cattedrali di Montefiascone e di Sutri, per la chiesa di S. Domenico a Fermo, per il palazzo ducale di Pesaro, e di progettazione in parte realizzata (Montalto, facciata della cattedrale, palazzo Sacconi; Tolentino, camposanto; Osimo, villa Carradori) in parte non condotta a termine (Roma, progetti, per una fontana monumentale e per il monumento a Gesù Redentore sui monti Sibillini).
Il F. ebbe molti allievi, fra i quali vanno citati, per il periodo romano, oltre all'Achilli, T. Troia e L. Carfagnini; per quello marchigiano, G. Rossi di Fermo, G. Del Bello e A. Tentoni di Montegiorgio. Fu insignito dell'onorificenza di cavaliere e commendatore della Corona d'Italia e di commendatore dell'Ordine di S. Gregorio Magno.
Morì a Monte San Pietrangeli il 27 dic. 1908. Dalla moglie Emilia Avetrani, sposata nel 1874, ebbe due figli: Tommaso, morto nel 1922, che seguì le orme del padre, collaborando con lui nelle Marche, come pittore e scultore, e Margherita.
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