FILOCAMO, Luigi
Nacque ad Alessandria d'Egitto l'8 dic. 1906 da Domenico, di Reggio Calabria, commerciante di cavalli tra la Sicilia e l'Egitto, e Giuseppina Micalis di Messina.
Giunto a Milano con la famiglia (1915),lavorò nell'officina di argentiere e di oggetti in metallo aperta dal padre e dai fratelli (Nicodemi, 1948, p. 16). In seguito si iscrisse all'Accademia di belle arti di Brera, che abbandonò dopo solo un anno, per trovare poi impiego, come disegnatore, presso la casa editrice milanese Alfieri e Lacroix; nel 1924 prese parte al Concorso artistico nazionale francescano di Milano con un dipinto raffigurante S. Francesco che predica agli uccelli (ubicazione ignota) grazie al quale vinse un premio (ibid., pp. 17 s.). Da questo momento la tematica religiosa divenne il principale, se non esclusivo, motivo ispiratore del suo lavoro, solo occasionalmente affiancato da quello del ritratto. Dopo il servizio militare, dal 1930 circa si dedicò completamente alla pittura: profonda fu la sua ammirazione per l'arte del Quattrocento che reinterpretò secondo i canoni del Novecento italiano.
Particolarmente intensa fu la sua attività espositiva. Nel 1934 prese parte a Roma alla Seconda Mostra internazionale d'arte sacra e, a Milano, alla Mostra del Sindacato interprovinciale fascista delle belle arti della Lombardia, dove tornò ad esporre l'anno seguente aggiudicandosi il premio Fondazione Cassani, che vinse anche nel 1945. Nel 1935 partecipò con Ilriposo (ripr. in Nicodemi, 1948, p. 37) alla Quadriennale di Roma e l'anno seguente presentò Guardia al sepolcro e Primi sogni alla Biennale di Venezia. Nel 1937 prese parte alla sindacale lombarda con, tra l'altro, Concertista (Milano, Galleria d'arte moderna); due anni dopo, nell'ambito della medesima rassegna, espose La fidanzata del bersagliere (ibid.). Nel 1939 tornò ad esporre alla Quadriennale romana (Fernanda: ripr. in Nicodemi, 1948, p. 24) e partecipò con ritratti al premio San Remo di pittura (ripr. in catal., nn. 9-10). Nel 1940 prese parte alla Triennale di Milano, aggiudicandosi una medaglia d'oro (gruppo I, classe II), e alla seconda edizione del premio Bergamo (a Bergamo e a Milano), dove espose Il racconto del poeta. L'anno seguente, oltre a far parte della rappresentanza lombarda alla Terza Mostra del Sindacato nazionale fascista delle belle arti di Milano e ad esporre nella capitale alla Mostra di artisti milanesi alla Galleria di Roma, il F. tenne una personale alla galleria Ranzini di Milano cui fece seguito una seconda personale nel 1945, nella medesima città (G. Cerrina, L. F. alla Galleria italiana d'arte, in L'Illustrazione italiana, 4 marzo 1945, p. 1022).
Nel dopoguerra il F. risulta assente dalle principali esposizioni nazionali anche perché il suo lavoro non seguì gli sviluppi della ricerca artistica contemporanea. Il suo stile, ancora legato ai moduli del Novecento, trovò tuttavia sempre maggiore apprezzamento da parte della committenza ecclesiastica.
Morì a Novi Ligure il 24 febbr. 1988.
Dal 1945 al 1951 il F. prese parte costantemente a Milano alla Mostra italiana di arte sacra per l'ornamento della casa. Sempre d'arte sacra furono le esposizioni cui partecipò nel 1950 (Roma); 1951 (Assisi); 1952 (Pro Civitate christiana di Assisi, sala personale); 1953 (Milano); 1954 (Bologna). Partecipò inoltre alla Prima Mostra nazionale di Trieste (1952); a Milano prese parte a diverse edizioni delle esposizioni della Società per le belle arti (1957, 1960, 1962, 1965), a quattro della Biennale di Milano (1961, 1963, 1965, 1969), alla regionale lombarda del 1964 e all'annuale d'arte della regione Lombardia, del 1972. Nel 1977 espose alla mostra dedicata a s. Paolo nell'arte contemporanea in Vaticano.
Allestirono sue mostre personali la galleria Gussoni di Milano (1960), la Piccola di Brescia (1965, 1968), la Paolina di Roma (1967), Il Gotico di Piacenza (1968), Il Vantaggio di Roma (1969), Polymnia di Rapallo (1970), Il Grifo di Bari (1972).
Il F. realizzò dipinti e vetrate per molti edifici pubblici: a Milano lavorò per l'Arengario, la posta centrale, il duomo, la basilica di S. Ambrogio (1960); a Roma per la chiesa di S. Giuseppe al Trionfale e per quella di S. Maria Mediatrice, oltre che per l'appartamento pontificio in Vaticano e per l'abbazia di Montecassino.
Opere del F. sono conservate in diverse collezioni private e pubbliche (si vedano Gesù nell'arte contemporanea [catal.], Assisi 1964, nn. 193-196; L. Caramel-C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Opere del Novecento, Milano 1974, p. 37; L. Caramel-M. T. Fiorio-C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Collezione Boschi. F-Z, Milano 1980, p. 411; Civica Galleria d'arte moderna di Gallarate, Varese 1983, p. 47).
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