CASAMORATA, Luigi Ferdinando
Nacque a Würzburg in Franconia il 16 maggio 1807. Il padre, Luigi Giacomo, vi si era trasferito al seguito del granduca di Toscana Ferdinando III, esiliato da Napoleone, e ricopriva la carica di ispettore aulico della Real Casa. Il C., tenuto a battesimo dallo stesso granduca, in tenera età, avendo dato prova di talento musicale, divenne allievo di F. J. Frölich, direttore della facoltà di musica dell'università di Würzburg. Nel 1814, quando la corte granducale fece ritorno a Firenze, i Casamorata si stabilirono nuovamente nella città e il C. divenne allievo di L. Pelleschi. Quando questi morì, continuò gli studi come autodidatta.
Nel 1825 il C. vinse il premio di composizione al concorso triennale dell'Accademia di Belle Arti; nello stesso periodo frequentò l'università di Siena, dove nel 1828 si laureò in legge. Il 23 settembre dello stesso anno fu eletto accademico onorario dell'Accademia di Belle Arti. Dedicatosi alla composizione e alla musicologia, divenne direttore della Gazzetta musicale di Firenze e, dopo aver composto romanze per pianoforte e azioni coreografiche, il 30 genn. 1838 (il 23 genn. secondo il Manferrari) fece rappresentare al teatro dei Ravvivati di Pisa l'opera Iginia d'Asti, composta su libretto di U. Marini. L'opera fu accolta favorevolmente dal pubblico, mentre nella successiva primavera, quando fu rappresentata al Comunale di Bologna, non ebbe successo. Nominato maestro di cappella dall'Accademia di Belle Arti il 2 sett. 1841, il C. continuò a coltivare vari interessi culturali, pubblicando nel 1842 a Firenze la prima traduzione italiana sulla seconda edizione francese della Logica giudiziaria o Trattato degli argomenti legali di Ortensio di Saint-Albin.
Nel 1848 venne nominato tenente della guardia civica e nel 1849 promosso maggiore. In quel periodo sospese temporaneamente gli studi di musicologia, scrivendo articoli a sfondo politico ed economico ne La Patria, Il Nazionale, Il Costituzionale. Nel 1849, non approvando le tendenze politiche del restaurato governo granducale, decise di ritirarsi dalla vita pubblica ed entrò a far parte del consiglio di amministrazione delle Ferrovie livornesi, con la carica di consigliere delegato e di cassiere legale. Dal 1850 al 1852 fu gonfaloniere di Fiesole e dal 1852 al 1856 priore magistrale. Nel 1859 fu eletto consigliere comunale di Firenze e nello stesso anno ebbe l'incarico di riorganizzare le scuole musicali, delle quali, con A. Basevi e A. Biagi, redasse il primo statuto organico. Nel 1862 fondò l'Istituto musicale di Firenze (oggi Conservatorio L. Cherubini), del quale fu nominato Presidente. All'Istituto musicale fece annettere il Museo di strumenti musicali, cui fece dono della propria importante collezione. Dedicatosi nuovamente alla composizione e alla musicologia, continuò a presiedere l'Istituto musicale fino alla morte avvenuta a Firenze il 24 sett. 1881.
Il C. coltivò numerosi interessi culturali, emergendo nella critica musicale e nella composizione, e sebbene sia oggi ricordato unicamente per le sue opere a carattere musicologico, dedicò molto tempo alla composizione, scrivendo, oltre a quella già citata, altre due opere teatrali, IlContrabbandiere e La Marchesa fortunata (andate perdute), la cantata Beatrice e azioni coreografiche. Compose inoltre 14 messe, due delle quali, la seconda e la terza, per defunti, a 4 voci con orchestra, a 3 voci con organo, 3 offertori, 6 graduali, 2 Benedictus, 2 salmi, mottetti. Nella sua produzione per orchestra si annoverano 4 sinfonie, una marcia funebre, 2 ouvertures, un concertino per clarinetto e uno per flauto, una Introduzione, adagio e rondò per oboe, una Fantasia per oboe e archi. Compose inoltre 3 trii, 3 quartetti, un quartetto per fiati con pianoforte, un quartettino per due clarinetti e due fagotti, un quintetto per fiati, un divertimento per arpa, pezzi didattici, brani di musica vocale.
Particolare interesse rivestono numerose pubblicazioni legate alla sua attività di musicologo. Collaboratore della Gazzetta musicale di Milano dal 1842, anno in cui la rivista venne fondata, il C. vi pubblicò una serie di saggi di critica e storia musicale, tra cui un importante Studio bio-bibliografico intorno ai musicisti toscani (VI[1847], pp. 242 ss., 251, 285 s., 197 ss., 306 ss., 356, 372 s., 378 s.). Nel corso di tale attività rievocò la figura di p. Mauro dei servi di Maria, teorico del XVI sec., facendone conoscere il trattato Utriusque Musices Epitome, importante per la conoscenza delle regole delle durate e dei segni musicografici necessari per la trascrizione di antichi manoscritti (ibid., VII[1848], pp. 5, 13). Inoltre dichiarò di aver scoperto nel corso delle sue ricerche il codice Laurenziano, contenente una vasta raccolta di composizioni dell'Arsnova italiana, e poté raccogliere gli elementi necessari per valorizzare numerosi compositori italiani del passato, tra cui Francesco Nigetti, inventore del cembalo a 5 tastiere, detto omnisono o omnicordo. Scrisse inoltre, per primo in Italia, un saggio storico di semiografia, oggi non più rintracciabile, un saggio sullo svolgimento storico del Costume teatrale (in Gazz. mus. di Firenze, 5, 18 febbr. e 4 marzo 1880), nel quale fece interessanti osservazioni su inverosimili anacronismi riscontrati nelle messe in scena di antiche opere musicali.
Il C. cercò inoltre di utilizzare la sua conoscenza del teatro, per attuare un'interessante iniziativa, un teatro scuola, o teatro ginnasiale, e la proposta di un'orchestra stabile, che potessero offrire al pubblico spettacoli e concerti anche nel periodo di intervallo fra una stagione d'opera e l'altra (Gazz. mus. di Milano, XXIX[1871], pp. 221-24, 229 ss., 237 s.). La sua esperienza didattica come direttore dell'Istituto musicale di Firenze lo indusse inoltre a scrivere un Manuale di armonia e un Corso dicanto corale, ilprimo pubblicato a Firenze nel 1876, il secondo inedito (Bibl. del Conservatorio L. Cherubini, Firenze) e a impostare l'educazione musicale dei giovani secondo criteri nuovi e più razionali.
Esperto anche di strumenti antichi, pubblicò nel 1861 a Firenze una relazione sugli Strumenti musicali dell'Espos. italiana del 1861; scrisse un saggio sulla costruzione dell'organo, proponendo l'uso dell'elettricità e del ferro e, nel 1873, pubblicò a Firenze il volume Origine, storia e ordinamento del Reale Istituto musicale fiorentino. Nei numerosi saggi critici, pubblicati in periodici del tempo, dimostrò un'ampia conoscenza delle opere di Ch. Burney, J. N. Forkel, F.-J. Fétis, R. G. Kieswetter, Ch. E. Coussemaker, dimostrando di possedere una salda preparazione scientifica. Ricordiamo, comunque, fra i suoi scritti le critiche al Macbeth di Verdi e allo Stabat Mater di Rossini, del quale diede un giudizio spregiudicato e severo circa talune discontinuità stilistiche.
Per vari anni addetto alla direzione della Gazzetta mus. di Firenze, il C. collaborò attivamente con A. Pougin per il supplemento alla Biographie universelle des musiciens di F.-J. Fétis, redigendo egli stesso numerose biografie di musicisti, molti dei quali toscani, che erano stati ignorati o dimenticati dal musicologo belga.
Fonti e Bibl.: Necr. di E. Cianchi, in Atti dell'Accad. del R. Ist. musicale di Firenze, XX (1882), pp. 5-11; G. Masutto, I maestri di musica italiani del secolo XIX, Venezia 1884, pp. 37 s.; R. Gandolfi, L. F. C., in Ricordi musicali fiorentini, Firenze 1907; A. Damerini, Gli albori della critica italiana, in Rassegna musicale, I(1933), 1-2, pp. 31-40; U. Manferrati, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 210; C. Casamorata, L.F.C., un musicista patriotta romagnolo, in La Piè, XXX (1961), pp. 128-131 (con elenco delle opere); F.-J. Fétis, Biographie univers. des musiciens, II, Paris 1873-1875, p. 200 e Supplement, I, pp. 157 s.; C. Schmidl, Diz. univers. dei musicisti, p. 304; La Musica, Diz., I, 1968, p. 362; Enciclopedia delloSpett., III, coll. 155 s.