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DONEGANI, Luigi

di Carlo Zani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)
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DONEGANI, Luigi

Carlo Zani

Nacque a Brescia il 22 genn. 1793 da Giovanni, architetto, e da Maria Usanza, fratello minore di Carlo. Compiuti gli studi ginnasiali a Padova (1812-1813), si laureò a Pavia nel 1817 ed ottenne nel 1819 l'abilitazione alla professione. Fu attivo a Brescia già dal 1818 con il progetto di consolidamento della facciata laterale di palazzo Cavalli (via Fratelli Bandiera n. 9).

Nominato ingegnere dell'I. R. - Intendenza di finanza, eseguì (1826) la ristrutturazione degli uffici della Dogana (via Marsala, parzialmente demoliti nel 1930 circa); nel disegno di progetto (Brescia, Musei civici) l'edificio appare caratterizzato dal grande portale, affiancato da lesene, al centro del prospetto bugnato. Nello stesso periodo eseguì inoltre, in versione ridotta rispetto al disegno originario (ibid.), l'ampliamento del deposito delle polveri fuori porta Venezia (1827, distrutto) e la sistemazione dei casini daziari delle porte cittadine con la riedificazione in forme monumentali di quello di porta Venezia (1823-1824).

Nel 1833 assunse la carica di ingegnere municipale e iniziò una lunga serie di opere e di edifici a carattere pubblico.

Scuole elementari di S. Barnaba (corso Magenta, progettate nel 1834 e terminate quattro anni dopo) dalla lunga facciata con risalto centrale, bugnato nella parte inferiore e solennizzato da semicolonne e timpano in quella superiore; ricostruzioni ed ampliamenti nella caserma di S. Girolamo (via Fratelli Bandiera, eseguiti in fasi diverse tra il 1835 e il 1853), trasformazione della chiesa di S.Antonio in Cavallerizza (via Cairoli, serie di disegni presso i Civici Musei, datati 1845-1846); rifacimento delle carceri del Monte di pietà (piazza Loggia, 1843 e 1846).

Da segnalare i progetti non realizzati per il nuovo ingresso al teatro Grande (1833), per la vasca di decantazione dell'acquedotto cittadino (1847) e per la copertura in ferro e vetro di un cortile del Broletto (1854).

Ancora per incarico della Municipalità, il D. elaborò numerosi e rilevanti interventi relativi alle porte cittadine e all'allargamento di alcune vie centrali. La sistemazione di porta S. Giovanni (oggi piazza Garibaldi), lungo l'importante via per Milano, si inserisce tra le sue opere più importanti e note.

Progettata nel 1838, fu iniziata sei anni dopo, con la costruzione dei due caselli daziari, e conclusa nel 1847, con il completamento del ponte sulla fossa delle mura e dei due edifici a esedra che delimitano la piazza esterna. L'insieme urbanistico, basato sui criteri di assialità e specularità, aveva come centro prospettico i due caselli identici (ora collocati all'ingresso del cimitero vantiniano), ambedue a pianta quadrata e caratterizzati da un paramento angolare bugnato, da quattro lesene e timpano sul lato verso la piazza e da un portico con colonne doriche sul lato prospiciente la strada intermedia.

Rimasero invece inattuati i disegni per il piazzale esterno di porta S. Alessandro, destinato a mercato dei vini (1837, 1848, 1851), così come quelli approntati per porta S. Nazaro (1851) che doveva aprirsi, con tre archi affiancati della stessa dimensione, su un'ampia piazza semicircolare alberata.

Gli allargamenti e le rettifiche di alcune vie cittadine costituirono un impegno costante del D. fin dall'inizio della carriera: ai progetti (1827) per contrada della Bruttanome (ora corso Magenta, attuato con significative varianti dal 1836 in avanti) seguono quelli per le vie Beccaria (1837-1854), S. Spirito (ora via Tosio, 1837-1845), S. Maria in Calchera (ora via Trieste, 1841, realizzato postumo con larghe modifiche dal 1857), vicolo Erculeo (1834-1838, non più esistente come l'adiacente ingresso al Museo patrio sempre dei Donegani). Di particolare rilievo l'apertura della nuova strada sull'area dell'ospedale di S. Luca, progettata (1838) in concomitanza con il trasferimento dello stesso ospedale nel vicino convento di S. Domenico.

Altrettanto cospicua la serie degli elaborati relativi alle fontane cittadine: a quelli non eseguiti, con soluzioni monumentali, per via S. Faustino (Fontana rotonda, 1827 e 1833) e per il portico d'ingresso al teatro Grande (1828) si affiancano le realizzazioni in piazza del Mercato (1827) e, di estrema semplicità, in corso Zanardelli (fontana del Gambero, 1823 e 1829, distrutta), in piazzetta, Legnano (fontana di S.Benedetto, 1833) e in via Dolzani (1853, non eseguita).

Tra gli incarichi a carattere pubblico del D. sono da annoverare gli edifici comunitari di ampie dimensioni: ospedale di Chiari (1830), orfanotrofio della Casa di Dio (1838, non eseguito), collegio gesuitico di S.Cristoforo (1845, via Odorici, demolito), carcere cellulare in S. Luca (1847, non eseguito).

Il D. svolse inoltre un'autonoma attività costruttiva nel settore dell'edilizia privata: palazzo della Congrega apostolica (via Mazzini. 1832), palazzo Avogadro (via Moretto, 1832), palazzo Torre (via Battaglie, 1837), albergo Torre di Londra (corso Garibaldi, dopo il 1831).

Il lessico neoclassico, osservabile nei palazzi, si risolve negli edifici religiosi in una chiara ispirazione palladiana: due progetti per la facciata della chiesa della Pace in Brescia (1834, non eseguiti), facciata della parrocchiale di Palazzolo sull'Oglio (1841, ma quella eseguita riprende l'impostazione conferita da G. Massari il secolo precedente), ricostruzione della chiesa delle Fornaci (1835-1844) e rifacimento di quella di Casto (1833).

In tutta la sua opera il D. dimostra la capacità di adeguarsi sia alle prevalenti esigenze di funzionalità ed economicità sia alle limitazioni imposte da strutture edilizie preesistenti. L'apparente schematismo e ripetitività riscontrabile nella maggior parte delle opere realizzate contrasta con le soluzioni monumentali elaborate nei disegni di progetto; le realizzazioni meno condizionate da vincoli esterni, come porta S. Giovanni e l'albergo Torre di Londra, si inseriscono tra i migliori esempi dell'architettura neoclassica bresciana. Il secondo, in particolare, si distingue per la notevole facciata: al paramento bugnato del piano terra segue un ordine gigante che unifica i due piani superiori e contiene un'ampia loggia centrale.

Morì a Brescia il 5 genn. 1855.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Brescia, Fondo Arch. del Comune di Brescia, R II, 412; R XI, 20/2, 31/5b; R XII, 2/2a; R XV, 21/4a; R XVI, 9/2, 9/4, 14/2, 14/4, 15/1a; R XVII, 613a, 6/3b, 7/2a; R XXII, 10/1a, 11/1a; R XXXI, 3, 5, 6, 8, 9; Ibid., Fondo Arch. Ufficiotecnico del Comune di Brescia, 91, 197, 201, 226, 231, 235; Ibid., Fondo Imperial Regia Delegazione Provinciale, 4019. Si vedano anche, ad annos, i segg. Archivi privati di Brescia: Congregazione religiosa padri della pace; Congrega apostolica; Parrocchia di Palazzolo; Passerini; Masperoni; Lechi. G. Monti, Allocuzione... sulla spoglia dell'egregio architetto ingegnere municipale L. D...., Brescia 1855; Commentari dell'Ateneo di Brescia per gli anni 1852-1857 (1858), pp. 360-363; C. Cocchetti, Storia di Brescia e la sua provincia, Brescia 1858, p. 131; S. Fenaroli, Diz. degli artisti bresciani, Brescia 1877, pp. 114 s.; G. Nicodemi, Idisegni della Pinacoteca Tosio e Martinengo in Brescia, Brescia 1921, pp. 12 s.; L. Fè d'Ostiani, Storia, tradizione e arte nelle vie di Brescia [1927], Brescia 1971, pp. 42, 146, 453, 491; P. Guerrini, Mem. stor. della diocesi di Brescia, 4, Brescia 1933, pp. 225 s.; G. Lanfranchi, Breve storia di Palazzolo sull'Oglio, Bergamo 1959, pp. 130 ss.; L. Costanza Fattori, L'architettura dei secoli XIX e XX, in Storia di Brescia, IV, Brescia 1964, pp. 890 s.; G. Panazza, Il volto storico di Brescia nei secc. XIX e XX, in Storia di Brescia, IV, Brescia 1964, passim; L. Rivetti-L. Moletta, L'ospedale "Mellino Mellini" di Chiari, Chiari 1965, pp. 38-43; Gussago, brevi cenni di storia e di arte, a cura di G. Fogazzi, Brescia 1971, p. 32; G. Panazza, in D. Allegri, Di mille fontane a Brescia, Brescia 1974, nn. 23, 74, 88, 208, 209, 299; G. Panazza, Il volto stor. di Brescia (catal.), I, Brescia 1978, p. 28; III, ibid. 1980, pp. 9, 20 s., 25, 254; IV, ibid. 1981, pp. 16 s., 61, 92, 112, 137, 156 s., 193, 220, 256 ss., 275; V, ibid. 1986, pp. 10, 42 ss., 62, 84, 100, 102, 104, 123 s., 126; IlTeatro Grande di Brescia..., II, a cura di V. Frati, Brescia 1986, pp. 127 s., 149 s., 155; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 439.

Vedi anche
portico Ambiente al pianoterra, del quale almeno un lato è costituito da una teoria di colonne o di pilastri e caratterizzato da aperture a regolare distanza; può essere elemento decorativo nella facciata o nel fianco di palazzi, oppure area di passeggio o di riparo lungo le vie, intorno a cortili, piazze, mercati ... facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... loggia architettura In senso generico, organismo architettonico aperto su uno o più lati, sorretto da pilastri o colonne. La loggia è nota e usata in tutti i tempi (loggetta delle Cariatidi nell’Eretteo sull’Acropoli di Atene; in edifici medievali, loggia del palazzo dei Papi a Viterbo o del Palazzo Ducale ... Bergamo Comune della Lombardia (38,8 km2 con 115.645 ab. nel 2007), capoluogo di provincia. La città ha un nucleo più antico posto su un colle (366 m s.l.m.) e una parte moderna, ai piedi del colle, accresciuta in seguito all’espansione industriale e all’incremento demografico. Estesi quartieri residenziali ...
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luigi lüigi s. m. [dal nome proprio Luigi; fr. louis]. – 1. Moneta d’oro, del valore di 10 lire, coniata in Francia nel 1640 per ordine di Luigi XIII, con il busto del sovrano al dritto e una croce formata da 8 L addossate e coronate al...
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