DALLAPICCOLA, Luigi (App. II, 1, p. 745)
Compositore e pianista italiano, morto a Firenze il 19 febbraio 1975. La sua figura, già delineatasi vigorosamente negli anni di poco precedenti il secondo conflitto mondiale, ha assunto dal dopoguerra in poi un rilievo sempre crescente, collocandosi fra le maggiori personalità del mondo musicale del Novecento. L'essere stato il primo e più autorevole musicista italiano che abbia seguito l'insegnamento teorico e gl'ideali della scuola di Schoenberg, non ha impedito alla sua opera di presentarsi come un contributo di grande originalità nel panorama delle esperienze tecniche e spirituali del nostro tempo: il suo rigore nell'adozione della dodecafonia, a partire dalle Liriche greche (1942), è difatti apparso sempre più come il risultato di una scelta di ordine morale, come una "necessità storica", come una sorta di esercizio ascetico per conferire alle proprie espressioni musicali la purezza e l'evidenza di una testimonianza che, partendo dalle drammatiche vicende del mondo contemporaneo, riaffermasse il valore delle scelte individuali e degli atti di fede. Di qui, nell'opera di D., il continuo, affascinante rapporto affettivo e dialettico con la propria epoca e con le grandi tradizioni del passato, la suggestione operata in lui dalle premonizioni di F. Busoni, dall'esempio morale di A. Schoenberg, dalle esperienze drammaturgiche di A. Berg, dalle trasparenze sonore di A. Webern, ma anche i suoi profondi legami con G. Verdi, sulla cui originalità di drammaturgo ha lasciato fra l'altro preziose pagine critiche.
Ma tutti questi contatti culturali, vagliati dall'intelligenza di D. con squisito senso umanistico, si fondono nella sua opera in un modus componendi del tutto personale, dove la raffinatezza delle scelte timbriche, la lucentezza delle strutture contrappuntistiche, la "naturalezza" nell'uso della voce umana (nelle parti solistiche come in quelle corali) confluiscono in un linguaggio di forte potere espressivo, di prevalente intonazione spiritualistica e religiosa, estraneo a qualsiasi facile sentimentalismo o a compiaciuti cedimenti nel calligrafico. Dell'originalità di D. sono esempi sommi, nella storia della musica del Novecento, dopo Volo di notte (1940), soprattutto l'opera Il Prigioniero e, ancora nel teatro, Ulisse, rappresentato per la prima volta a Berlino nel 1968. Ma non dobbiamo tralasciare il rilievo esemplare assunto, nel repertorio degli ultimi decenni, da numerose composizioni per strumenti, quali Tartiniana seconda (Divertimento) del 1956, Sonatina canonica per pianoforte (1946), Quattro liriche di Antonio Machado, per soprano e pianoforte (1948), Frammenti sinfonici dal balletto "Marsia", per orchestra (1948), Canti di liberazione, per coro e orchestra (1955), Parole di San Paolo, per voce e strumenti (1964), Commiato, per soprano e 15 esecutori (1972), ultima sua composizione.
Negli ultimi decenni non mancarono a D. riconoscimenti internazionali della sua emergenza nel mondo musicale novecentesco: dopo aver insegnato al Berkshire Music Center di Tanglewood (Stati Uniti), nel 1956 ha tenuto un corso al Queen's College di New York, dove è tornato anche nel 1959. Accademico di Santa Cecilia dal 1939 socio dell'Accademia bavarese di Belle Arti nel 1953, membro della Akademie der Künste di Berlino dal 1958, nello stesso anno fu chiamato a far parte della Reale Accademia delle arti di Stoccolma, nel 1968 dell'Istituto di Francia, nel 1969 della Royal Academy of Music di Londra, e nel 1967 fu proclamato Doctor of Music honoris causa dalla Michigan University. Ricevette, fra l'altro, il Prix Arthur Honegger nel 1972 e il premio Feltrinelli del 1973 per la musica. Fino al 1972, seppur sempre più di rado, continuò l'attività concertistica, come pianista, insieme col violinista Sandro Materassi, nonché a dirigere concerti dedicati a proprie composizioni. Nel febbraio del 1975, pochi giorni prima dell'attacco di edema polmonare che gli fu fatale, aveva iniziato le prove di concerti di suoi lavori che avrebbe dovuto dirigere a Torino e a Ivrea con gli strumentisti del "Musicus Concertus" di Firenze.,
Composizioni. Per il teatro: Il Prigioniero (su libretto proprio da V. de L'Isle Adam e Ch. de Coster, Firenze 1950); Ulisse (su libretto proprio, Berlino 1968); il balletto Marsia (soggetto e sceneggiatura di A.M. Milloss, Venezia 1948); la sacra rappresentazione Job (Roma 1950). Musica vocale: 2 Liriche di Anacreonte per soprano (1945); Tre poemi (1949); Goethe-Lieder per mezzosoprano (1953); An Mathilde per soprano (1955); 5 Canti per baritono (1956); Preghiere per baritono (1962); Parole di San Paolo, per mezzosoprano o voce di ragazzo e strumenti (1964); 4 Liriche di Machado per soprano (1964); Concerto per la notte di Natale dell'anno 1956, per soprano (1956); Sicut umbra, per soprano (1970); Commiato, per soprano (1972). Musica strumentale: 2 Pezzi per orchestra (1947), trascrizione dei 2 Studi per violino e pianoforte, 1947; Variazioni (1954, trascrizione del Quaderno musicale di Annalibera, per pianoforte, 1952); Piccola musica notturna (1954). Per strumenti solisti e orchestra: Piccolo concerto per Muriel Couvreux, per pianoforte e orchestra da camera (1951); Tartiniana (1951) e Tartiniana seconda (1955), per violino e orchestra da camera; Dialoghi, per violoncello (1960). E ancora: la versione per violino e pianoforte di Tartiniana seconda (1955), la Sonatina canonica (su capricci di Nicolò Paganini), per pianoforte (1947); Ciaccona, Intermezzo e Adagio, per violoncello (1945). Ha trascritto: Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi, per orchestra moderna (1942), Sei Sonate per violoncello e basso di Vivaldi (1955), e ha curato la realizzazione del basso continuo in una raccolta di arie italiane del 17° e 18° secolo, pubblicata in fascicoli a New York (Italian Songs) nel 1961.
Ha pubblicato: Appunti, incontri, meditazioni (Milano 1970). Ha curato con G.M. Gatti Scritti e pensieri sulla musica di F. Busoni (1941, 19552), e ancora di Busoni le Lettere alla moglie, 1955. Innumerevoli gli articoli e i saggi apparsi su riviste e giornali italiani e stranieri.
Bibl.: J. Paul Sartre, Présentation de "Temps modernes", in Situation, Parigi 1948; M. Mila, "Il Prigioniero" di L. Dallapiccola, in Rassegna Musicale, 1950; G. Petrocchi, La dodecafonia di L. Dallapiccola, in Italia, Milano 1950; K. H. Wörner, Dallapiccola's Job, in Melos, Magonza 1954; G. Gavazzeni, Studi su Dallapiccola, Milano 1954; R. Vlad, Storia della dodecafonia, ivi 1958; H. H. Stuckenschmidt, L. Dallapiccola, in Der Monat, Monaco di Baviera 1958; F. D'Amico, I casi della musica, Milano 1962; L. Alberti, Dallapiccola attraverso i suoi scritti, in Quaderni della Rassegna musicale, 1962; L. Pinzauti, L'eredità di Verdi nella condotta vocale del "Prigioniero", in Quaderni della Rassegna musicale, 1962; id., A colloquio con L. Dallapiccola, in Nuova rivista musicale italiana, 1967; M. Mila, Opere a due dimensioni, programma del Teatro alla Scala, Milano 1970; G. Gavazzeni, Discorso su Dallapiccola, Accademia Chigiana, Siena 1975; Luigi Dallapiccola, Saggi, testimonianze, carteggio, biografia e bibliografia a cura di F. Nicolodi, Milano 1975.