CORBI, Luigi
Nato a Ferrara nel 1727. fu allievo del quadraturista Giuseppe Facchinetti (Baruffaldi), ma frequentò molto probabilmente anche una scuola di figura, forse quella del Ghedini (Riccomini), dalla metà del secolo la personalità dominante dell'ambiente pittorico ferrarese.
Già prima del 1770, anno d'edizione della guida del Barotti, aveva eseguito, a Ferrara, alcune importanti decorazioni murali. In collaborazione con Girolamo Gregori aveva, ornato un altare dell'oratorio di S. Cristoforo (distrutto) e il soffitto della chiesa di S. Michele, inserendo in quest'ultimo quattro medaglioni figurati; da solo aveva affrontato la decorazione della parrocchiale di Pontelagoscuro (distrutta), di un secondo altare di S. Cristoforo, della piccola chiesa del nuovo Monte di pietà (distrutta) e di S. Giovanni Battista. Quest'ultima decorazione, eseguita fra il 1762 e il '65 (Becherucci), interessava l'intera struttura dell'edificio con una leggera trama di finte architetture, di festoni di fiori, di putti, a chiaroscuro e a colori, ma è giunta a noi in stato molto precario per le cadute di colore e le vaste ridipinture. Il Martirio del santo al centro della volta è andato completamente distrutto nel corso dell'ultima guerra.
Prima del 1783 (C. Cittadella) il C. eseguì il teatrino del Seminario, di cui non resta che il proscenio. Nel 1789 (L. N. Cittadella, 1868) ornò la cappella di S. Domenico nella chiesa omonima con quadrature e la Gloria del santo nello sfondato, quattro ovali con le Virtù cardinali nei pennacchi, ornati nelle lunette e candelabre nelle pilastrate (il tutto di non facile lettura per le vaste ridipinture). È possibile apprezzare le discrete qualità del C. nella decorazione della chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Vigarano, eseguita fra il 1762 e il '77 (Cavalieri Toschi), dove gli elementi ornamentali sembrano riflettere l'elegante barocchetto del Bigari di palazzo Gavassini a Ferrara e i due medaglioni figurati col Martirio dei santi rimandano alle vivaci composizioni del Ghedini. In un tempo in cui esisteva ancora una netta divisione dei generi, il C. era in grado di sopperire da solo a decorazioni sia di quadratura sia di figura. La sua versatilità è testimoniata dalle due grandi pale con i Miracoli di s. Vincenzo Ferrer che eseguì nel 1790 (L. N. Cittadella, 1868) per la chiesa di S. Domenico a Ferrara, opere che hanno fatto ipotizzare (Riccomini) un soggiorno di studio a Venezia, per l'evidente dipendenza dal Tiepolo nel modulo compositivo, nella stesura cromatica e nelle tipologie dei personaggi.
Fu probabilmente questo estraniamento dalla cultura locale a causare il severo giudizio di U N. Cittadella (1868) che definì la sua "arte al di sotto della mediocrità". La fluidità e la facilità della stesura cromatica delle due tele rendono lecito supporre una buona consuetudine del C. anche con la pittura di cavalletto, ma non si conoscono altre sue prove, se non forse un Vescovo martire (Rizzi) nella chiesa di S. Giuseppe, pure a Ferrara.
La notizia. che il C. sia stato anche stuccatore (L. N. Cittadella, 1868) non è attendibile, poiché derivata da un'errata interpretazione di un passo del contratto dì commissione per la decorazione della cappella in S. Domenico. In esso il C. s'impegna a dare una "pattina colorata secondo la perfezione dell'arte" agli stucchi, della cui esecuzione non è fatto cenno nel contratto e che presumibilmente già esistevano nella cappella.
Morì a Ferrara nel 1795 (Ughi).
Fonti e Bibl.: C. Barotti, Pitture e scolture... della città di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 86, 98, 169, 185, 205; G. A. Scalabrini, Mem. istor. delle chiese di Ferrara e de' suoi borghi, Ferrara 1773, pp. 67, 150, 165; C. Cittadella, Catal. istorico de' pittori.. ferraresi, Ferrara 1783, IV, p. 160; L. Ughi, Dizion. storico degli uomini ferraresi, Ferrara 1804, I, p. 137; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi, II, Ferrara 1846, p. 574 (v. Indice ragionato..., a cura di A. Mezzetti-E. Mattaliano, I, Ferrara 1980, p. 95); L. N. Cittadella, Documenti e illustrazioni riguardanti la storia artistica ferrarese, Ferrara 1868, pp. 99 ss., 105; Id., Guida pel forestiere in Forrara, Ferrara 1873, p. 163; G. Medri, Forrara brevemente illustrata nei suoi monumenti, Ferrara 1933, p. 146; E. Riccomini, Settecento ferrarese, Milano 1970, pp. 67 s.; A. Rizzi, Arte e ambiente nella Ferrara minore. Contributi sulla chiesa di S. Giuseppe, in Musei ferraresi, I (1972), pp. 81, 85, 87, 96; L. Becherucci, Relazione sui lavori di restauro..., in La chiesa di S. Giovanni Battista e la cultura ferrarese del Seicento (catal.), Milano 1981, pp. 231 s.; C. Cavalieri Toschi, G. Bonaccioli, L. C.: due artisti per la decorazione di S. Giovanni Battista, ibid., pp. 258, 260 s., 263; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 393.