CONCONI, Luigi
Architetto e pittore, nato a Milano il 30 marzo 1852, ivi morto il 23 gennaio 1917. Nipote di Mauro (v.), studiò all'accademia di Brera e poi al Politecnico di Milano. Ma soprattutto dalla familiarità col Cremona derivò, ancora studente, le prime esperienze nell'arte dei colori, che poi esercitò parallelamente all'architettura. La prima acquaforte che egli eseguì nel 1876, Il Palazzo Marino, gli valse un primo successo. I progetti che egli presentò al concorso per il monumento alle cinque giornate a Milano (1880) e per il monumento a Vittorio Emanuele a Roma (1881) attrassero l'interesse dei critici più attenti. Ma solo molto più tardi potè attuare qualcuno dei suoi fantasiosi progetti: nella villa Pisani Dossi presso Como (1897-98) dove ebbe a collaboratore l'architetto Perrone, nella tomba del Cavallotti a Dagnente (1898), nell'edicola Segré al Cimitero monumentale di Milano (1900), ecc.
Ritornato all'incisione e ai colori, si sottrasse a poco a poco alle influenze del Faruffini e del Cremona, affermando nelle numerose opere sensibilità e tecnica personali.
Fra le sue opere: Giovinetta malata (1877), Le streghe, Ombra, Luce (1880), Il ritratto di Carlo Borghi (1883), La casa del mago (1884), Marina; cinque affreschi nella chiesa di Gaggiano (1886), Motivo medioevale (1888), La madre, La bimba,Cenerentola (1889), Il ritratto del sig. Cairati (1890), Arcobaleno (1895), Idillio (1896), Cristo e Barabba (1897), La giuria (1905), La fiammata (1910), Sinfonia (1912), Maternità, Il respiro della notte (1914), non sono che una parte della sua vasta opera di pittore. Ebbe fama per le sue afgute caricature. Fra le sue acqueforti (lasciò un'ottantina di rami) oltre alla stampa citata meritano particolare ricordo L'arco di Tito, La casa del mago, Le streghe, L'attesa.
Bibl.: P. Levi, L.C., in Nuova Antologia, 1° febbraio 1917; A. G. Bianchi, L.C., in Lettura, 1° marzo 1917; L. Beltrami, L'anima e lo studio di un pittore, in Emporium, XLVIII (1918), pp. 115-23; R. Giolli, L. C. architetto e pittore, Milano 1920.