COLOMBA, Luigi
Figlio di Defendente e di Elisabetta Fenoglio, nacque a Torino il 6 febbr. 1866. Si laureò in chimica nel 1889 presso l'università di Torino; nel 1895 venne nominato assistente al Museo di mineralogia della stessa università, diretto allora da G. Spezia. Ricoprì questa funzione fino al 1911, anno in cui venne nominato incaricato di mineralogia presso l'università di Sassari. L'anno seguente vinse il concorso per la cattedra della stessa materia di quella sede; nel 1914 si trasferì alla cattedra di mineralogia dell'università di Modena, poi a quella di Genova (1923) e infine a quella di Torino (1931), che tenne fino al suo collocamento a riposo (1936). Fu preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell'università di Torino dall'anno accademico 1932-33 a quello 1935-36.
Morì a Sciolze (Torino) il 5 giugno 1944.
Il C. fu socio nazionale dell'Accademia delle scienze di Torino, socio effettivo dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, dell'Accademia di agricoltura di Torino, membro del Comitato geologico del Consiglio nazionale delle ricerche.
La sua attività scientifica, documentata da oltre sessanta pubblicazioni, è indirizzata principalmente allo studio chimico e cristallografico di diversi minerali di località piemontesi. Infatti nei primi tempi il C. descrive in parecchi lavori alcune specie rinvenute nell'alta valle della Dora Riparia: si possono ricordare l'epidoto, l'anidrite e il gesso di Oulx, il glaucofane e la mohsite della Beaume. Dall'esame di questi studi giovanili risulta evidente l'interesse del C. per i meccanismi di formazione e di alterazione dei minerali esaminati: infatti lo studio mineralogico non è mai limitato alla descrizione e determinazione delle proprietà cristallografiche, chimiche e fisiche, ma è sempre accompagnato da osservazioni sulle paragenesi dei minerali e da studi petrografici e geologici sulla roccia incassante, al fine di scoprire le relazioni genetiche.
Questo tipo di interesse scientifico rimarrà costante e caratteristico in tutti i lavori successivi; indubbiamente il C. sentì l'importante influenza dello Spezia, sotto la cui direzione egli svolse tutta la sua carriera di assistente universitario; e l'attività scientifica dello Spezia in quel periodo era essenzialmente focalizzata su problemi di genesi di minerali, studiati mediante l'applicazione dei principi della termodinamica e della chimico-fisica ai sistemi naturali.
Tra i lavori successivi del C. su minerali di località piemontesi - dei quali si possono citare quelli sulla giadeite di Cassine, la rodonite e il granato ferricromifero di Saint-Marcel, il gesso di Sardigliano - spiccano per profondità di indagine e per interesse di risultati quelli sui giacimenti metalliferi di Brosso e di Traversella, studiati sia dal punto di vista mineralogico sia da quello geologico-petrografico, con la descrizione dei fenomeni di contatto e di metamorfismo osservati nel massiccio dioritico di Valchiusella e collegati alla genesi di questi giacimenti. Il C. descrisse inoltre dal punto di vista chimico e da quello cristallografico numerosi minerali di queste località (baritina, villarsite, siderite, calcopirite, blenda, galena, arsenopirite, tetraedrite, cerussite, scheelite, apofillite, magnetite, cianotrichite e dioptasio di Traversella; baritina, galena, arsenopirite di Brosso) segnalando anche un nuovo minerale, la speziaite, così denominata in onore dello Spezia e attualmente considerata una varietà ferrifera di orneblenda.
Tra le opere del C. sono anche da citare quelle sulle trasformazioni della leucite e della boracite, studiate in base alle anomalie ottiche, in funzione delle condizioni termodinamiche di genesi di questi minerali; di particolare interesse sono poi le pubblicazioni riguardanti le relazioni tra densità e costanti cristallografiche in alcuni gruppi di sostanze e i rapporti tra proprietà fisiche e composizione chimica nella serie isomorfa dei pirosseni giadeitoidi, per cui egli propose particolari rappresentazioni grafiche di sistemi ternari; questi ultimi lavori rappresentano un contributo originale allo studio dell'isomorfismo, se si tiene presente la difficoltà di interpretare correttamente questo fenomeno su basi puramente chimiche e non in termini strutturali, non essendo ancora nota in quel tempo la struttura cristallina dei silicati.
Va inoltre ricordato che il C. studiò le zeoliti dei basalti dell'isola Principe Rodolfo, raccolti durante la spedizione polare (1899-1900) di Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi; in seguito descrisse alcuni minerali e rocce del Ruvenzori, collezionati da A. Roccati durante la spedizione del duca degli Abruzzi in quel massiccio montuoso (1906), segnalando anche una nuova specie mineralogica, l'aloisiite, corrispondente a un silicato idrato amorfo.
Nell'ultimo periodo della sua attività il C. si interessò anche di problemi teorici, per es. pubblicando nel 1928 un lavoro sulle configurazioni elettroniche degli atomi e un altro sulle strutture nucleari, in cui vengono avanzate alcune ipotesi sulla costituzione degli isotopi e sull'origine degli elementi in rapporto all'evoluzione stellare. Diverse idee espresse in questi lavori si dimostrarono in seguito erronee: ciò può trovare una giustificazione nel notevole ritardo con cui una gran parte dell'ambiente scientifico italiano recepì le fondamentali scoperte di quegli anninel campo della fisica atomica e nucleare.
Infine negli ultimi anni della sua vita il C. dedicò tutta la sua attività allo studio geologico e mineralogico dei terreni agrari del Piemonte, pubblicando su questo argomento alcuni lavori di carattere generale.
I suoi scritti più significativi sono: Sull'epidoto di Oulx e sui minerali che lo accompagnano, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, XXVI (1891), pp. 811-826; Sulla glaucofane della Beaume (alta valle della Dora Riparia), ibid., XXIX (1894), pp. 404-423; Ricerche microscopiche e chimiche su alcune quarziti dei dintorni di Oulx (alta valle della Dora Riparia) e su alcune roccie associate, in Boll. della Soc. geolog. ital., XIX (1900), pp. 111-131; Sulla presenza della dispersione nei pirosseni giadeitoidi in rapporto colla loro composizione chimica, in Rivista di mineral. e cristall. ital., XXVIII (1902), pp. 81-91; Zeoliti dell'isola del Principe Rodolfo, in Osservazioni scientifiche eseguite durante laspedizione polare di S.A.R. Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi 1899-1900, Milano 1903, pp. 713-719; Cloromelanite e pirosseni cloromelanitoidi, in Riv. di mineral. e cristall. ital., XXX (1903), pp. 3-15; Ricerche litologiche e chimiche sulle formazioni vulcaniche della serie Vijongo (Fort Portal), in Luigi Amedeo di Savoia-F. De Filippi, Il Ruwenzori: viaggio di esplorazione..., Parte scientifica, II, Milano 1909, pp. 233-264; Sopra alcuni minerali del Ruwenzori, ibid., pp. 281-286; Aloisiite, nuovo idrosilicato dei tufi di Fort Portal (Uganda), in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XVII (1908), pp. 233-238; Relazioni fra le densità e le costanti cristallografiche in alcuni gruppi di sostanze, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, XLIV (1909), 1, pp. 399-434; 2, pp. 684-698; Osservazioni mineralogiche e litologiche sull'alta valle della Dora Riparia (Rocce e minerali della Beaume, Oulx), in Riv. di miner. e cristall. ital., XXXVIII (1909), pp. 35-82; Ricerche sui giacimenti di Brosso e di Traversella, I, Osservazioni petrografiche sul massiccio dioritico di Valchiusella, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Torino, s. 2, LXIII (1912), pp. 271-325; II, I fenomeni di metamorfismo e di deposito nei giacimenti inferiori di Traversella, ibid., LXVI (1915), 3, pp. 1-53; Speziaite, nuovo anfibolo di Traversella, in Atti della R. Accad. delle sci . enze di Torino, XLIX (1914), pp. 625-634; Sulla costituzione chimica della giadeite e dell'acmito-egirite, in Memorie della R. Accad. di scienze, lettere ed arti in Modena, s. 3, XIV (1922), pp. 461-495; Note geologiche ed oroidrografiche sul Piemonte in relazione con i suoi caratteri agrari, in Annuario d. R. Ist. di speriment. per la chimica agraria in Torino, XIII B (1937), pp. 305-320.
Fonti e Bibl.: Un elenco quasi completo delle opere del C. si trova in Annuario dell'università di Torino, 1931-32, pp. 346-349. Si veda inoltre la commem. di F. Sacco, in Annali dell'Acc. di agricoltura di Torino, LXXXVIII (1945), pp. 151-157.