CHIMINELLI, Luigi
Nacque a Ragusa (Vicenza) il 28 ott. 1816 da Pietro e da Angela Toffoli. Laureatosi in medicina e chirurgia all'università di Padova, nel 1839 fu nominato assistente di materia medica. In seguito si trasferì a Vienna, ove frequentò la scuola di perfezionamento in chirurgia dell'università, ottenendo l'incarico di operatore negli anni accademici 1841-42 e '42-43. Tornato in patria, esercitò la chirurgia a Conegliano e a Vicenza, quindi a Bassano ove, dal 1848 al 1860, egli fu chirurgo primario presso l'ospedale civico.
In questo periodo il C. tradusse il trattato di F. A. von Ammon e F. M. O. Baumgarten (Die plastische Chirurgie,nach ihren bisherigen Leistungen Kritisch dargestellt, Berlin 1842), La chirurgia plastica criticamente esposta giusta le prestazioni sue fino al dì d'oggi, con un'appendice che comprendeva il cap. "Coltivazione della chirurgia plastica in Italia nel sec. XIX" (Venezia 1845). Il C. fu fortemente attratto dalla chirurgia plastica ricostruttiva, che dalla metà del secolo aveva avuto un vero risveglio e una larga diffusione, grazie anche all'opera divulgativa svolta in Italia settentrionale da G. M. Canella (cfr. Dizionario biografico degli Italiani, XVIII, sub voce):in particolare egli eseguì con successo interventi di blefaroplastica, secondo il metodo introdotto da A. Riberi nel 1833.
Il campo in cui il C. emerse fa l'idrologia medica. Nominato medico commissario delle fonti di Recoaro, incarico che mantenne per trentadue anni, fu attratto dallo studio della acque e della climatologia e a questo dedicò tutto il resto della sua vita, segnalandosi per numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative: Recoaro,le sue sorgenti minerali e i suoi dintorni, Bassano 1865; Recoaro e le sue acque minerali, ibid. 1870 e 1875; Cenni intorno alle sorgenti minerali di Nepi..., Roma 1884; Conclusioni degli ultimi studi intorno l'importanza e l'utilità della istituzione degli ospizi marini in Italia, Bassano 1884; Gite e peregrinazioni alle principali stazioni mediche italiane,idrologiche e climatiche... La cura della tisi nelle alte regioni, Bassano-Roma 1884. Gli studi del C. vertevano sia sulla composizione chimica delle acque minerali sia sulle indicazioni curative che ne derivavano: queste ultime erano state da lui esposte anche in una prelezione al corso di idrologia medica tenuto, quale docente privato, nell'università di Roma nell'anno accademico 1873-74, pubblicata a Roma nel 1874: Sull'importanza dell'idrologia medica,specialmente minerale in Italia.Nel 1879 fondò a Bassano il periodico L'Idrologia medica, che, dal 1881 coadiuvato da G. Faralli, proseguì a pubblicare a Firenze col titolo L'Idrologia e la climatologia medica.
Conseguita la libera docenza in idrologia medica (istituita nel 1883 all'università di Padova e l'anno seguente presso quella di Roma), il C. tenne una serie di costi liberi di tale disciplina, dal 1885 al 1888, presso l'università di Roma; la facoltà medica di questo ateneo, anzi, nel 1887 e nel 1888 aveva espresso parere favorevole all'istituzione della cattedra di idrologia medica, ma il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione non ne riconobbe la necessità, così che il ministro non accordò l'incarico per l'anno accademico 1888-89 al C. che "...non più giovane, ha sospeso i suoi corsi" (Alcuni cenni sulla condizione degli studi medico-idrologici in Italia nel 1887-88, in L'Idrol. e la climatol. med., XI [1889], pp. 319-324).
Membro di numerose società di idrologia, climatologia e igiene italiane e straniere, il C. fu presidente onorario dell'Associazione medica italiana di idrologia e climatologia e vicepresidente d'onore al primo congresso di idrologia e climatologia medica tenutosi a Biarritz nel 1886. Nel discorso inaugurale pronunciato a Bologna il 10 ott. 1888, in occasione del primo congresso della società di cui era presidente, il C. sostenne l'utilità di istituire "uno speciale comitato per gli studi idrologici e di climatologia e climatoterapia in ognuna delle tre grandi regioni o sezioni in cui può esser suddivisa l'Italia" e di favorire la formazione di una "statistica medico-idrologica nazionale" (ibid., X [1888], pp. 287-291).
Era questo il periodo in cui l'idrologia medica si arricchiva di numerose nuove cognizioni, avviandosi così a fondare su solide basi scientifiche la propria dottrina e perdendo progressivamente quel carattere di empirismo che aveva fatto sì che fosse fino ad allora confinata nell'ambito degli insegnamenti generali di farmacia e di materia medica come un argomento di secondaria importanza. Il C. ravvisò la necessità di applicare allo studio della disciplina principî scientifici e riformatori che tenessero conto del progresso delle scienze, specie naturali, ma soprattutto della chimica e della fisica. Il metodo dell'osservazione sperimentale era, a suo parere, quanto mai adatto a conciliare gli indirizzi opposti dell'empiriamo e della scienza e quindi a mediare "fra la ragione e la pratica, un'armonia fra l'analisi e la sintesi" (Il passato e l'avvenire dell'idrologiamedica in Italia..., Firenze 1885). Il C. sostenne inoltre che, proprio per sfuggire ai pericoli dell'empirismo, il medico desideroso di dedicarsi all'idrologia dovesse avere una solida base culturale e un chiaro programma di studio. Confutò quanti, al di fuori di ogni serio fondamento scientifico, esaltavano le virtù delle fonti climatiche straniere o di quelle italiane: sostenne invece la necessità di condurre lo studio delle acque minerali in maniera critica, analitica; in modo da poter anche realizzare una "uniforme classificazione in classi, ordini e gruppi" (ibid., p. 43), ed esponendo nelle relazioni cliniche non solo i risultati positivi, ma anche i mediocri o del tutto negativi. Illustrando poi l'utilità dell'idroterapia propriamente detta e i suoi rapporti con l'idrologia minerale, indicò l'urgenza di effettuare nuove e complete analisi chimiche delle acque minerali, nonché di "migliorare e rifare i nostri incompleti e difettosi stabilimenti di cura" (ibid.). Fautore dello studio della climatologia a complemento di quello dell'idrologia minerale, indicò il benefico effetto del soggiorno in clima montano nei riguardi delle attività psicofisiche in generale e della cura di alcuni stati morbosi (anemie, clorosi, debolezze costituzionali); e sostenne l'utilità del clima collinoso-marino, unitamente all'assunzione di acque ferruginose anche acidule, per la cura delle malattie respiratorie, come l'enfisema e la tisi. Si batté anche perché il governo italiano predisponesse una nuova legislazione e una completa riorganizzazione dei servizi idrologici, auspicando l'adozione di un regolamento sulle acque e sugli stabilimenti balneari.
Morì a Bassano del Grappa il 10 dic. 1901.
Fonti e Bibl.: Necr., in L'Idrol. e la climat., XII (1901), p. 187; in Bull. d. sc. med., LXXIII (1902), pp. 148 s.; D. Giordano, Chirurgia, I, Milano 1938, p. 22. Per i brevi accenni alla blefaroplastica, si cfr. anche: A. Fischer, La chirurgia ricostruttiva nel XIX sec. Sintesi cronologica, in Pag. di storia della med., XIV (1970), 6, pp. 37-47. Sull'indirizzo dell'idrologia e della climatologia nel XIX sec., si veda: A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1974, pp. 1265-1269.