CERONI, Luigi
Nacque a Roma nel 1815. Le notizie intorno alla sua vita sono scarse fino al 1857; era abbastanza noto tra gli incisori romani, e lavorava sia con il sistema a mezza macchia, proprio dei maestri del XVI secolo, sia con quello a bulino finito. In questo primo periodo romano si dedicò particolarmente alle riproduzioni di famose opere pittoriche (del Beato Angelico, di Piero della Francesca, di Raffaello, di Guido Reni e di altri), nonché a ritratti di eminenti personaggi. Nel 1857 si recò a Parigi, dove studiò le opere di M. Raimondi e si specializzò nelle riproduzioni di ritratti di personaggi della corte, delle scienze, della chiesa. Sempre a Parigi incise quaranta smalti del Petitot con personaggi storici e donne celebri, pubblicati da Blaisot nel 1862 (Les émaux de Petitot du Musée du Louvre ...). A questa serie aggiunse più tardi altri sei ritratti medaglioni rappresentanti Les amours de Louis XV. Nel 1869 fece domanda di ammissione all'Esposizione romana del 1871, che era allora in via di allestimento, presentando un Sacrificio di Abramo da Raffaello, come risulta dai documenti di archivio del ministero del Commercio e Lavori Pubblici (Roma, Archivio di Stato, busta 664, fasc. 6): in essi è conservata anche una lettera del C. al cardinale Giuseppe Berardi, proministro del Commercio e Lavori Pubblici, con la quale l'incisore faceva richiesta di presentare anche il Ritratto del cardinale De Bonnechose. Sulla lettera stessa una nota del 7 apr. 1870 approva l'ammissione dell'incisione del Ceroni. Sul finire del 1870 il C. incise il ritratto di Pio IX in manto papale, da un disegno del pittore Imlé. Tornato a Roma, dopo quattordici anni di dimora a Parigi, eseguì il ritratto di Vittorio Emanuele II a figura intera.
Ormai il suo nome era noto, e la sua abilità di acquafortista era assai apprezzata; fu allora che la Calcografia nazionale gli offrì di continuare il rame della Disputa del Sacramento, da Raffaello, che era stato iniziato dal Calamatta, e lasciato incompiuto. Il lavoro, molto impegnativo per il C., anche per la fama di colui che lo aveva preceduto, riuscì perfettamente, e fu molto elogiato. Il direttore dell'Accademia di Francia a Roma, Cabat, elogiò l'opera e l'incisore francese Henriquel scrisse al C. per congratularsi con lui; lo stesso Henriquel aveva auspicato, tredici anni prima, quando l'opera era rimasta incompiuta, che fosse data al C., come anche la cattedra di incisione a Milano, che era stata del Calamatta. Ma il compimento dell'opera suscitò anche polemiche, e fu richiesto che sull'incisione comparisse anche il nome del Calamatta, come coautore. Dopo varie vicende il C. ebbe partita vinta, e la commissione artistica della Calcografia gli riconobbe la piena attribuzione dell'opera, e gli commissionò anche il rame della Scuola d'Atene, iniziato dal Mercuri, ma lasciato incompiuto nel 1877. Entrambi i rami della Disputa e della Scuola d'Atene sono conservati nella Calcografia nazionale. Il C. morì a Roma nel 1894.
Delle opere non menzionate del C. appartengono al primo periodo romano, fino al 1856, incisioni a mezza macchia: su foglio centinato l'Adorazione dei pastori, dall'affresco di Baldassarre Croce in una cappella al pianterreno del pal. del Quirinale in Roma; Crocifissione, dall'Angelico nel convento di S. Marco a Firenze; Madonna con Bambino coronata dagli angeli con il Padre Eterno; piccola Madonna con Bambino, da un quadro appartenente a s. Vincenzo Pallotti; S. Giovanni Evangelista scrivente; S. Giorgio; lo scultore B. Giacomo da Città di Castello; lo scultore G. Chialli; il Cardinale Bembo; Federico da Montefeltro e Battista Sforza, da Piero della Francesca; Baldassarre Castiglione, da Raffaello; ritratto del principe Tommaso Corsini, da un disegno del Marionecci tratto dal busto in marmo di Pietro Tenerani, a palazzo Corsini in Roma; grande incisione della Galatea, dall'affresco di Raffaello alla Farnesina.
Allo stesso periodo appartengono le seguenti opere a bulino finito: ritratto del giureconsulto romano Filippo M. Benozzi; ritratto di Gaetano Moroni (1844); ritratto di Gregorio Moroni (1845)figlio di Gaetano; Ecce Homo (1855),dal quadro di Guido Reni a palazzo Corsini.
Durante il soggiorno parigino il C. eseguì: il Cuore di Maria; S. Rufina; tre ritratti di Pio IX (oltre alla riproduzione del disegno di Imlé); ritratto di Napoleone III; ritratti di Bossuet, Pascal, M.me de Sévigné; due soggetti da Les Martyrs di Chateaubriand; ritratti di Elisabetta Seton, M.me de Vintimille, del Generale de la Marinière, del fisico Emilio Verdet, dell'AbateBobet curato di Ivetot; copia della Fornarina di Raffaello; ritratto di Maria Leszcynska, moglie di Luigi XV; ritratti di M.me de Sirmione, del Vescovo di Rouen, del Padre Lacordaire.
A Roma dopo il 1870 vennero eseguiti i ritratti di Giacomina Pascal, di Ernesta Serra, di Antonio Rosmini.
Fonti e Bibl.: F. Cerroti, Il cavalier L. C. lavora a Parigi, in Il Buonarroti, V(1870), pp. 33 ss.; Id., Alcune altre parole intorno al cav. L. C. …,Roma 1884; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 297; L. Servolini, Diz. ill. degli incisori ital., Milano 1955, p. 192.